Scorie - -Babbo Natale BCE

Nel dibattito sulla cancellazione del debito contratto dagli Stati durante la pandemia in Italia ci sono sostanzialmente tre posizioni: quella di chi è favorevole alla cancellazione esplicita; quella di chi propende per la cancellazione a mezzo di un QE perpetuo da parte della BCE; infine, quella di chi ripete il mantra di tutti i ministri dell'Economia in carica dal 2012 in poi, ossia la riduzione a mezzo crescita del Pil.
 
Per esempio, secondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, la BCE "non ha problemi con il debito, può stampare tutti i soldi che vuole. Può continuare ad acquistare obbligazioni sovrane e consentire agli Stati membri di investire, proteggendoli dal mercato", perché "la politica monetaria deve supportare le politiche fiscali espansive degli Stati membri."
 
Una posizione di fatto da MMT, che, nella sostanza anche se non nelle dichiarazioni ufficiali, è quella che viene praticata da quando c'è la pandemia. Ma certe cose, si sa, non devono essere dette, per lo meno ufficialmente.
 
Ecco, quindi, la replica del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, secondo il quale "la strategia italiana per la cancellazione del debito e la sua riduzione si fa attraverso un percorso di finanza pubblica incentrato su crescita e investimenti."
 
La posizione di Gualtieri è indubbiamente più ortodossa ed è quella che ci si aspetta a livello internazionale da parte del ministro dell'Economia di un Paese sovraindebitato. Per tutti coloro che hanno da tempo smesso di credere all'esistenza di Babbo Natale, però, penso sia difficile ritenere credibili le parole di Gualtieri.
 
Il dato di fatto è che, pe rlo meno nella storia recente, l'Italia non è mai riuscita a ridurre il rapporto tra debito e Pil mediante la crescita del denominatore, ma al più lo ha fatto, in certi periodi, mediante avanzi primari ottenuti a suon di randellate fiscali, dato che i tagli di spesa sono argomenti utili per dibattiti politici e rivendicazioni sindacali, ma poi non se ne trova riscontro sostanziale nei numeri di finanza pubblica.
 
Per di più, arrivando nel 2020 a un livello non inferiore al 160%, ridurre quel rapporto diventa ancora più difficile. Soprattutto considerando che, proprio a causa della bassa crescita nominale del Pil che sovente è inferiore al costo del debito, l'effetto palla di neve è sempre in agguato.
 
La realtà dei fatti dice che il debito della Repubblica italiana resta sostenibile solo se il suo costo resta artificialmente compresso dagli acquisti operati dalla BCE. Con tutte le conseguenza del caso dovute all'inevitabile effetto Cantillon e alla distorsione dei prezzi in generale.
 
Ma fra pochi giorni sarà Natale, quindi per ora molti preferiscono credere che tutto possa andare bene.


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