Scorie - Previsioni errate? Colpa del mercato

Nel corso del 2021, mentre continuavano a condurre una politica monetaria inflattiva, le banche centrali rassicuravano sulla transitorietà dell'aumento dei prezzi al consumo, dopo che per anni gli aumenti si erano verificati per lo più su asset finanziari, immobili e materie prime.

Con la normalizzazione post-lockdown sarebbero gradualmente venuti meno i colli di bottiglia dal lato dell'offerta, quindi sarebbe rallentato l'aumento dei prezzi. Poi è arrivata l'invasione russa dell'Ucraina a scombussolare tutto. Questa, alnmeno, è la versione sostenuta dalle banche centrali e dagli analisti maistream.

Come far fronte a errori di previsione così consistenti? Come sempre accade in questi casi, ossia con un bel report in cui si finisce per spostare la responsabilità dell'errore su altri soggetti.

Ed ecco quindi uno studio inserito all'interno dell'ultimo Bollettino economico della BCE, nel quale si riconosce che l'errore delle proiezioni elaborate a dicembre 2021 (oltre 2 punti percentuali) è il più significativo dal 1998.

La colpa, par di cpaire, sarebbe delle informazioni implicite nei prezzi dei futures e nelle previsioni di analisti privati. 

"Nelle proiezioni elaborate dagli esperti dell'Eurosistema e della Bce, le ipotesi sui prezzi delle materie prime energetiche sono definite partendo dai contratti future basati sul mercato, in virtù di una prassi condivisa da banche centrali e istituzioni internazionali."

Non può poi mancare la parte del "mal comune mezzo gaudio", dato che errori simili sono stati fatti anche da altri previsori ufficiali, come Ocse, Commissione Ue, Fed e Bank of England.

Né la sezione "mettiamo le mani avanti":

"L'attuale contesto caratterizzato da volatilità dei prezzi delle materie prime energetiche, in combinazione con l'incertezza causata dalla guerra in Ucraina e con gli effetti delle riaperture dopo la revoca delle restrizioni dovute alla pandemia, è tale per cui, nel breve periodo, prevedere gli andamenti dell'inflazione continuerà probabilmente a essere un compito molto difficile."

Il problema non è tanto nell'errore delle previsioni, che è inevitabile a meno che non si sia dotati di onniscienza e preveggenza. E indubbiamente ci sono periodi caratterizzati da maggiore incertezza di altri.

Ma, proprio per questo, sarebbe meglio evitare di intervenire e distorcere il mercato basandosi su una conoscenza del futuro (e anche del presente) necessariamente carente.

Qui, però, non solo si sostiene di essere stati sviati dalle erronee aspettative degli operatori di mercato (che, a loro volta, sono influenzate anche dalla politica monetaria), ma non si sente l'esigenza di riconsiderare l'operatività stessa della politica monetaria.

Il peggio, quindi, potrebbe non essere alle spalle. 

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