Scorie - Incapace o ballista?

In viaggio (elettorale) per l'Italia con una iniziativa itinerante dal titolo "L'Italia che vogliamo, ascoltiamo il Paese, lavoriamo per ripartire", Matteo Salvini, tra le altre cose, ha avuto parole critiche per il Reddito di cittadinanza.

"Il reddito lo avevamo concepito come sostegno temporaneo a chi non poteva lavorare, non a chi non vuole lavorare."

Nell'occasione Salvini stava criticando l'estensione ai percettori del Rdc del bonus energia. Estensione che, tra l'altro, sarà di fatto finanziata riducendo il bonus per i titolari di partita Iva (che dovrebbero rapresentare un target elettorale della Lega).

Il Rdc fu introdotto nel 2018, ai tempi del governo giallo-verde, essendo un cavallo di battaglia del M5S, azionista di maggioranza di quel governo.

La Lega ne era stata critica in campagna elettorale, ma nel classico mercanteggiamento politico deglutì questo boccone assistenziale, sforzandosi, senza apparire troppo convincente, di evidenziarne dei lati positivi.

In realtà che il Rdc avrebbe incentivato l'inattività o il lavoro in nero era chiaro fin da allora, non da ultimo per via dell'importo decisamente troppo elevato per essere un sissidio, soprattutto in considerazione del costo della vita in alcune aree del Paese.

In altri termini, fu proprio il modo in cui fu concepito a rendere inevitabile ciò che poi è accaduto, anche al netto delle frodi. Quanto alla temporaneità della misura, meglio stendere un velo pietoso, in un Paese in cui ogni competizione elettorale è basata sulla promessa di mance a questo o quel gruppo da parte di coloro che chiedono di essere votati.

I casi, quindi, sono due: o Salvini e colleghi sono stati incapaci di prevedere ciò che era inevitabile, oppure hanno raccontato balle tanto allora quanto oggi.

Agli elettori leghisti la scelta.


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