Scorie - (Dis)incentivi
Come è noto, i governi di diversi Paesi stanno da anni incentivando massicciamente l'acquisto di auto elettriche (o ibride), in nome della lotta al cambiamento climatico.
Si tratta di un enorme esperimento di tipo socialista, nell'ambito del quale tali governi cercano di aumentare artificialmente la domanda di prodotti che, spontaneamente, individui e imprese non acquisterebbero nelle quantità desiderate dai pianificatori.
Il fatto è che le auto elettriche, finora, costano molto più di quelle a combustione interna di pari segmento, il che le rende meno alla portata dell'automobilista medio. Per di più, l'autonomia delle batterie è mediamente inferiore a quella delle auto con motore a combustione interna, i tempi di ricarica sono lunghi (per le ricariche "fast" servono 20-30 minuti per caricare all'80%), e le colonnine scarseggiano.
E' evidente che, date le circostanze, queste auto non possono battere in base a un ordine spontaneo quelle "tradizionali".
Gli incentivi servono a spingere la domanda, quindi. Come ho già sottolineato in altre occasioni, anche al di là delle obiezioni di principio a questi interventi da parte dei governi, si pone un problema che riguarda, in generale, tutte le forme di incentivo: all'aumentare della platea dei beneficiari, il costo per i pagatori di tasse esplode.
E' quello che è successo (anche) in Italia, dove ormai sono esauriti i fondi stanziati (in deficit) fin dai tempi del governo Conte 1.
Per una auto elettrica o ibrida plug-in, l'incentivo arrivava a 8.000 euro. Come riporta Maurizio Caprino sul Sole 24 Ore, "a luglio la quota di mercato di elettriche e ibride plug-in ha superato il 10, contro lo 0,52% del 2018 e l'offerta di modelli si è molto ampliata, per cui non c'è più quel fortissimo bisogno di sostegni pubblici che c'era prima."
Si tratta della quota di mercato sulle vendite di auto nuove. A livello di stock si parla ancora di numeri molto bassi, nonostante gli incentivi. Contrariamente a Caprino, io credo che, in assenza di corposi incentivi, la quota di nuove auto elettriche vendute si sgonfierebbe rapidamente.
Considerando che l'obiettivo politico non cambierà, ma che la droga degli incentivi massici sarà sempre meno fiscalmente sostenibile, temo che la mossa successiva sarà quella di appesantire fiscalmente i costi per i proprietari di auto con motore a combustione interna.
Come in ogni esperimento socialista, l'effetto finale sarà peggiore per tutti.
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