Scorie - Continua ad avere ragione Bastiat

Secondo Paolo Gualtieri, gli economisti hanno "identificato in recenti studi una precisa e statisticamente robusta relazione tra l'andamento di taluni indicatori dello stato di salute dell'economia e le opinioni degli elettori quali emergono dai sondaggi più accreditati."

Un recente studio "mette in relazione l'evoluzione dei giudizi delle principali agenzie di rating e le opinioni degli elettori e, sulla base di un insieme di dati molto ricco, giunge alla conclusione che le condizioni dei mercati finanziari e dell'economia influenzano le preferenze politiche dei cittadini e che questi ultimi puniscono i governi in carica quando il contesto economico è negativo e li premiano quando è positivo."

Partendo da queste premesse, il professor Gualtieri analizza il caso italiano, ricordando che i cittadini "sono divenuti più poveri e temono di impoverirsi ulteriormente: il Pil pro capite che all'inizio del millennio era di circa il 10% inferiore a quello medio dei Paesi dell'Europa occidentale, oggi è più basso di quasi il 30% e nel prossimo quinquennio il divario negativo è previsto aumentare sino a circa il 35%."

Finanze pubbliche in condizioni miserevoli vincolano la spesa per servizi pubblici, come la sanità, la cui qualità sta scadendo. Ovviamente il fatto che la popolazione stia invecchiando, con conseguente aumento della domanda di servizi sanitari, non aiuta.

Quindi gli elettori, di fronte alle difficoltà economiche, punirebbero i governanti in carica. 

"Se questa interpretazione è corretta allora la visione di fondo dei cittadini non è diversa da quella dei grandi investitori e delle istituzioni finanziarie, incluse le banche centrali: occorre, con uno spettro di medio-lungo termine, realizzare un progetto di risanamento dei conti pubblici e di rilancio della competitività del sistema economico italiano", scrive Gualtieri.

Come fare? Secondo Gualtieri occorre "adottare un approccio più netto e discontinuo rispetto al passato, abbandonando senza incertezze e in maniera totale le continue mediazioni che finiscono con l'imporre l'introduzione nella legge finanziaria di provvedimenti di spesa, prebende e utilità particolari che aggravano la debolezza finanziaria dello Stato e producono effetti economici di breve respiro quando non creano diseconomie più grandi degli iniziali benefici, come è stato per gli esagerati Bonus edilizi."

Il tutto aggiungendo "riforme istituzionali che generano effetti positivi misurabili e perciò certi sull'efficienza della macchina organizzativa dello Stato e di conseguenza sull'economia senza aumentare la complessità di un sistema che non eccelle per linearità e chiarezza dei processi."

Gualtieri conclude che i governanti "che saranno capaci di realizzare questo cambio di passo probabilmente ne trarranno anche un vantaggio elettorale evitando l'instabilità politica e il ricorso a esecutivi tecnici che hanno segnato quest'ultimo decennio: stando alle ricerche i cittadini sono assai più razionali di quanto credano gli esperti di politica."

Ecco, io ne dubito fortemente, perché la maggioranza di chi vota in Italia è sostanzialmente intossicata di statalismo, il che rende impraticabile, anche qualora qualcuno volesse provarci, ridurre la spesa per consentire poi una salutare riduzione della tassazione. In sostanza, il comportamento dell'elettore medio consiste nel chiedere riduzione di spese di cui beneficiano altri, preservando quelle da cui trae beneficio; nonché la contestuale riduzione delle tasse a proprio carico anche a costo di aumentare quelle a carico di altri.

Temo, quindi, che continui ad avere grande attualità e validità l'intuizione di Bastiat circa l'illusione di tutti quanti di poter vivere alle spalle degli altri. Ciò non può che premiare chi, chiedendo il voto, alimenta meglio questa illusione. Con inevitabile vantaggio per chi non sta governando. Il fatto che, una volta ottenuto il voto, il vincitore non riesca a materializzare l'illusione per inveitabili vincoli posti dalla realtà, fa calare il consenso. 

Ma, ahimè, non fa scemare l'illusione.

Scorie torna (se tutto va bene) il 23 ottobre.
 


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