Scorie - Tafazzismo a batteria
Secondo Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, per migliorare la sostenibilità ambientale andrebbe stimolato l'uso del trasporto pubblico.
"È necessario stimolare l'uso del trasporto pubblico, ancora molto basso soprattutto nel Mezzogiorno e nelle aree suburbane e periurbane dove la qualità del servizio è insoddisfacente e c'è una maggiore propensione a ricorrere all'auto privata."
Giovannini ha poi snocciolato le cifre del Pnrr, del Piano Complementare, della Legge di Bilancio 2022 e del Fondo Sviluppo e Coesione 21-27, con oltre 3.8 miliardi di spesa previsti a potenziamento delle infrastrutture e del trasporto pubblico.
Quando si parla di società di trasporto pubblico locale, quelle che presentano bilanci decenti sono mosche bianche. Se, soprattutto fuori dai centri delle principali città, molte persone preferiscono utilizzare mezzi di trasporto propri, è effettivamente per la qualità e la quantità insoddisfacente del servizio.
D'altra parte, aumentare la quantità comporterebbe con ogni probabilità un aumento di costi superiore a quello dei ricavi, con conseguente aumento del conto finale per i pagatori di tasse, che sono sempre, in ultima analisi, coloro che tappano gli squilibri economici delle società pubbliche.
Da diverso tempo parlare di trasporti comporta inevitabilmente parlare di incentivi. Per i talebani della transizione ecologica non esiste la neutralità tecnologica, avendo decretato che il futuro può essere solo fatto di elettrodomestici con le ruote.
Il problema è che gli elettrodomestici con le ruote hanno costi di produzione superiori a quelli di mezzi con motore endotermico e sono poco adatti a chi di strada ne deve fare parecchia tutti i giorni. Il che contribuisce a mantenere la domanda insufficiente, spesso anche con gli incentivi.
Dato poi che gli incentivi sono a carico dei pagatori di tasse, la loro sostenibilità (che non equivale a giustificabilità) tende inevitabilmente a diminuire all'aumentare della platea di beneficiari.
Per di più, in un periodo in cui si cerca di ridurre la dipendenza dalla Russia per le forniture di gas, si dovrebbe riflettere su ciò che comporta l'elettrificazione forzata, dato che le materie prime necessarie per produrre le batterie sono situate per lo più in Paesi non democratici, Cina in primis.
Il tafazzismo, nel Vecchio continente e a sud delle Alpi, sembra non avere limiti.
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