Scorie - Arrivano i POLA
Se dovesse capitarvi di imbattervi nell'acronimo "POLA", sappiate che si tratta del "Piano per l'organizzazione del lavoro agile" che le pubbliche amministrazioni dovranno redigere entro il 31 dicembre di ogni anno, ovviamente dopo aver sentito i sindacati (ossia sotto dettatura da parte degli stessi).
I POLA dovranno conciliare il lavoro agile con "le esigenze dei cittadini e delle imprese connesse al graduale riavvio delle attività produttive e commerciali".
Esigenze che già prima non erano proprio soddisfatte in modo impeccabile, a onor del vero.
Va anche detto che diversi osservatori e conoscitori della pubblica amministrazione, tra gli altri Sabino Cassese e Pietro Ichino, persone non tacciabili di essere libertari ferocemente antistatalisti, ritengono che l'home working (che non corrisponde proprio allo smart working, ma è quello che hanno fatto in molti durante e dopo il lockdown) sia stato (e continui a essere) per molti dipendenti pubblici una sorta di vacanza retribuita. Anche perché talune attività non si prestano a essere svolte da casa.
Ma niente paura: il POLA dovrà individuare "gli strumenti di rilevazione e verifica periodica dei risultati conseguiti, anche in termini di qualità dei servizi erogati."
Tutto molto rassicurante.
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