Scorie - L'istinto del tassatore democratico

Il PD nacque dalla fusione tra gli eredi del partito comunista e quelli della sinistra democristiana. Dal mio personale punto di vista, fu oggetto di quella fusione il peggio (se si considerano i partiti con un certo consenso) che la politica italiana abbia espresso, soprattutto a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso.

In entrambe le famiglie politiche di provenienza predomina una cultura dello statalismo e della redistribuzione che individua in chi cerca di guadagnarsi da vivere senza lo Stato un soggetto da guardare con sospetto e da punire per mezzo del fisco.

Non mi ha stupito, quindi, che quando ancora i provvedimenti da centinaia di miliardi annunciati dal governo sono sulla carta, sia scattato l'istinto tassatore dei nostri "democratici". Devo dire, però, che mi sarei aspettato almeno che la proposta di un contributo straordinario per l'emergenza Covid-19 arrivasse al termine del lockdown. Evidentemente sottovalutavo l'istinto tassatore di cui sopra.

Si tratterebbe di un nuovo balzello a carico di coloro che hanno redditi da 80mila euro in su. Gente che, solo di Irpef, già adesso paga ogni anno da 28mila euro in su. Ossia non meno di 2.300 euro al mese.

L'iniziativa del gruppo PD alla Camera, lanciata "in piena sintonia con il partito" ha messo in imbarazzo il segretario Zingaretti, che ha maldestramente cercato di dissociarsi.

Renzi, che fa opposizione da dentro la maggioranza, ha avuto gioco facile nel notare che tra i colpiti dal nuovo balzello ci sarebbero i medici, dei quali di giorno si loda l'eroismo, salvo poi fare propositi di mettere loro (ancora di più) le mani in tasca.

C'è poco da fare, ognuno è quello che è; nessuna emergenza cambia un tassatore in meglio (semmai lo cambia in peggio).

Ovviamente non ci si deve illudere che la mazzolata fiscale non arrivi, prima o poi. Lo Stato non produce ricchezza, per cui se elargisce risorse a qualcuno, è inevitabile che qualcun altro, oggi, domani o dopodomani, debba saldare il conto.

Questo va sempre tenuto presente mentre si ascolta il presidente del Consiglio annunciare a orario telegiornale provvedimenti da centinaia di miliardi.

 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".

Commenti

Post popolari in questo blog

Scorie - Come non sviluppare il mercato dei capitali

Scorie - Non esistono incentivi pubblici di mercato

Scorie - Acoltando Stiglitz si passerà da Volkswagen a Volksgeld