Scorie - I tempi non sono mai maturi

Uno dei temi ricorrenti tra gli operatori dei mercati finanziari (molti dei quali assuefatti o, peggio, dipendenti da droga monetaria) riguarda la prospettiva di inizio di riduzione degli stimoli monetari da parte delle banche centrali, a cominciare dalla Federal Reserve statunitense.

I banchieri centrali cercano di guidare le aspettative evitando scossoni, ma la quantità di creazione di denaro dal nulla degli ultimi anni rende questi signori molto simili a un elefante nella cristalleria: ben difficilmente una qualsiasi loro mossa anche minimamente restrittiva (in senso relativo) sarà indolore.

Il perché è semplice: la quantità di debito che può essere onorato dai rispettivi emittenti solo grazie a tassi di interesse artificialmente compressi è crescita a dismisura dal già ragguardevole livello pre-Covid. L'altra faccia della medaglia sono investitori molto esposti in investimenti effettuati con premi al rischio altrettanto artificialmente compressi.

Sembra quindi più un auspicio che altro la considerazione di Riccardo Sorrentino sul Sole 24 Ore, il quale, in vista del simposio di Jackson Hole che tradizionalmente si tiene a fine agosto e osservando, in base alle frequenti dichiarazioni degli esponenti della Fed, che i tempi per la riduzione del quantitative easing "sono ormai maturi", scrive che si dovrebbe "il disordine (tantrum) che seguì l'annuncio del 2013, dopo il primo quantitative easing. Il mercato del lavoro va bene: mancano all'appello ancora circa cinque milioni di posti di lavoro, ma la variante delta e il rallentamento delle vaccinazioni non sembra abbiano inciso sul trend, in netto miglioramento. L'inflazione è intanto alta, anche se transitoria, ed erode, sia pure settorialmente, il potere d'acquisto delle famiglie. Una nuova fase della politica Fed, senza apparire neanche lontanamente come una stretta, lancerebbe un segnale preciso: si cambia pagina. Soprattutto aiuterebbe a tenere sotto controllo le aspettative sui prezzi, compito ora essenziale."

Non resta che attendere, ma ben difficilmente una riduzione degli stimoli sarà indolore. In alternativa, se sarà indolore non sarà una riduzione di stimoli (finora con una scusa o l'altra la musica non è mai realmente cambiata). La dipendenza da droga monetaria, tanto a livello di debitori pubblici quanto di debitori privati, è ormai troppo grande per una disintossicazione ordinata e indolore.


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