Scorie - Pubblicità ingannevole

Intervistato da Milano Finanza, il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha fatto un po' di marketing a favore del nuovo titolo dedicato ai risparmiatori al dettaglio, denominato BTP Futura, che sarà collocato a luglio.

Si tratterà di un titolo decennale, con cedole crescenti nel tempo in misura predeterminata, e un premio finale compreso tra l'1% e il 3% in funzione dell'andamento del Pil. A differenza del BTP Italia, non vi sarà una fase di sottoscrizione dedicata agli investitori istituzionali, il che lascia presagire che il BTP Futura sarà uno strumento relativamente meno liquido degli altri titoli di Stato. Ciò potrebbe inoltre rendere il prezzo titolo meno sensibile tanto nelle fasi di ribasso, quanto in quelle di rialzo, oltre ad avere uno spread tra denaro e lettera più ampio.

Quanto all'opzione legata alla crescita del Pil, osservo che è una clausola utilizzata per lo più da Paesi emergenti in occasione di ristrutturazioni del debito. Se uno crede nei miracoli, può sperare di ottenere il 3% a scadenza.

Gualtieri, ovviamente, deve raccontare che si tratti di un affarone, quindi gli capita anche di raccontare cose non proprio corrette. Per esempio questa:

"Anche a costo di ripetermi, per com'è disegnato questo titolo ha tutte le caratteristiche adatte al retail: se lo si compra e poi dopo qualche anno lo si vende le condizioni di prezzo sono migliori, se lo si tiene più a lungo si ottiene un rendimento sempre più alto, se lo si tiene fino alla fine hai anche un premio."

Ora, il fatto che il titolo abbia una struttura di cedole crescenti non significa che avrà un rendimento superiore a quello dei normali BTP decennali, altrimenti sarebbe una stupidaggine emetterlo. Generalmente al pubblico retail non sono riservate condizioni migliori rispetto agli investitori istituzionali. Semmai il contrario.

Ciò premesso, il passaggio in cui Gualtieri afferma che se "dopo qualche anno lo si vende le condizioni di prezzo sono migliori" non è una verità assoluta, ma una mera ipotesi. Una ipotesi che, per verificarsi, necessità che la curva dei rendimenti di mercato (che è inclinata positivamente), non si discosti (per pendenza e livello assoluto dei rendimenti) da quella vigente al momento dell'emissione.

Per esempio, se un sottoscrittore del BTP Futura intendesse rivendere il titolo dopo 3 anni, il prezzo sarebbe superiore a quello di sottoscrizione solo se il rendimento di mercato a 7 anni in quel momento fosse inferiore a quello implicito nei tassi di mercato (il forward a 3 anni del rendimento a 7 anni) vigente al momento dell'emissione. In caso contrario, il prezzo potrebbe essere superiore a quello di emissione solo laddove vi fosse stata nel frattempo una rivalutazione dell'opzione relativa al premio a scadenza (e qui si torna al miracolo di cui sopra).

In definitiva, è possibile che un sottoscrittore del BTP Futura possa rivenderlo prima della scadenza realizzando un capital gain, ma non è affatto certo, a differenza di quanto lascerebbe intendere l'affermazione di Gualtieri. E ovviamente è altrettanto possibile che il prezzo del titolo scenda.

Pubblicità ingannevole?

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