Scorie - Garanzie (de)responsabilizzanti
Alla sua seconda relazione annuale da presidente della Consob, anche quest'anno Paolo Savona non ha rinunciato ad andare ben oltre le tematiche di cui dovrebbe occuparsi dato il ruolo che ricopre.
Dopo aver rilanciato l'idea di emettere titoli di Stato irredimibili per scongiurare una patrimoniale (idea anche di Soros da me commentata qualche tempo fa) in quello che sarebbe l'equivalente del tintinnare delle manette dei tempi di Mani Pulite, ed essere tornato ad auspicare che le criptovalute diventino un monopolio pubblico, Savona ha proposto che lo Stato non garantisca il debito delle imprese, bensì il capitale.
Idea che ha subito critiche da alcuni commentatori, tra i quali Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera, alle quali Savona ha replicato affermando, tra le altre cose, quanto segue:
"La garanzia sui debiti causerebbe comunque in prospettiva una perdita dello Stato, se non di più, perché volta a fronteggiare crisi di liquidità e sono meno responsabilizzanti di una garanzia al capitale di rischio."
Indubbiamente una parte più o meno consistente delle garanzie sul debito che lo Stato sta concedendo in questi mesi diventerà nuovo debito pubblico allorquando le imprese debitrici risulteranno insolventi. Quindi, effettivamente, lo Stato (ossia i pagatori di tasse) dei soldi ne perderanno.
Non vedo, però, per quale motivo la garanzia sul capitale di rischio dovrebbe essere più responsabilizzante di quella sul debito. Ogni garanzia genera una qualche forma di azzardo morale, qualora sia concessa a condizioni politiche e non di mercato.
E' vero che aumentare il debito non è positivo per la struttura dello stato patrimoniale aziendale, ma è altrettanto vero che togliere "skin in the game" mediante garanzie sul capitale di rischio a carico dei pagatori di tasse non lascia presagire nulla di buono.
Soprattutto per i pagatori di tasse.
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