Scorie - Lo Stato non siamo tutti noi

In una lunga intervista alla Stampa, il presidente del Consiglio ha risposto così a una domanda sulla crescente insofferenza dei cittadini alle restrizioni:

"Parliamoci chiaro: i cittadini meritano un plauso per l'abnegazione e il senso di responsabilità fin qui dimostrati, salvo rare eccezioni che naturalmente fanno notizia. È comprensibile che oggi vi siano maggiore disagio e sofferenza. Sappiamo i sacrifici che i cittadini stanno affrontando, sotto il profilo economico e quello strettamente personale. A loro però dobbiamo chiedere un ulteriore sforzo: la situazione, in tutta Europa, è critica. Ognuno deve fare il suo. Ne usciamo solo con un impegno collettivo: lo Stato siamo tutti noi."

La narrazione prevalente vuole che alcune caratteristiche tipiche dell'italiano medio, ossia un misto di ricerca del quieto vivere e l'abitudine a farsi trattare da pecora, siano state nei mesi del lockdown primaverile grandi virtù, con tanto di auto elogi in merito al "modello Italia" nella lotta al virus.

Anche le persone più docili, però, finiscono per avere qualche perplessità di fronte al susseguirsi degli eventi che caratterizzano questi tempi di pandemia. Io sono fin dall'inizio convinto che, pur non dovendo sottovalutare il virus, sia pericoloso accettare quasi impassibilmente le forti restrizioni alla libertà imposte a mezzo DPCM da un momento all'altro; per non parlare della gogna a cui sono sottoposti coloro i quali non si accontentano della versione dei fatti raccontata dai media mainstream e solo per questo finiscono nel girone infernale dei "negazionisti".

Giuseppe Conte è notoriamente un parolaio e questo forse anche per deformazione professionale, ma la trita e ritrita retorica de "lo Stato siamo tutti noi" è davvero fastidiosa, perché non esiste forse cosa più lontana dal vero.

Lo Stato è il soggetto che dispone del monopolio legale (autoconferito) dell'uso della forza in un determinato territorio. La forza è usata da persone nei confronti di altre persone. E' quindi del tutto illogico concludere che tutti sono lo Stato. Lo sono solo coloro che fanno uso dei mezzi politici per l'acquisizione della ricchezza, per usare le parole di Franz Oppenheimer. E a farne le spese, loro malgrado, sono coloro che usano mezzi economici, ossia la produzione e gli scambi volontari.

Costoro non sono lo Stato. Loro malgrado mantengono quelli che incarnano pro tempore lo Stato. La maggior parte di chi manifesta insofferenza in questi giorni non lo fa certo per questo motivo, ma dovrebbero essere molto più insofferenti per questo che per le restrizioni governative, che pure meritano insofferenza.

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