Scorie - La classifica dei malati

Come vado ripetendo da quando è iniziata la quarantena forzata, il (ri)lancio di iniziative governative da centinaia di miliardi da porre in essere in deficit è diventato il primo sport nazionale (essendo forzatamente fermo il calcio).

A parte coloro che invocano interventi a fondo perduto da parte di altri Paesi e/o la monetizzazione da parte della Bce, l'ipotesi di una mazzolata fiscale sta trovando spazio del dibattito, come sempre in momenti di aumento del rischio Italia.

A tale proposito, mi sono imbattuto in questo post su LinkedIn (consigliato da uno dei miei contatti: la cosa mi ha fatto riflettere sulla leggerezza con la quale ho talvolta accettato inviti da parte di semisconosciuti) di Enrico Letta (già #enricostaisereno):

"Di fronte al #cononavirus i malati non sono tutti uguali. Il malato che evade le tasse ottiene un servizio per il quale non ha pagato, a differenza del cittadino onesto che, magari, contagiato anch'esso, si trova dietro di lui in coda. Per ripartire, NO nuove tasse, Sì lotta all'evasione."

Premesso che l'evasore totale può esistere con riferimento alle imposte e tasse soggette a dichiarazione ma non a quelle prelevate da un sostituto d'imposta o comprese nei prezzi dei beni e servizi acquistati, l'affermazione di Letta è quella da 92 minuti di applausi nei talk show italiani, dove la riflessione che precede l'inizio dell'applauso da parte del pubblico non è particolarmente profonda.

Lasciando da parte la basilare considerazione, tipicamente libertaria, sulla tassazione come violazione del principio di non aggressione e sulla impossibilità, in talune circostanze, di ottenere un servizio da parte di un privato, sono d'accordo che i servizi fruiti dovrebbero essere pagati.

Ma tutti i consumatori netti di tasse ottengono servizi pagati da altri. Letta ha gioco facile nel tirare in ballo l'evasore. Ma è evasore, per esempio, anche chi dovrebbe pagare 200 di tasse e paga solo 100. Se costui ottiene un servizio che vale 30 (ipotizzando, cosa non sempre realistica, che 30 fosse un prezzo di mercato), non si può dire che non lo abbia pagato. Al tempo stesso, Letta non pensa alle tante persone che vivono di sussidi pur senza avere avuto particolari disgrazie che abbiano impedito loro di cercare di guadagnarsi da vivere lavorando.

Nella classifica di Letta costoro sarebbero da preferire all'evasore del mio esempio. Nella classifica del buon senso, no.

 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".

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