Scorie - Un'idea molto confusa

Mario Turco, sottosegretario alle presidenza del Consiglio, ha avuto un'ideona per finanziare il fabbisogno aggiuntivo derivante dai provvedimenti assunti dal Governo in risposta alla pandemia.

Secondo Turco, sarà "fondamentale accelerare la costituzione di una banca pubblica d'investimento che possa, non solo finanziare direttamente opere grandi e piccole, ma anche ricevere dalle banche nazionali parte dei prestiti che queste possono contrarre con la Bce e attrarre il risparmio degli italiani."

Evidentemente la "banca" non sarebbe una banca, altrimenti avrebbe accesso diretto alle operazioni di rifinanziamento presso la Bce. Occorre peraltro precisare che la liquidità è fornita da Bce a fronte di collaterale messo a garanzia da parte delle banche richiedenti.

Ma andiamo oltre, perché Turco pensa "a uno strumento alternativo al Btp, che intercetti quella parte di risparmio infruttifero degli italiani giacente sui conti correnti delle persone fisiche, escludendo gli investitori istituzionali. Si tratta di certificati di risparmio/pronti contro termine senza sottostante, a breve scadenza, prontamente svincolabili e con una remunerazione attrattiva. Da collocare tramite le banche nazionali e non negoziabili sui mercati regolamentati."

In pratica "si istituirebbero dei conti di deposito statali, sottoscritti però non direttamente dai cittadini ma dalle stesse banche nazionali, che potrebbero farvi confluire il risparmio degli italiani, permettendo che diventi fruttifero. Dietro il riconoscimento di una commissione, ovviamente."

Turco dice che è una sua idea che sta approfondendo.

Credo che abbia molto da approfondire, perché pensare a un pronti contro termine senza sottostante è un non senso. Se l'investitore non compra uno strumento finanziario a pronti per rivenderlo a termine, ma semplicemente presta una somma di denaro per un certo periodo, l'operazione si sostanzia in un certificato di deposito o in un deposito a termine.

Così come, se gli strumenti in questione devono essere a breve scadenza e prontamente svincolabili, non vedo come possano essere la base ottimale per finanziare "opere grandi e piccole", che tipicamente richiedono finanziamenti a lungo termine.

E anche ammettendo che si trattasse di conti di deposito o buoni fruttiferi collocati dalle banche per conto della "banca pubblica per gli investimenti", resta un problema: se, per ipotesi, i famosi 1.400 miliardi di euro finissero in questi strumenti, le banche crollerebbero immediatamente come i pezzi del domino, dato che, con quel denaro, finanziano il loro attivo di bilancio.

Turco sembra ragionare come se i conti correnti fossero soggetti a un requisito di riserva pari al 100%. Peccato che attualmente il requisito sia in realtà l'1%, anche se poi la copertura effettiva è generalmente superiore.

Nella migliore delle ipotesi ci sarebbe uno spiazzamento di impieghi privati in impieghi pubblici. Capisco che sia un sogno per ogni statalista, ma non ci sarebbe più credito di prima.

Per di più, il costo potrebbe essere non inferiore a quello dei titoli di Stato di pari durata, e si tratterebbe pur sempre di debito pubblico. Sempre che Turco non pensi a costruzioni finanziarie atte a escludere la "banca pubblica per gli investimenti" dal perimetro della pubblica amministrazione, come fu fatto per Cassa Depositi e Prestiti.

Insomma: non mi sembra proprio un'ideona, però la confusione sembra notevole.

 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".

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