Scorie - Il profeta dell'intelligenza artificiale

Non è un mistero che il presidente della Consob, Paolo Savona, sia un forte sostenitore dell'intelligenza artificiale applicata alla gestione di portafoglio. Un sostegno fornito anche presiedendo, prima di diventare ministro nel governo gialloverde, una società che di quello si occupa.

Secondo Savona:

"Nella gestione dei risparmi, gli algoritmi basati sull'intelligenza artificiale – il cui termine più appropriato è Data Science, Scienza dei Dati o del trattamento delle informazioni – mostrano due vantaggi: prevedono gli andamenti dei valori dei titoli meglio degli operatori tradizionali, anche professionisti, e impediscono che il gestore commetta suoi propri errori di interpretazione delle oscillazioni e trend di mercato o faccia malversazioni. Poiché i dati usati per l'elaborazione degli algoritmi riguardano ogni possibile aspetto dell'azione umana e delle vicende della natura, compresa la diffusione delle malattie, il cervello umano non può calcolare le infinite interazioni tra i dati; l'uomo ha insegnato al computer come funzionano i suoi neuroni, e questa macchina diviene un "cervello artificiale" che applica lo stesso metodo di ragionamento umano per pervenire a un'interpretazione migliore della realtà complessa, perché capace di abbracciare un numero enorme di informazioni. Ma ancora non basta perché, grazie a menti fresche e preparate, solitamente più giovani, il computer "impara" a distinguere le informazioni devianti da quelle convergenti, scartando le prime e sperimentando soluzioni alternative, sempre sotto il controllo delle menti umane (diciamo) meno ignoranti. In passato le scelte di borsa venivano impartite automaticamente dal computer, ora è proibito un po' da per tutto, e non hanno relazioni con le scelte suggerite dall'intelligenza artificiale dove l'uomo mantiene la sua centralità."

Non sarò certo io a mettere in discussione i potenziali benefici dell'utilizzo della data science, certamente nel limitare l'emotività nell'attività di gestione di portafoglio.

Ritengo, tuttavia, che sia fuorviante affermare che gli algoritmi prendano in considerazione "ogni possibile aspetto dell'azione umana e delle vicende della natura", quanto meno con riferimento all'azione umana. Se così fosse, questi sistemi dovrebbero essere in grado di prevedere con esattezza il futuro, rimuovendo l'incertezza che caratterizza la vita umana.

Per di più, a me pare sia contraddittorio, dopo aver fatto una tale (potente) affermazione, aggiungere che il computer sia "sempre sotto il controllo delle menti umane", ancorché "meno ignoranti".

Devo però confessare che sono anni che trovo difficile capire le iperboli savoniane. Sarà certamente un mio limite, sarà che la mia mente non è tra quelle meno ignoranti. Oppure, almeno in parte, sarà che questo signore, come già ai tempi in cui fu ministro nel 2018, qualche volta si lascia prendere dall'idea di essere un profeta. Per usare un eufemismo.

 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".

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