Scorie - Metodo e principio

Se c'è una cosa che contraddistingue i libertari è l'applicazione rigorosa del principio di non aggressione. Nessuno può utilizzare la violenza o minacciare di usarla se non come reazione a una aggressione precedentemente subita alla sua persona o ai beni legittimamente di sua proprietà.

L'applicazione del principio di non aggressione segue criteri oggettivi, non essendo previste eccezioni in funzione del soggetto aggressore. Per fare un esempio, il furto e l'estorsione sono violazioni del principio di non aggressione da chiunque compiuti.

Di fronte alla consegna di una somma di denaro sotto minaccia dell'uso della violenza, il libertario non fa distinzione tra un rapinatore e l'esattore delle tasse.

Come ebbe a scrivere oltre settanta anni orsono il grande individualista Frank Chodorov:

"Quale sanzione, quale morale, adduce lo Stato per la pretesa sulla proprietà privata? Il suo esercizio della sovranità è una giustificazione sufficiente? Su questa questione di moralità ci sono due posizioni che non si incontreranno mai. Chi sostiene che le istituzioni politiche derivano dalla "natura dell'uomo", godendo così di mandato divino, o chi dichiara lo Stato la chiave di volta delle integrazioni sociali, non può contrastare la tassazione di per sé; la presa di proprietà da parte dello Stato è giustificata dal suo essere o dal suo utile agire. D'altra parte, coloro che sostengono il primato dell'individuo, la cui stessa esistenza è inscindibile dalla sua pretesa di diritti inalienabili, propendono per la posizione che nella riscossione coattiva delle tasse lo Stato non fa che esercitare il potere, senza riguardo alla morale."

Ho ripensato a questa fondamentale distinzione leggendo una anticipazione del nuovo libro di Matteo Renzi pubblicata sul Sole 24 Ore, nel quale l'autore lamenta il fatto che sia stato violato il segreto bancario pubblicando i movimenti del suo conto corrente.

Scrive Renzi:

"Credo di essere l'unico politico italiano di cui è stato reso pubblico ogni movimento bancario. Attenzione: non sto qui lamentandomi di un'indagine che cercando il presunto finanziamento illecito alla politica scartabelli tra un documento e l'altro i vari bonifici alla fondazione. Questo è lecito e doveroso, se i Pm credono di avere in mano indizi sufficienti a seguire un'indagine. Dico una cosa diversa. Quando ho comprato casa i miei bonifici personali – del tutto leciti e legittimi – sono stati resi pubblici. Quando ho ricevuto compensi per le mie attività professionali – lecite e legittime – le fatture sono state rese pubbliche. Quando ho fatto un giroconto da un conto intestato a me a un altro conto sempre intestato a me, l'operazione più semplice della storia bancaria, si è utilizzata questa operazione per l'ennesima fuga di notizie e violazione del segreto bancario. La verità è che sono l'unico politico italiano di cui è stato sviscerato l'estratto conto con tutti i movimenti bancari. E non perché sono accusato di aver intascato dei soldi. Ma semplicemente per darlo ai media, cosa che avviene sistematicamente con violazione del segreto bancario e dell'articolo 68 della Costituzione. L'hanno fatto per dire che guadagno tanto, forse troppo ai loro occhi. E così facendo possono creare un sentimento di invidia sociale, di odio nei miei confronti. Ma anche per dare un alert a chi intende offrirmi collaborazioni o chiamarmi per conferenze: chi si avvicina a Renzi deve subire immediatamente la gogna mediatica."

Dopo questo sfogo, Renzi aggiunge:

"C'è un motivo per cui la legge difende il segreto bancario? Sì. È un motivo semplice: si chiama libertà. Se io posso sapere, registrare, pubblicare e naturalmente curiosare negli estratti conto dei cittadini, sto controllando la vita altrui in modo pervasivo e brutale. Chi ha visto il magnifico film Le vite degli altri, ambientato nella ddr, sa a cosa mi riferisco. Ma lì c'era una dittatura, noi siamo una democrazia. E allora diciamolo con forza. È mai possibile che un cittadino veda pubblicati sul giornale tutti i movimenti del proprio conto corrente? No. È una violazione bella e buona di una legge, quella sul segreto bancario. Non serve essere laureati in giurisprudenza per sapere che il segreto bancario è un cardine del sistema liberale: impedire allo stato di entrare nella tua vita, se non in presenza di circostanze speciali e ben determinate."

In questa ultima frase sta tutta la insostenibilità di una posizione sostanzialmente liberale come quella espressa da Renzi.

Chi è, infatti a stabilire quali sono le circostanze speciali e ben determinate? Lo Stato.

Tra l'altro, lo Stato ha a disposizione tutte quelle informazioni da almeno un decennio, avendo obbligato banche e intermediari finanziari a comunicare all'agenzia delle Entrate i dati anagrafici, i saldi e i movimenti di ogni rapporto dei propri clienti.

Se si ammette il diritto dello Stato a fare tutto questo, si deve riconoscere che la proprietà privata diventa una mera concessione dello Stato al legittimo proprietario.

Anche questo aveva lucidamente scritto Chodorov, contestando le imposte, e nello specifico le imposte dirette:

"L'imposta diretta proclama audacemente e senza vergogna il diritto prioritario dello Stato su ogni proprietà. La proprietà privata diventa una concessione temporanea e revocabile."

La differenza tra la DDR e una democrazia liberale è molto più nel metodo che nel principio che ispira l'azione dello Stato.


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