Scorie - Il vero lato preoccupante delle elezioni USA

Nel lungo percorso di avvicinamento alle elezioni presidenziali statunitensi del prossimo novembre, gran parte del dibattito sui mezzi di informazione sulle due sponde dell'Atlantico riguardano le caratteristiche personali dei due probabili contendenti, ossia l'uscente Joe Biden e il suo predecessore Donald Trump.

Il primo non più tanto lucido (per usare un generoso eufemismo); il secondo convinto di essere un grande negoziatore (meglio non chiedere un parere ai tanti creditori che non ha pagato regolarmente nella sua carriera da immobiliarista), alle prese con diverse beghe giudiziarie e abituato a cambiare idea con una certa facilità.

Molta meno attenzione è dedicata al continuo deterioramento del bilancio federale, che purtroppo credo continuerà a prescindere dal vincitore. Nel caso vincesse Biden, continuerebbe ad applicare una versione di keynesismo non troppo dissimile da quello italiano in stile anni Ottanta del secolo scorso, fatto di aumenti di spesa e qua e là inasprimenti fiscali mirati ma in ogni caso in feriori agli aumenti di spesa.

Nel caso vincesse Trump, ci sarebbe forse un minore incremento di spesa (certamente le voci prevalenti cambierebbero), ma anche minori pretese fiscali.

In sostanza, cambierebbe la composizione del deficit, ma dubito cambierebbe la traiettoria, che secondo il Congressional Budget Office poterebbe il debito nei prossimi 10 anni a superare il 130% del Pil. Cifra che esclude la quota detenuta da altre pubbliche amministrazioni, Federal Reserve in primis.

E se tutte le previsioni sono da prendere con le molle, qui va sottolineato che il CBO ipotizza che non vi sia neppure un breve periodo di recessione nel corso del decennio, e che i provvedimenti espansivi temporanei non siano rinnovati a scadenza.

Dal mio punto di vista, è anche dubbio che se i due contendenti fossero sostituiti da altri candidati il risultato cambierebbe dal punto di vista della finanza pubblica. E questo dovrebbe essere l'aspetto davvero preoccupante, pur senza voler sminuire le deficienze (in senso lato) dei due anziani contendenti.

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