Scorie - Monte dei Paschi di Serenità

Tra i tanti interventi di politici di ogni schieramento sulla ipotesi di cessione (di parte) del Monte dei Paschi di Siena (controllato dal Tesoro a seguito di salvataggio nel 2017) a Unicredit, riporto un passaggio di quello di Davide Zanichelli del M5S.

Secondo Zanichelli, il ministro dell'Economia "avrebbe dovuto dapprima raccogliere gli indirizzi politici, dato che il Monte è controllato dallo Stato (e dunque in ultima istanza dal Parlamento), e successivamente aprire un tavolo con i principali istituti del Paese, cercare con questi la più ampia partecipazione al fine di concordare con loro una strada risolutiva e di rilancio per la banca che salvaguardi il sistema, il marchio, i lavoratori del tessuto toscano e – a quel punto – confrontarsi più serenamente in Parlamento." 

Purtroppo la situazione di MPS è lungi dall'essere florida. Dopo aver bruciato quasi 23.5 miliardi da quando nel 2008 acquisì a 9 miliardi Banca Antonveneta e dovendo nei prossimi mesi procedere a un nuovo rafforzamento patrimoniale, il conto resta indefinito, non da ultimo per via di un contenzioso multimiliardario che ha finora tenuto lontani i compratori.

La stessa Unicredit pare intenzionata a trattare solo se le sarà concesso di fare cherry picking sulle attività del Monte da acquisire, sulla linea di quanto Intesa Sanpaolo ottenne quando rilevò Veneto Banca e Popolare di Vicenza.

Di tutto questo Zanichelli dovrebbe essere al corrente. D'altra parte si sarà accorto che non c'è stata finora la fila di compratori davanti alla sede del Tesoro. E ciò è in parte anche dovuto alle "salvaguardie" che Zanichelli  (e non solo lui) ritengono imprescindibili per cedere MPS.

La triste realtà è che pasti gratis non ce ne sono, per cui sarà inevitabile che qualcuno perda la serenità in questa vicenda. Si tratta solo di capire a perderla saranno i "visibili" o gli "invisibili", ossia i pagatori di tasse.

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