Scorie - (Ri)educazione a passo d'uomo (e a suon di multe)
Un ciclista ben allenato può viaggiare a velocità superiori a 30km orari anche per lunghi tratti. E non mi sto riferendo a tratti in discesa, dove per mantenere quella velocità occorre frenare.
Ciò nondimeno, i fautori delle "zone 30", come per esempio l'assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Marco Granelli, continuano a ripetere fino allo sfinimento che "servono a cambiare i comportamenti, non a fare cassa". Più o meno lo stesso mantra ripetuto dal sindaco di Bologna Matteo Lepore, Mr. Trenta per antonomasia. Uno signore che crede, probabilmente, di essere sindaco di Zermatt e non di Bologna.
Non manca poi l'osservazione che, dove sono introdotti limiti bassi e autovelox come funghi, si dimezza il numero di incidenti. Suppongo che se il limite fosse posto a 10km orari gli incidenti potrebbero scendere ulteriormente.
Ci sono però alcune cose che non convincono, almeno per quanto mi riguarda.
Per esempio, e lo dico senza mettere in discussione i numeri, bisognerebbe che il confronto non fosse fatto in termini assoluti, bensì tenendo conto del numero di veicoli in circolazione nei periodi di riferimento. Perché solo se quel numero fosse costante il confronto sarebbe pienamente sensato, a mio parere.
Per di più, lo stesso Granelli ricorda che, tra le cause di incidenti sulle strade urbane, "la prima, che pesa per il 16%, è il mancato rispetto dei semafori e delle precedenze, ossia delle regole agli incroci. La seconda è rappresentata dalle distrazioni, come guardare il telefonino mentre si guida, che scatenano il 13% degli incidenti. La terza è la velocità, causa diretta nell'8-9% dei casi, ma fattore cruciale da aggredire, perché cambia l'esito degli incidenti rispetto alle vittime e ai feriti. Se faccio un tamponamento o investo qualcuno a 50 chilometri orari su dieci persone se ne salvano due; se vado a 30 se ne salvano nove. Ecco perché il primo aspetto su cui lavorare è la velocità: ha conseguenze più gravi sulle persone."
Considerando che anche il mancato rispetto delle precedenze può essere frutto di distrazione, circa il 30% degli incidenti urbani potrebbe essere riconducibile ad automobilisti disattenti.
La velocità è quindi causa di incidente in meno di 10 casi su 100. Dubito che ridurre i limiti a 30km orari contribuisca a migliorare l'attenzione posta da chi guida. Semmai si potrebbe ipotizzare il contrario.
Anche l'affermazione secondo cui gli autovelox, spesso posti in punti non ben visibili se non all'ultimo istante, non servano per lo più per fare cassa, è poco credibile. Non s ispiegherebbe come mai, in tal caso, i bilanci preventivi dei comuni iscrivano entrate da multe come se fosse un obiettivo di vendita per un'azienda commerciale.
E lo dimostra ancora di più il fatto che la pericolosità di una determinata zona non è la stessa in tutte le condizioni meteo e, soprattutto, di traffico. Ma la multa scatta indiffetentemente a qualsiasi ora del giorno, anche se per quel tratto di strada a certe ore non passa praticamente nessuno.
In definitiva, sarebbe meglio che almeno ci fosse risparmiata la predica sui "cambiamenti di comportamenti", che è francamente indigeribile.
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