Scorie - Apostolo(s) di sventura
Commissione e soprattutto da quella autentica sciagura per gli (automobilisti) europei che porta il nome del socialista olandese Frans Timmermans.
Ma adesso, assicura Tzitzikostas, "l'Europa reagisce". E come?
"Il primo passo è stato un dialogo strategico tra i rappresentanti dell'industria e la Commissione europea. Mercoledì ho messo per iscritto tali discussioni e ho presentato un piano d'azione industriale per il settore automobilistico. Il piano definisce iniziative faro, a mio avviso rivoluzionarie, in cinque settori: innovazione e digitalizzazione, mobilità pulita, competitività e resilienza della catena di approvvigionamento, competenze e condizioni di parità."
Già a leggere la parola "piano" l'istinto mi ha spinto a portare una mano sui genitali.
Secondo il commissario, l'Europa "deve riconquistare la leadership nella transizione verso veicoli basati sull'IA, connessi e automatizzati. Le automobili senza conducente sono sinonimo di futuro, e il futuro non è più così lontano. Nessun Paese ha ancora disciplinato la circolazione di tali auto su strada. Dobbiamo agire tempestivamente. Uno dei maggiori punti di forza dell'Ue è il mercato unico, che ci consente di introdurre norme per la guida automatizzata nell'intero blocco. Lo faremo entro il 2026."
Posto che qualcuno potrebbe anche preferire continuare a guidare, possibilmente non un elettrodomestico dotato di ruote e su vetture in cui ci sia ancora differenza tra chi sta al volante e un passeggero, trovo tanto emblematico quanto avvilente che il primo pensiero di Tzitzikostas sia quello di "normare" la guida autonoma. Come sempre, gli altri innovano, mentre l'Europa pensa prima di tutto a regolamentare.
Immancabile poi la promessa di "un sostegno di 1 miliardo di euro tra investimenti pubblici e privati." I privati facciano quello che vogliono, ovviamente. Quanto al pubblico, non sarei tanto contento di contribuire con le mie tasse a finanziare investimenti su tecnologie che oltre tutto ritengo tutt'altro che necessarie per guidare.
Ma per Tzitzikostas "le case automobilistiche europee devono riconquistare la leadership a livello di tecnologia e di prodotti per i veicoli a emissioni zero, che rappresentano già il 15% delle vendite dell'Ue e che in futuro saranno predominanti."
Le parole "rappresentano già il 15%" riferito a elettriche e ibride sono ridicole, considerando che sono anni che si spingono con sovvenzioni a domanda e offerta.
E infatti Tzitzikostas riconosce che "la domanda è ferma". Quindi "stimoleremo la domanda a partire dai parchi veicoli aziendali". Sempre con i soldi dei pagatori di tasse presenti e futuri.
Altri soldi, 1,8 miliardi, a sostegno della produzione di batterie in Europa, quando il problema non è tanto e solo quello dei costi di produzione, bensì delle materie prime, che hanno una parte non irrilevante nella leadership cinese su questo fronte.
Tzitzikostas conclude solennemente:
"Prendere le decisioni giuste ora, cogliere le opportunità e affrontare in modo diretto le sfide contribuirà a garantire che il futuro del settore automobilistico europeo sia glorioso come il suo passato."
L'unico modo che avrebbe la Commissione europea di consentire al settore automobilistico europeo un futuro glorioso sarebbe togliere norme e vincoli. Invece di annunciarne altre come fa questo Apostolos (di nome e di fatto) di sventura.
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