Scorie - Nessun aiuto allo Stato è gratis
Alcuni ministri del governo Meloni sono da tempo impegnati a fare i "piazzisti" del debito pubblico nazionale. Paradossalmente il più pudico in tale esercizio è il titolare dell'Economia, Goancarlo Giorgetti.
Nei giorni scorsi, per esempio, Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha invitato le assicurazioni italiane, in occasione dell'Insurance Summit 2023 oraganizzato dal Sole 24 Ore, ad aumentare la (già non trascurabile) allocazione dei portafogli delle polizze vita in BTP e simili.
"Il sostegno del sistema assicurativo al debito pubblico in Italia è più importante di quanto accada in altri Paesi e lo sarà ancora di più nei prossimi due anni... Invito il sistema assicurativo a continuare a fare, e se è possibile a incrementare, la loro azione."
I capi azienda delle principali compagnie italiane, presenti all'evento, hanno risposto, più o meno all'unisono, che vorrebbero, ma non possono, perché le norme vigenti impongono che il portafoglio sia (adeguatamente) diversificato.
Puntuale, peraltro, la richiesta, neppure troppo implicita, di una contropartita, mediante l'estensione delle fattispecie di assicurazione obbligatoria a carico di imprese e persone fisiche.
Ha affermato, per esempio, la presidente dell'associazione di categoria (Ania) Maria Bianca Farina:
"Sono anni che noi facciamo presente l'urgenza di affrontare questo tema in una logica ex ante e non in una logica ex post di emergenza e non strutturata. Finalmente l'articolo 24 della legge di Bilancio definisce un sistema di copertura di questi danni per le immobilizzazioni materiali delle imprese. Ci auguriamo che sia seguito anche da una misura per le abitazioni delle persone."
Espressione evidente di quello che viene definito partenariato tra pubblico e privato, ma che andrebbe ascritto alla voce "corporativismo".
Che imprese e persone fisiche siano relativamente poco assicurati in Italia è vero. Peraltro la pesantezza della tassazione giustifica in parte la situazione, dato che chi paga lo Stato vorrebbe poi ricevere servizi in cambio, comprese la copertura di certi rischi. E finisce per spiegare anche quella quota di "moral hazard" da parte di chi non si assicura e neppure paga le tasse.
A mio parere, però, la soluzione non consiste nel rendere obbligatorio assicurarsi (con atteggiamento ancora più paternalistico di quello già in essere), bensì nel ridurre il peso (anche fiscale) dello Stato responsabilizzando i privati. Libertà e responsabilità individuale, infatti, non devono essere disgiunte.
Invece temo che andremo avanti con il do ut des tra Stato e (in questo caso) assicurazioni. E il pagatore di tasse non vedrà dimiunire il carico fiscale, mentre spenderà di più a fronte dei crescenti obblighi assicurativi. Non una gran bella prospettiva.
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