Scorie - Vietato avere dubbi, vietato diffidare

Angel Gurrìa, da 14 anni alla guida dell'OCSE e già ministro degli Esteri e delle Finanze del Messico, ritiene che l'Occidente avrebbe dovuto prendere spunto da come è stata gestita la pandemia in Asia.

Afferma Gurrìa:

"Nelle società degli Stati Uniti e dell'Europa è più difficile trovare un equilibrio. Si sta costruendo un inesistente dilemma tra salute e benessere economico. Non si tratta di scegliere tra virus e benessere. È necessario attaccare il virus, colpire il virus, distruggere il virus! Prima lo si riesce a fare, minori saranno le conseguenze economiche e sociali. In Asia si è discusso meno che negli Stati Uniti e nei Paesi europei."

E ancora:

"Credo che la discussione democratica sia l'unico modo per risolvere i problemi. La domanda decisiva è: Fino a quando si discute? E quante voci si intendono ascoltare? E se in una democrazia sia possibile non fare ciò che chiede la maggioranza. I leader degli Stati devono proteggere i loro cittadini, sono eletti per questo. Devono essere chiari sulle loro decisioni e priorità dopo aver ascoltato la scienza e l'economia. La discussione è essenziale, ma non si può discutere all'infinito in una pandemia. Occorre agire. Se impieghiamo troppo tempo, gli eventi ci travolgeranno. Magari più tardi si cambierà rotta, ma è necessario prendere una decisione, andando sul sicuro. In caso di dubbio, bisogna dirsi: "Preferisco sbagliarmi su cosa sia più sicuro, piuttosto che lasciare la situazione a se stessa"."

Il problema resta sempre quello della incompletezza delle informazioni, che sono disperse e non concentrate nelle teste di chi decide. Dopodiché, non mi stupisce che, in ultima analisi, Gurrìa affermi ciò che pensa la maggioranza non debba vincolare le scelte del governo. Per chi è abituato a governare, questo vale solo quando la maggioranza la pensa come chi governa. Ovviamente il tutto in nome della protezione dei cittadini. E guai a lasciare che siano gli individui a pensare e decidere per se stessi.

Aggiunge Gurrìa:

"Inoltre ci sono Paesi in cui la gente si fida dei leader politici. Se le si chiede di adottare le misure necessarie, lo fa e i risultati sono migliori. Dovrebbe essere una lezione per tutti quelli che credono che la nostra libertà sia in pericolo a causa dei provvedimenti per fronteggiare il coronavirus. Non si tratta della libertà! Queste persone mettono in pericolo la salute altrui perché sono irresponsabili. Mi riferisco ai dibattiti sull'opportunità o meno di vaccinarsi. Come possiamo anche solo permettere una cosa del genere? È una sfida che dovremo affrontare nei prossimi mesi."

Curioso che l'invito a fidarsi venga da chi ritiene, in sostanza, che non dovrebbero neppure essere permessi punti di vista dissenzienti.

E attenzione:

"Non si tratta di obbedienza, ma di fiducia! Dobbiamo aver fiducia di essere protetti da leader politici eletti. Non sappiamo abbastanza sulla pandemia, quindi ci fidiamo del governo, non ci mettiamo meccanicamente sulla difensiva."

Guai ad avere dubbi, quindi, nonostante si ammetta che "non sappiamo abbastanza sulla pandemia". Ma non è proprio per questo motivo che dovrebbe essere legittimo avere dei dubbi e non riporre una fiducia cieca e incondizionata in chi governa?


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