Scorie - Estorsione, non condivisione
Intervenendo a un convegno in tema di rapporto tra Chiesa e cultura d'impresa, il cardinale Mauro Gambetti ha affermato, tra le altre cose:
"Le tasse, che devono essere giuste ed eque, devono essere pagate, è una forma di condivisione della ricchezza. Il patto fiscale è il cuore del patto sociale."
Gambetti non ha certo detto nulla di nuovo, ma in una sola frase ci sono diverse cose non condivisibili.
In primo luogo, come si fa a stabilire quando le tasse sono eque e giuste? Pare evidente che si tratti di concetti soggettivi, anche per chi non individui nella tassazione una violazione del principio di non aggressione, ossia qualcosa di inevitabilmente iniquo e ingiusto.
Secondo Gambetti le tasse sono una forma di condivisione della ricchezza. Indubbiamente una parte più o meno consistente della ricchezza del pagatore di tasse è condivisa, volente o nolente, con i beneficiari della redistribuzione.
Ma non c'è alcuna volontarietà in questa condivisione. Anche chi, per ipotesi, fosse lieto di pagare le tasse, in realtà non avrebbe alternativa, se un domani cambiasse idea. Sarebbe costretto a farlo, esponendosi in caso contrario a sanzioni.
La condivisione a mezzo tassazione è quindi concettualmente simile alla condivisione a mezzo estorsione. Per di più, al pagatore di tasse non è consentito, al meno con riferimento all'importo delle tasse, condividere quella ricchezza con chi desideri.
Per questo affermare che il patto fiscale è il cuore del patto sociale equivale a pensare a un patto sociale basato sulla minaccia dell'uso della forza per indurre ad aderire al patto stesso e alle oblbigazioni che da esso derivano.
Quanto di più lontano dovrebbe esserci da un vero patto e anche, a mio parere, da quello che dovrebbe essere il messaggio cristiano.
Commenti
Posta un commento