Scorie - Percezioni reali

In uno dei consueti articoli del sabato sul Sole 24 Ore in cui si occupa dell'operato delle principali banche centrali, Donato Masciandaro si concentra sull'andamento dei prezzi al consumo alla riapertura delle attività produttive e commerciali dopo il lockdown.

Dopo aver disquisito su andamenti reali e aspettative, Masciandaro conclude:

"L'importante è che la Bce mantenga salda la rotta che fin qui ha seguito: fare di tutto per evitare che i prezzi al consumo europei scarroccino lontano dal 2%, in un'ottica di medio termine. In parallelo, al fine di contribuire a una corretta formazione delle aspettative, sarà importante che la politica di comunicazione della Bce contribuisca a evitare che si formino falsi luoghi comuni. L'informazione su inflazione e aspettative dovrà essere sistematica e continua, anche tenendo conto del fatto che le percezioni sbagliate possono essere così radicate da spingere taluni a mettere in dubbio la fondatezza dei dati ufficiali. Oltre alle motivazioni psicologiche, ci può essere un incentivo politico a sostenere che l'inflazione sta salendo, magari per attaccare la Bce o per chiedere politiche monetarie più restrittive. Falsi luoghi comuni si sono già diffusi dal 2002, meglio evitare una seconda ondata dal 2020."

Premesso che, limitandosi a occuparsi dell'andamento dei prezzi al consumo, si sono create bolle a ripetizione sui prezzi delle attività reali e finanziarie e che l'uso dei cosiddetti strumenti macroprudenziali ha dato risultati quanto meno non entusiasmanti, l'argomento utilizzato da Masciandaro può essere utilizzato anche per una lettura diametralmente opposta.

Infatti, se è vero che a nord delle Alpi potrebbe esserci "un incentivo politico a sostenere che l'inflazione sta salendo, magari per attaccare la Bce o per chiedere politiche monetarie più restrittive", un incentivo simmetrico esiste a sud delle Alpi e, in generale, in tutti quei Paesi nei quali la politica monetaria espansiva e la monetizzazione sono invocate sempre a gran voce.

In ultima analisi, la politica monetaria ha sempre un effetto redistributivo, al pari della tassazione. E, come per la tassazione, chi si trova a pagare il conto, a lungo andare, fatica a convincersi del fatto che le sue siano solo "percezioni sbagliate" o "falsi luoghi comuni".

 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".

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