Scorie - Sognare un ventennio prendendo a pugni la realtà
Intervistato da La Stampa, Luigi Di Maio ha fornito alcune risposte che fanno a pugni con la realtà. Per esempio, in merito ai problemi della sanità, ha affermato:
"Gli strumenti europei sono essenziali, ma lo sono anche i tempi. Se ho bisogno oggi di un aiuto e me lo dai fra un anno non serve. Il sistema sanitario va sostenuto adesso e andava sostenuto anche prima. Negli anni dell'austerity chi chiedeva tagli alla sanità era la Ue. Sbagliò, bisogna dirlo."
A onor del vero, i tagli alla sanità sono state riduzioni degli aumenti di spesa tendenziali, più che vere e proprie riduzioni in valore assoluto. Per di più, per quanto si possa criticare l'Unione europea e la sua struttura sovietica, essa non ha mai chiesto che i conti fossero sistemati facendo questo o quel taglio. Semplicemente ha chiesto che fossero rispettate regole sottoscritte dai governi italiani pro tempore in carica.
Ma Di Maio, in questo ponendosi in totale sintonia con la sua collega "tecnica" Laura Castelli, ha evidentemente qualche problema con la realtà. Per esempio quando afferma:
"Recovery Fund a parte, abbiamo molti soldi che vanno sbloccati immediatamente. E' come se ci fossero dei silos pieni ma inutilizzati. Bene, usiamoli."
Quei silos, ahimè, sono pieni d'aria, non di soldi. Ci sono somme stanziate, ma poi vanno raccolte, che è altra faccenda.
In merito al fatto che gli italiani finora sono andati in pensione mediamente con meno anni di contributi versati, Giggino difende quota 100:
"Nessuno chiede soldi gratis e ogni paese ha le sue caratteristiche economiche. Se mi sta chiedendo di fare a meno di quota 100 le dico di no. E' giusto essere leali e rispettosi degli altri stati, ma è giusto anche considerare che gli italiani hanno sofferto e che questa crisi non è colpa di nessuno. Dobbiamo chiederci se vogliamo che l'Europa abbia un futuro."
Cosa c'entri la crisi da Covid-19 con quota 100, francamente mi sfugge. Resta il fatto che se un sistema pensionistico è a ripartizione (cioè se è configurato come uno schema Ponzi), a fronte di un calo demografico e un'economia stagnante il futuro è gramo. Ognuno dovrebbe essere libero di smettere di lavorare quando vuole, purché il conto non lo debbano pagare altri. Questo, però, può succedere solo con sistemi pensionistici integralmente a capitalizzazione.
Poi si arriva ad affermazioni senza alcuna logica, come questa:
"L'austerity ha creato danni e ha dato vita a un forte sentimento antieuropeo. Ora le cose stanno cambiando. E io so, per l'esperienza fatta con il decreto dignità, che quando aumentano i diritti aumenta anche il lavoro. Su questo non torno indietro."
Il lavoro aumenta se migliora a livello macro l'andamento dell'economia, e a livello micro se le imprese riescono ad essere competitive sui rispettivi mercati di sbocco. Non per decreto.
Infine, riguardo alle beghe interne al M5S:
"Oggi stiamo camminando sulle nostre gambe, in un momento di estrema difficoltà per il Paese. Il M5S è forte e unito può puntare a governare per i prossimi 20 anni."
Anche se la prospettiva ventennale la ritengo improbabile, rabbrividisco al solo pensiero.
Commenti
Posta un commento