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Visualizzazione dei post da maggio, 2020

Scorie - Non serve più burocrazia

Giovanni Tria, già mite ministro dell'Economia nel governo Lega-M5S, da quando è tornato a fare il professore universitario scrive articoli pubblicati (genrralmente) al sabato sul Sole 24 Ore.  Occupandosi della burocrazia italiana, Tria osserva: " È inevitabile che i massimi generatori di "domanda di nuovo lavoro burocratico" siano gli uffici legislativi anche quando si mettono in moto per rispondere, in perfetta buona fede, a chi vuole ridurre la burocrazia. Il problema è che a fronte della "domanda" deve esserci anche un'offerta adeguata di burocrati in grado di soddisfarla ." Dopo aver raccontato un aneddoto riferito alla sua esperienza da ministro, Tria scrive: " Oggi non c'è un eccesso, ma una enorme mancanza di burocrazia, nel senso di uffici in grado di svolgere i compiti richiesti. Quello che è in eccesso è la domanda di burocrazia insita in ogni norma, ma anche perché si assume sempre che ci sia un'offerta adeguata,

Scorie - Scenari (im)probabili

Durante la sua carriera in Consob, Marcello Minenna è stato uno dei fautori dell'utilizzo degli scenari probabilistici nell'informativa da fornire agli investitori prima della sottoscrizione di un prodotto finanziario. Non mi stupisce, quindi, che nel suo articolo domenicale sul Sole 24 Ore commenti (con soddisfazione) una recente sentenza della Corte di Cassazione in merito a un contenzioso tra un ente locale e una banca in materia di strumenti derivati. Scrive Minenna: " Lo scorso 12 maggio la Cassazione Civile ha pronunciato una sentenza storica in tema di contratti derivati stipulati tra banche e enti locali. Chiamata a decidere su un contenzioso tra la BNL e il Comune di Cattolica per tre interest rate swap conclusi tra il 2003 e il 2004, la Suprema Corte – nell'accogliere le ragioni del Comune – ha affermato che, fino al divieto subentrato nel 2013, gli enti potevano stipulare derivati solo in presenza dell'informativa sul valore di mercato (mark-to

Scorie - A(hi)litalia

Con la solita puntualità, Gianni Dragoni tiene aggiornati i lettori del Sole 24 Ore sull'infinito spreco di soldi dei pagatori di tasse che va sotto il nome di Alitalia. Di qualche settimana fa la notizia che nel decreto "Rilancio", per iniziativa del ministro Patuanelli, il governo aveva deciso di dotare di ben 3 miliardi di capitale la newco che dovrebbe tentare l'ennesimo salvataggio, sul cui buon esito è lecito nutrire forti dubbi. Tre miliardi che sarebbero comunque un'enormità, date le dimensioni aziendali di Alitalia. Dragoni nota che mai in passato, pur avendo una flotta di maggiori dimensioni, Alitalia ha avuto un patrimonio del genere. Per di più a oggi non esiste neppure un piano industriale. E non rassicurano le parole del ministro dell'Economia Gualtieri, secondo il quale i 3 miliardi non sono deficit " saldo netto da finanziare: è equity che rimane dello Stato quindi io non sto pagando, lo Stato ci può persino guadagnare ." Gu

Scorie - Delatori civici

Suppongo sia stata la voglia di fare notizia, probabilmente mista a una sorta di competizione con i presidenti di Regione, a indurre il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, e il presidente dell'Anci, Antonio Decaro, sindaco di Bari, a inventare una figura di cui nessuno sentiva l'esigenza: l'"assistente civico". Dovrebbe trattarsi di " inoccupati, anche percettori di reddito di cittadinanza o chi usufruisce di ammortizzatori sociali" da individuare "su base volontaria ". Nelle intenzioni dei proponenti dovrebbero essere 60mila. Ma in cosa consisterebbe l'assistenza civica? Avendo provocato reazioni non proprio positive neppure nella stessa maggioranza, fonti del ministero di Boccia hanno precisato: " Quando si parla di assistenti civici parliamo di volontariato. Stiamo parlando di 16 ore settimanali che ciascuno può regalare al proprio comune per aiutare gli anziani, portare spesa e medicine, ai

Scorie - Pecore

In un articolo sul Sole 24 Ore, Riccardo Sorrentino valuta i primi effetti della pandemia sui dati economici di diversi Paesi, concludendo che, per ora, parrebbe che l'impatto appaia indipendente dalla scelta di operare una chiusura più o meno rigida delle attività produttive. Scrive Sorrentino: " È stata la domanda che ha tormentato qualunque governo. Esiste un compromesso possibile, un trade off, tra le esigenze della salute e quelle dell'attività economica? È obbligata la scelta del confinamento totale o sono praticabili soluzioni meno drastiche? La risposta è stata diversa, da Paese a Paese; ma il crescente fastidio per le esasperazioni del lockdown stanno ora seminando dubbi anche tra i più cauti ." In effetti perfino gli italiani, abituati a essere trattati come pecore, qualche perplessità iniziano ad avercela. Prosegue Sorrentino: " Forse però la scelta non è così netta. I due aspetti – salute e reddito – non possono essere messi su due piatti de