Scorie - Sulle CBDC e le società cashless

Come è noto, diverse banche centrali stanno lavorando da tempo all'introduzione di monete digitali di propria emissione (CBDC). I progetti sono a diversi stadi di avanzamento, con la Cina a fare da apripista.

Proprio l'esperimento cinese dovrebbe rendere evidenti gli scenari distopici che possono accompagnare l'introduzione delle CBDC, soprattutto se associata all'eliminazione del contante. Che oggi ufficialmente non è nei piani delle banche centrali, ma che potrebbe esserlo un domani. D'altra parte, ipotizzare fin da subito l'eliminazione del contante renderebbe più difficile guadagnare la fiducia del pubblico.

Leggendo un recente intervento di Agustin Carstens, direttore generale della Banca dei Regolamenti Internazionali, ho tratto alcuni spunti interessanti proprio in tema di CBDC.

Innanzitutto Carstens afferma quello che dovrebbe essere noto a chiunque abbia qualche conoscenza della materia monetaria, ossia che "è chiaro che le CBDC e i depositi tokenizzati non rappresentano nuovi tipi di moneta. Replicano le forme di moneta esistenti in un modo tecnologicamente superiore."

Ne consegue che se le monete alternative sono nate per sopperire al problema della manipolazione monetaria da parte delle banche centrali, le CBDC non sono una alternativa di tali nuove monete. Le quali, per inciso, spesso sono perfino peggio di quelle fiat emesse dalle banche centrali. 

In un passaggio successivo, però, Carstens afferma che utilizzando un registro contabile uificato, sarebbe possibile "creare conoscenze comuni e affidabili in modo sicuro e tutelando la privacy."

Qui mi pare evidente che secondo Carstens le banche centrali stesse non possano violare la privacy degli utilizzatori delle CBDC. Il fatto è che le banche centrali sono soggette a leggi e che chi emana tali leggi potrebbe avere interesse a violare la privacy. La quale già oggi, di fatto, non esiste se a richiedere i dati è lo Stato.

In Cina la CBDC è, neppure troppo velatamente, uno strumento di (ulteriore) controllo su ciò che le persone fanno (o non fanno) e il passaggio siccessivo, ossia bloccare i conti di chi non si "comporta bene", è dietro l'angolo.

Uno può sostenere che nelle democrazie occidentali non avverrebbe, ma sarebbe un atto di fede a mio parere malriposta, soprattutto alla luce delle limitazioni alla libertà poste in essere per decreto negli anni scorsi in nome della tutela della salute pubblica (altro concetto discutibile).

Carstens dedica poi un passaggio alle stablecoins, sottolineando che "ciò che dà sostegno alle monete fiat non è l'applicazione di nuove tecnologie, ma tutti gli accordi istituzionali e le convenzioni sociali dietro di esse."

Il che è almeno in parte vero. Non va tuttavia dimenticato che l'introduzione delle monete pienamente fiat fu imposta per via legislativa, tra l'altro obbligando i privati a pagare le tasse e a non poter rifiutare di ricevere pagamenti con quelle monete.

E tuttavia l'alternativa alle CBDC non credo potrebbero essere le stablecoins, che hanno fin qui dimostrato di essere peggio delle monete fiat contro cui dovrebbero scambiare alla pari, dato che sono state sovente emesse in regime di riserva frazionaria e con riserve di qualità non sempre eccelsa.

L'alternativa sarebbero monete non riproducibili a piacere dall'emittente e con un potere d'acquisto stabile. Come è stato l'oro per secoli. Per ora non c'è ancora nulla del genere. Bitcoin ha la prima delle due caratteristiche, ma non la seconda. Se crescerà il suo uso come mezzo di scambio e non come strumento di trading, potrebbe diventarlo.

Credo però che le stablecoins, per come emesse finora, non siano meglio delle monete fiat. Spesso, come accennato, sono peggio. Quanto alle CBDC, sono effettivamente "forme di moneta esistenti in un modo tecnologicamente superiore". E anche potenzialmente più pericolose per la proprietà privata, se associate allo scenario distopico di società cashless. Oltre al controllo in stile cinese, si pensi all'applicazione senza limiti di tassi di interesse negativi.

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