Scorie - Il buon padre della famiglia dei consumatori di tasse

Da mesi Giuseppe Conte si deve barcamenare tra le divergenti opinioni dei partiti di maggioranza in merito all'opportunità di chiedere o meno i prestiti al MES fino al 2% del Pil (circa 36 miliardi). Prestiti che devono essere destinati al finanziamento di spese sanitarie (ancorché in una accezione non troppo stringente).

Come è noto, il M5S è contrario, mentre gli altri partiti di maggioranza, PD in testa, sono favorevoli a prendere a prestito soldi dal MES. Conte, da settimane, ondeggia e cerca difficili esercizi di equilibrismo verbale, facendo ricorso ai ferri del mestiere di avvocato, cercando cioè di dire tutto e il suo contrario con più o meno lunghi giri di parole, in modo da non urtare troppo la sensibilità di nessuno.

Solo pochi giorni fa, il presidente del Consiglio ha dichiarato:

"Presumibilmente entro luglio sarà il Parlamento ad esprimersi sull'intero pacchetto di aiuti europei e sarà in quella sede che valuteremo se per l'Italia sarà necessario e conveniente attivare anche la linea di credito del Mes. Come ogni buon padre di famiglia, prima di recarmi in banca voglio valutare bene."

Posto che poi ha pensato di calciare avanti il barattolo fino a settembre, da "avvocato del popolo", Conte adesso si auto dichiara quindi "buon padre di famiglia" degli italiani. C'è un problema, però: generalmente il padre di famiglia, buono o meno che sia, quando va in banca a chiedere un prestito sa che dovrà farvi fronte con i redditi derivanti dalla attività propria e dei familiari.

Conte, al contrario, andrebbe a chiedere il prestito sapendo che dovranno farvi fronte i pagatori di tasse. Probabilmente lui li considera familiari e, per l'appunto, considera se stesso il padre di famiglia. Peccato, però, che nella realtà, nelle famiglie a prendere le decisioni sugli impegni finanziari sia, in ultima analisi, chi genera i redditi che dovranno far fronte a tali impegni. Quanto meno, il padre di famiglia deve tenere in debita considerazione il parere di chi genera i redditi.

Questa non è la situazione in cui si troverà Conte, il quale, al contrario, medierà tra i punti di vista di persone che quei redditi non li generano. Sarà, in altri termini, una disputa interna tra consumatori di tasse a spese dei pagatori di tasse, per usare le definizioni di John Calhoun.

Altro che buon padre di famiglia.

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