Scorie - Resurrezione effimera

Come è noto, da quando è iniziata l'emergenza Covid-19 è pressoché unanime l'auspicio che le banche centrali monetizzino tutto il monetizzabile (e anche la più grande e senza precedenti espansione monetaria è ritenuta insufficiente dopo pochi giorni). Credo che, al netto di coloro che auspicano la monetizzazione anche in tempi "ordinari", chi pensa alla via monetaria alla salvezza non rifletta a sufficienza sul fatto che la creazione di moneta non genera ricchezza reale. Altrimenti non si vede per quale motivo non si dovrebbe ricorrere a questo strumento sempre e comunque, evitando o per lo meno alleggerendo fortemente ogni sforzo produttivo.

Nel consueto sermone settimanale su Milano Finanza, Paolo Panerai conclude con questo P.S.:

"Gli italiani sono grandi sottoscrittori di fondi. Per loro dovrebbe intervenire la Bce, affiancando agli acquisti di titoli di Stato e di obbligazioni societarie anche quelli di fondi di investimento, che devono restituire ai sottoscrittori che lo richiedono di veder liquidata la loro quota, naturalmente al valore che il fondo ha in quel momento. In questo modo, anche i mercati borsistici potrebbero risorgere."

Suppongo che Panerai si riferisca ai fondi esclusivamente azionari, dato che quelli obbligazionari già beneficiano, seppure indirettamente, dell'effetto degli acquisti della Bce sui prezzi dei titoli in cui sono investiti.

E' tra l'altro vero che altre banche centrali, su tutte la Banca del Giappone, comprano ETF azionari da anni nell'ambito delle operazioni di politica monetaria.

Finora i fondi comuni e le sicav non hanno fatto un ricorso significativo alla sospensione dei rimborsi. Quindi gli investitori che ne fanno richiesta ottengono il rimborso al valore corrente nel giro di qualche giorno.

Per ora gli acquisti da parte della Bce non servirebbero, quindi, a dare indispensabile liquidità ai fondi, bensì a sorreggere i prezzi delle attività in cui sono investiti.

Ammesso che di resurrezione potesse parlarsi, sarebbe duratura? Evidentemente no, dato che il rialzo dei prezzi conseguenti alla monetizzazione è destinato a essere effimero non essendo dovuto a una effettiva migliore redditività prospettica dell'attività sottostante.

L'illusione della via monetaria alla soluzione dei problemi è però il più incurabile dei virus.

 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".

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