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Visualizzazione dei post da maggio, 2023

Scorie - Sono le parole a essere inaccettabili?

Quando la sinistra è al governo, si indigna per ciò che dice ci sta all'opposizione. Quando la sinistra è all'opposizione, si indigna per ciò che dice chi sta al governo. In pratica si indigna sempre, ma con la differenza che, quando è all'opposizione, ciò è aggravato dalla astinenza dal potere. Ecco quindi le dichiarazioni indignate di Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd, in merito alle affermazioni di Giorgia Meloni di qualche giorno fa a un comizio in vista dei ballottaggi delle amministrative a Catania. " Definire le tasse pizzo di Stato è un'affermazione grave che legittima l'evasione e ancor più grave perché associa l'attività dello Stato a quella mafiosa. Parole inaccettabili ".  Guerra, che è anche professoressa di Scienza delle Finanze, di tasse se ne intende, tecnicamente parlando. Assimilare le tasse al pizzo può essere considerato inaccettabile in ottica statalista. Io mi limito a osservare che è poco credibile che un'affer

Scorie - ESG e la mano visibile dello Stato

Ci sono diversi modi di sostenere i meriti dell'approccio ESG agli investimenti, ma si dovrebbe avere il pudore di non affermare cose palesemente false. Per esempio che si tratti di uno sviluppo di mercato, dato che non è un fenomeno spontaneo, e con ogni probabilità sarebbe rimasto di nicchia se non vi fosse stata una costante spinta politica e legislativa a suo favore. Invece mi è capitato di leggere un articolo di Matthew A. Winkler su Bloomberg Opinion, nel quale l'autore scrive in merito alla lezione che la California avrebbe da insegnare a Florida e Texas in materia. Indubbiamente in Florida e Texas la politica è a sua volta anti ESG, al contrario che in California. D'altra parte in Texas è comprensibile che una crociata contro le fonti fossili non sia ben vista, mentre la parte "Social", che in alcune degenerazioni potrebbe essere sostituita da "Woke", è evidentemente più nelle corde dei progressisti californiani che in quelle dei texani o dei con

Scorie - Le buone(?) intenzioni di Giancarlo

Giancarlo Giorgetti, ministro dell'Economia, è spesso definito "prudente" nelle dichiarazioni in merito ai provvedimenti da assumere in tema di finanza pubblica. Indubbiamente ciò è vero se il termine di paragone è il segretario del suo partito nonché attuale ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, che parla invariabilmente di spesa pubblica da aumentare e tasse da tagliare contemporaneamente. Tuttavia l'approccio di Giorgetti a me pare più frutto di tattica che di convinzione. Ha capito meglio di altri che sparare idchiarazioni avventate è controproducente sia nei confronti dei partner e delle istituzioni europei, sia degli operatori dei mercati finanziari.  Ma se le regole di finanza pubblica restassero sospese a tempo indeterminato e non si manifestasse alcuna tensione sui titoli di Stato, dubito che avrebbe remore nel far correre la spesa. Prova ne sia che continua a insistere (credo senza reali possibilità di successo) per escludere le spese per un ampio v

Scorie - Carta di identità variabile

Da libertario sono convinto che fino a quando non viene aggredita la proprietà altrui, ognuno debba poter fare ciò che vuole e intrattenere i rapporti volontari che desidera. Curiosamente, chi si batte in nome della diversità e dell'inclusione non è poi altrattanto tollerante con chi la pensa diversamente, il che, unito alle imposizioni del politically correct estremo, mi genera una certa allergia. Allergia che cresce all'aumentare della lunghezza degli acronimi, a sua volta direttamente proporzionale alla intolleranza di chi in quegli acronimi si riconosce. Acronimi che, a forza di includere lettere, potrebbero finire per escludere le sole persone eterosessuali. Le quali suppongo che in larga maggioranza non abbiano in realtà alcuna avversione verso le preferenze delle persone contenute in detti acronimi, ma vorrebbero non essere tacciate di nefandezze per il solo fatto di non riconoscere alcun merito speciale nel far parte degli acronimi stessi. Quando, poi, ci si mette lo St

Scorie - Come valorizzare la natura?

Tempi difficili per chi si occupa di contabilità. Dal fornire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione aziendali in termini patrimoniali ed economici, si sta passando al dover considerare l'ampio e molto politicamente condizionato concetto di sostenibilità. Capita quindi di leggere articoli che invocano la necessità di una "contabilità che sappia dare voce alla Natura". Prendo spunto da un pezzo di Ariela Caglio del Dipartimento Accounting e direttore del Double Degree Essec dell'Università Bocconi, che comincia così: " Secondo il World Economic Forum (WEF), la Natura contribuisce a generare più della metà del Pil mondiale (44 trilioni di dollari) ." Si tratta sempre dello stesso consesso secondo il quale in futuro " non possederemo nulla e saremo felici ". Nel frattempo, loro possiedono molto più della media (e questo non sarebbe di per sé un male) e pretendono di sapere cosa è bene e male per tutti (e questo è indigeribile), spi

Scorie - Il sultano persevera

L'elaborazione di una teoria economica dovrebbe partire da uno o più assiomi autoevidenti, dai quali dedurre quali conseguenze discendono da deterinate decisioni e azioni. Le evidenze empiriche dovrebbero poi supportare quanto elaborato a livello teorico. Come è noto da diversi decenni prevale invece anche in economia il metodo induttivo, mutuato da scienze che osservano i fenomeni naturali, e che partendo dai dati cercano spiegazioni teoriche. In questo caso l'ampio utilizzo di dati e metodi quantitativi serva come punto di partenza perelaborare una teoria. Ovviamente poi i dati possono essere torturati per far dire loro cose che chi li elabora vuole sentirsi dire, e questo accade con una certa frequenza, soprattutto quando si vuole che la teoria vesta a pennello determinate idee politiche. Vi sono casi, però, in cui anche sotto tortura i dati non confessano ciò che il torturatore vuole sentirsi dire. Un esempio riguarda l'idea secondo la quale per combattere l'inflazi

Scorie - Peggio di un coccodrillo

Per diversi anni abbiamo sentito i banchieri centrali, soprattutto nel Vecchio continente, giustificare le azioni di politica monetaria ultraespansiva (come l'imposizione di tassi negativi e massicci acquisti di titoli di Stato a fronte di emissione di base monetaria) con l'esigenza di portare la crescita dei prezzi al consumo all'obiettivo del 2% annuo. I prezzi al consumo crescevano, stando agli indici ufficiali, al di sotto di tale soglia, e occorreva scongiurare la deflazione, ancorché nessuno, se non i grandi debitori, si lamentasse per una crescita dei prezzi troppo lenta. In particolare, non mi è mai capitato di sentire qualcuno lamentarsi se i prezzi di ciò che doveva acquistare fossero in linea o addirittura inferiori rispetto ai livelli dei mesi precedenti. Poi il dentifricio inflattivo è uscito dal tubetto e i banchieri centrali, dopo aver detto per diversi mesi che si trattava di un fenomeno temporaneo, hanno preso a elencare diverse cause, escludendo sempre le

Scorie - Abusivismo edilizio sugli alberi

Credo che le prospettive plumbee della penisola italiana siano rafforzate dalla grande frequenza con cui si leggono notizie di importanza minore, ma che fanno capire quanto il buon senso sia totalmente assente in certi pubblici amministratori e giudici. Il Tar di Genova ha di recente confermato la decisione di un sindaco di fare abbattere, in nome del contrasto all'abusivismo edilizio, una casetta in legno di 5 metri quadratiche un padre aveva costruito su un albero per i giochi del figlio. Il sindaco, equiparando la casetta a una costruzione utilizzata in modo stabile, ne ha disposto l'eliminazione. E il Tar, avvalorando la decisione del sindaco, ha confermato che sussistevano gli elementi per la demolizione, dato che sussisteva la precarietà strutturale, ma non quella funzionale, essendo la casetta idonea a soddisfare con continuità le esigenze per cui era stata costruita. Che poi erano i giochi del figlio della persona che avrebbe commesso abusivismo edilizio. D'altra pa

Scorie - Quale desertificazione?

In Italia pare ci sia un nuovo allarme: troppo pochi i dipendenti pubblici. Sarebbero 2,93 milioni quelli con contratto a tempo indeterminato, livello minimo dal 2001. A cui vanno sommati i circa 437mila con contratto a tempo determinato. Quando ho letto questa notizia, considerando che a Roma la densità di dipendenti pubblici è fisiologicamente superiore che altrove, mi è venuta spontanea una esclamazione romanesca: "esticazzi!". Non mi stupisce che quando i numeri e le analisi sono fatte nell'ambito di manifestazioni come il Forum Pa, i toni siano allarmistici. Suppongo lo sarebbero anche se fossimo nei decenni di assunzioni a frotte e pensionamenti di quarntenni, il cui lascito i pagatori di tasse sono destinati a sopportare ancora a lungo. Pare che il grosso del calo sia riconducibile ai comuni, che nel 2021 avevano il 28% di dipendenti in meno rispetto al 2007. E che spesso, tuttavia, hanno bilanci scassati. Il ministro per la Pa, Paolo Zangrillo, ha parlato di "

Scorie - Un tetto al debito per due

Si avvicina giugno, mese nel quale il Tesoro statunitense potrebbe non essere in grado di effettuare regolarmente tutti i pagamenti avendo raggiunto il limite massimo all'emissione di debito pubblico. Il tema, come ho commentato più volte, è ricorrente e anche abbastanza grottesco. Da un lato i democratici vorrebbero una loro totale eliminazione. Dall'altro, i repubblicani si oppongono e, controllando la Camera, si dicono disposti a innalzare il tetto solo a fronte di un programma pluriennale di riduzione della spesa pubblica. Una situazione prevedibile, così come si può prevedere, senza essere dei bambini prodigio, che il 24 dicembre su Italia 1 sia trasmesso il film "Una poltrona per due". Ovviamente Joe Biden e il ministro del Tesoro Janet Yellen lanciano grida di allarme per un evento che " devastante per l'America e per il mondo intero ". E in effetti non mancherebbero gli scossoni a livello finanziario in caso di sospensione temporanea dei pagament

Scorie - Meglio depositanti consapevoli o ignoranti?

Commentando i recenti fallimenti bancari statunitensi, Donato Masciandaro sottolinea, come altri, il ruolo della maggior circolazione delle informazioni e dell'operatività online come fattori di accelerazione delle corse agli sportelli, ormai connotate, appunto da fuoriuscite di denaro mediante bonifici disposti tramite app o piattaforme di home banking pouttosto che con le file agli sportelli per ritirare contante come avveniva nei decenni scorsi. Dopo aver giustamente criticato la decisione delle autorità americane di garantire anche i depositi oltre i 250mila dollari della Silicon Valley Bank, Masciandaro sottolinea che " nel giro di poche ore, telegrafici giudizi e sensazioni individuali, amplificate dalle reti digitali, sono diventate un fenomeno collettivo, con relativa emorragia dei depositi della Svb, provocando una crisi aziendale irreversibile ". Scrive poi che " i servizi bancari sono fiduciari, e a sua volta la fiducia è basata sulle informazioni, e sulla

Scorie - L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro altrui

Non mi stancherò mai di ripetere quanto sia attuale la definizione di Stato coniata da Frederic Bastiat: "la grande illusione attraverso la quale tutti cercano di vivere alle spalle degli altri". Illusione che si concretizza con la costante ricerca di ottenere sussidi statali, che non possono che essere pagati da qualcun altro. Penso che si dovrebbe integrare l'articolo 1 della Costituzione, specificando che "l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro altrui." La cronaca offre in continuazione esempi di questa affannosa ricerca di ottenere qualcosa gratuitamente o a prezzi calmierati, in nome di diritti che spuntano da nulla come funghi in un bosco dopo la pioggia. Da ultimo ci si sono messi gli studenti fuori sede, che hanno preso a piantare tende lamentando il caro affitti nelle principali città italiane, al grido di " studio, casa e reddito ". Di questo passo non mi meraviglierei se prossimamente fosse richiesta la paghetta di Sta

Scorie - Abuso del diritto o abuso di potere?

In contesti orwellini, capita non di rado che, contestando l'abuso del diritto, la (in)giustizia tributaria fornisca esempi di abuso di potere nei confronti dei pagatori di tasse. Mi fornisce uno spunto in tal senso una recente sentenza della Corte di giustizia tributaria di Bologna, che ha contestato per l'appunto l'abuso del diritto a una società di autonoleggio che aveva trasferito la sede a Trento pur continuando a operare di fatto nei dintorni di Bologna. Da circa un decennio, per effetto del federalismo fiscale, l'imposta di bollo e l'imposta provinciale di trascrizione non sono allo stesso livello in tutta Italia. Nel caso specifico, pagare a Bologna costa circa il 25% in più rispetto a farlo a Trento. Posto che non mi è affatto chiaro quali migliori o più estesi servizi giustifichino le maggiori richieste emiliane, non ci vedo nulla di abusivo nel trasferire la sede dove l'ente locale è meno esoso.  Pur prescindendo dalle argomentazioni libertarie verso

Scorie - Malinvestimenti

Negli anni di politiche monetarie ultraespansive, la distorsione al ribasso dei tassi di interesse ha prodotto diversi danni. Chi ha una conoscenza anche superficiale della teoria economica austriaca sa che uno di tali danni consiste nell'accumulazione di quelli che Mises definiva "malinvestimenti", che in termini finanziari consistono in investimenti il cui valore attuale netto ex ante risulta superiore a quanto sarebbe in assenza di distorsioni al ribasso sui tassi di interesse. Questo perché tanto più basso è il tasso di interesse utilizzato per scontare i flussi di cassa prospettici, tanto più alto è il loro valore attuale. E, nel caso per esempio di investimenti azionari, tanto più alti finiscono per essere gli stessi flussi prospettici da scontare. Quando la politica monetaria, per contrastare il rigonfiamento dei prezzi, soprattutto se passa dal settore finanziario al carrello della spesa, inizia a rimuovere gli stimoli monetari, la risalita dei tassi di interesse

Scorie - ESG: enviromental Socialist Governance

Nel progressivo aumento del dirigismo europeo nell'ambito della finanza cosiddetta sostenibile, con l'acronimo ESG (Enviromental, Social, Governance) che è diventato una sorta di trinità di questo fanatismo socialisteggiante, è in corso una consultazione avviata dalle autorità di vigilanza europea su impulso della Commissione europea per aumentare le informazioni che i fondi di investimento dovranno fornire. Nell'ambito della "S" dovranno essere rese note informazioni quantitative circa l'ammontare di utili che le imprese (con ricavi per almeno 750 milioni a livello di bilancio consolidato nei due anni precedenti) i cui titoli sono oggetto di investimento del fondo realizzano in Paesi considerati non cooperativi ai fini fiscali dalla Commissione Ue. E, guarda caso, maggiori saranno gli utili prodotti nei cosiddetti paradisi fiscali, meno Social, quindi meno sostenibile, sarà considerato l'investimento. E' evidente la logica sottostante: le tasse finanz

Scorie - I soliti sogni dei keynesiani nostrani

Commentando, come fanno in tanti, la proposta di revisione del Patto di stabilità e crescita, Mario Baldassarri ricorda come furono fissati i limiti di 3% di deficit e 60% di debito in rapporto al Pil. "All'epoca in Europa la media del rapporto debito/Pil era al 60 per cento. La futura Banca centrale avrebbe avuto il compito di tenere l'inflazione al 2 per cento. La crescita strutturale di lungo termine fu prevista al 3 per cento. Pertanto, il Pil nominale fu previsto crescere al 5% all'anno. Da qui fu derivato il tetto al deficit pubblico totale al 3 per cento. Infatti, per mantenere fermo al 60% il rapporto debito/Pil, con un Pil nominale che cresce al 5% basta garantire che il deficit sia al 3% del Pil (il 5% del 60% fa 3%)." Secondo Baldassarri, il problema è che non si fece una distinzione tra deficit dovuto a spesa corrente o a spesa per investimenti. Posto che non sono un fan del moltiplicatore keynesiano con cui soprattutto a sud delle Alpi si ipotizzano p

Scorie - Quale emancipazione?

Quando lessi il classico di Hans-Hermann Hoppe "Democrazia, il dio che ha fallito", non ne condivisi tutte le tesi, ma certamente, da libertario, non ho mai considerato divina la democrazia, e neppure il minore dei mali. L'alternativa ovviamente non sono dittature di vario orientamento ideologico. Ma la democrazia non è altro che una dittatura annacquata. Il titolo del libro di Hoppe mi è sempre sembrato geniale. Per un credente, la divinità è infallibile per definizione, per cui un dio che fallisce rappresenta un ossimoro. In altri termini, un dio che fallisce non può essere realmente un dio. E che la democrazia abbia ripetutamente fallito dovrebbe essere fuori discussione. Per di più, l'idea moderna di potere al popolo rappresentata dal suffragio universale è poi svuotata in modo più o meno sostanziale, con un governo di gruppi ristretti di persone che pretendono di sapere cosa sia bene per tutti quanti. Perché tutti si suppone siano capaci di intendere e di volere

Scorie - Arrivano i supereroi del Pnrr?

Capita con una certa regolarità di imbattersi in articoli che mettono in luce le carenze del personale della pubblica amministrazione. Solitamente il depauperamento delle competenze dei dipendenti pubblici è attribuito a lunghi anni di bolcco del turn over dovuto a esigenze di tamponamento dei buchi di bilancio. Il problema è che adesso mancano le professionalità necessarie a implementare i progetti del Pnrr, o anche solo a controllare l'operato dei privati vincitori di gare d'appalto. Si invoca quindi, coma fa il magistrato della Corte dei conti Luigi Caso, l'opportunità di " tornare al modello di pubblici dipendenti concepito dai Padri costituenti. Un corpo scelto, cui si accede solo per ragioni meritocratiche (articolo 97 della Costituzione) e le cui "regole di ingaggio" vanno oltre la mera percezione di uno stipendio, ma implicano il rispetto di valori etici, quali «disciplina ed onore» (articolo 54 della Costituzione). Del resto, l'investimento in un

Scorie - (re)distribuzione

Alla vigilia del 1° maggio il presidente della Repubblica, in visita ad alcune imprese nel reggiano, ha detto, tra le altre cose: " Il lavoro è indice di dignità e si deve affermare con forza il carattere del lavoro come primo, elementare, modo costruttivo di redistribuzione del reddito prodotto ." Posso supporre che a Mattarella sia cara la funzione redistributrice, ma quella è tipicamente svolta dallo Stato mediante il fisco. Il lavoro, in senso lato, è presupposto per gli scambi che generano reddito. Quello dipendente, che suppongo fosse la parte di lavoro a cui si riferiva Mattarella, è remunerato generalmente in modo indipendente dal reddito prodotto dall'impresa, salvo meccanismo di partecipazione non molto diffusi. Va da sé, peraltro, che se l'impresa non produce utili, prima o poi non sarà neppure in grado di remunerare il lavoro dipendente. Tuttavia nei rapporti tra datore di lavoro e lavoratore dipendente ha senso al più parlare di distribuzione del reddito

Scorie - Il calo demografico incombe, quindi occorre dare la pillola gratis

Non passa giorno, ormai, senza che spunti un nuovo diritto creato dal nulla, con annessa illusione di gratuità. L'altra faccia della medaglia è che l'esercizio di tale diritto da parte di chi ne diventa titolare comporta un obbligo, il più delle volte sotto forma di tassazione in senso lato, da parte dei non aventi diritto. Perché di gratis non c'è nulla che non sia illimitato in natura. Da ultimo il Comitato prezzi e rimborsi (Cpr) dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha stabilito che la pillola anticoncezionale dovrà essere gratuita per tutte le donne. Questo nuovo "diritto" dovrebbe avere un costo a carico dello Stato, ossia dei pagatori di tasse, di 140 milioni l'anno. Parlando di questi provvedimenti, Giovanna Scroccaro, presidente del Cpr, ha precisato che hanno " voluto portarli a termine prima della scadenza ", prevista per l'estate. La maggioranza di governo era infatti contraria, mentre tutti i sinistrorsi hanno plaudito all'

Scorie - Socialista è chi il socialista fa

Finanziare mille miliardi di spesa pubblica senza realmente avere intenzione di ridurne alcuna voce in modo strutturale costringe qualsiasi governo a cercare soldi. E allora il ministro di turno, a prescindere dal fatto che si dichiari socialista o meno, fa cose da socialista. Generalmente aumenta le tasse. Ma se in campagna elettorale ha promesso il contrario, allora inventa balzelli che colpiscono solo una platea limitata e magari che goda di cattiva stampa. Le tassazioni sui cosiddetti extra profitti nascono così. Prima è stata la volta delle società che lavorano nel settore dell'energia. Ma il turno per le banche era solo rimandato. In Spagna il governo lo ha già fatto, ma per lo meno non si vergogna (anzi!) di dirsi socialista. In Italia per ora non c'è nulla di concreto, ma il ministro dell'Economia Giorgetti, che fra qualche mese dovrà trovare risorse (non solo nuovo deficit) per finanziare il taglio del cuneo per il 2024 e altre iniziative che riducono il gettito o

Scorie - La crisi che (non) era alle spalle

Al passaggio del mese tra aprile e maggio, anche First Republic Bank ha dovuto passare sotto il controllo della Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC). Le sue attività e passività saranno poi rilevate da JP Morgan. Anche First Republic (una banca da circa 230 miliardi di dollari nominali di attivo), come già Silicon Valley Bank, Signature e Silvergate, ha subito una emorragia di depositi da inizio anno, e neppure i prestiti di emergenza della Fed e quelli di un pool di banche guidati dalla stessa JP Morgan sono stati sufficienti a fermare i deflussi. First Republic, come già SVB, aveva un attivo con poco rischio di credito, peraltro composto in prevalenza da mutui, a differenza di SVB che aveva oltre la metà dell'attivo in titoli. Tuttavia i mutui First Republic li aveva concessi per lo più a clienti facoltosi, senza piano di ammortamento e a tassi fissi molto inferiori a quelli attuali. Anche in questo caso, poi, vi era stata una notevole trasformazione di scadenze, con il p