Scorie - L'avvocato smemorato

Come è noto, Giuseppe Conte è stato presidente del Consiglio in due governi nei quali il M5S, che oggi presiede, è stato alleato dapprima con la Lega, poi con il PD e altre formazioni di sinistra. Il tutto tra giugno 2008 e febbraio 2021.

Il cambio di maggioranza ha comportato anche il cambio di orientamento politico, ovviamente, e Conte, da buon avvocato, ha di volta in volta sostenuto le posizioni della maggioranza pro tempore, con grande disinvoltura.

La stessa con la quale, parlando di fatti relativi al primo governo da lui presieduto, sembra oggi farlo da osservatore esterno, come se all'epoca non fosse il presidente del Consiglio.

Per esempio, in una recente intervista al Corriere della Sera, Conte ha così commentato le critiche di Matteo Salvini alla gestione dell'immigrazione del governo Conte 2 e anche del governo Draghi (che peraltro sostiene in Parlamento):

"Ma lui che cosa ha fatto sull'immigrazione? Già quando era un mio ministro cercai di fargli capire che un problema così complesso non si affronta con demagogia, facendo la voce grossa in televisione, sui giornali e sui social. Gli chiesi, senza successo, di migliorare il sistema dei rimpatri, ma non ci riuscì pur avendo i pieni poteri di ministro. Avrebbe dovuto lavorare con costanza nella cornice europea, dove non è mai stato troppo presente. Senza contare che i decreti sicurezza hanno messo per strada decine di migliaia di migranti dispersi per periferie e campagne. L'eliminazione della protezione umanitaria ha impedito a molti migranti di entrare nel sistema di accoglienza e ad altri di farli uscire in quanto non aventi più titolo, con il risultato che migliaia di migranti sono diventati invisibili. Insomma, Salvini da ministro dell'Interno sui rimpatri e sull'immigrazione ha fallito. È un dato di fatto."

Posto che quando un ministro fallisce, non è che il governo di cui fa parte trionfi, non si ricorda che all'epoca (e sono passati solo tre anni) ci fosse tutta questa mancanza di sintonia tra Conte e Salvini, che era anche suo vice presidente e che, a sua volta, oggi critica il reddito di cittadinanza che pure ebbe i voti della Lega nel 2018.

Né risulta che Conte, la sua oggi dichiarata opposizione ai provvedimenti varati dal suo ministro (e dal suo stesso governo) l'abbia mai palesata all'epoca, magari rinunciando alla poltrona.

Tutto il contrario. Questo è un dato di fatto.

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