Scorie - Solo l'individuo pensa e agisce

Intervistato dal Fatto Quotidiano, il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha affermato:

"Considerare la società una somma di individui è un errore analitico prima ancora che politico. Solidi legami sociali sono la condizione per il progresso del genere umano e per lo sviluppo della persona."

L'intervistatore gli aveva fatto la classica questa domanda:

"La Thatcher disse: "La società non esiste, esistono solo gli individui". Non pensa sia finita l'epoca del neoliberismo?"

Il tutto nel contesto delle solite discussioni in merito alle centinaia di miliardi da spendere e sulla necessità di mutualizzare il debito necessario a finanziare tali spese.

Ovviamente il "neoliberismo", magari con molte "b", pare essere colpevole anche del Covid-19. E pazienza se ad andare in tilt è il sito dello statalissimo INPS, oppure se Consip non sta dimostrando grande efficienza nel reperire mascherine e altri dispoditivi di protezione. Quella sarà sfortuna...

Il fatto è che da un punto di vista logico non si può dimostrare che esista una entità chiamata "società" che sia qualcosa di diverso dall'insieme di individui che la compongono. Perché solo gli individui pensano e agiscono. Qualsiasi gruppo, a prescindere dalle sue dimensioni, non agisca in quanto tale, ma sono gli individui che lo compongono ad agire. E, prima di agire, a pensare.

Chi parla di "errore analitico" dovrebbe cercare di dimostrare il contrario.

Il vero errore è, a mio avviso, trarre la conclusione che se si afferma (prasseologicamente) che sono solo gli individui a pensare e ad agire, si debba escludere che "solidi legami sociali sono la condizione per il progresso del genere umano e per lo sviluppo della persona".

Ogni individuo deve essere libero di associarsi con altri nel rispetto del principio di non aggressione. Quello che non dovrebbe essere costretto a fare è associarsi contro la sua volontà e, peggio ancora, essere forzato a contribuire alle spese altrui.

Posto che tutto questo ha poi poco a che fare con quello che generalmente viene definito "neolibbberismo".

 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".

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