Scorie - La tassa imperfetta
"Se si cerca la tassa perfetta so che molti faranno il possibile per
giocare con i dettagli e rendere la tassa inefficace. Preferisco una tassa
imperfetta all'assenza di una tassa."
(F. Hollande)
Con queste parole il presidente francese Hollande ha difeso l'idea di
introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie (meglio nota come Tobin
tax) quanto prima in almeno 11 Paesi europei che già in passato si sono
detti d'accordo sul progetto.
Finora solo la Francia e l'Italia hanno introdotto una tassa del genere (la
Svezia lo fece negli anni Novanta e finì per rimuoverla, constatando che
era stata controproducente), con effetti in linea con le previsioni di chi
si opponeva a qual balzello: crollo dei volumi negoziati e gettito ben al
di sotto delle attese. Il buon senso avrebbe dovuto indurre Hollande a fare
retromarcia anche in casa propria (e lo stesso sarebbe opportuno in
Italia), ma, al contrario, il presidente francese preme perché venga
raggiunto l'accordo per applicarla su scala allargata già prima delle
imminenti elezioni europee.
Per inciso, anche in Italia, a fronte di un gettito pari a meno del 20% di
quanto stimato dal governo Monti, invece di riconoscere l'errore e fare
marcia indietro, i sostenitori della Tobin tax hanno proposto di estendere
la sua applicazione a più tipi di strumenti. Evidentemente il buon senso è
totalmente fuori portata per questi signori.
Posto che la tassa perfetta non esiste e neppure dovrebbe esistere, le
parole di Hollande "Preferisco una tassa imperfetta all'assenza di una
tassa" sono la quintessenza del movente ultimo di ogni tassatore: prelevare
denaro dalle tasche dei legittimi proprietari, non importa con quali
conseguenze, anche a costo di avere un gettito molto inferiore al previsto
e di danneggiare l'operatività di interi settori.
Pochi, maledetti e subito, sembra essere la filosofia sottostante. Tipica
di chi è alla canna del gas.
giocare con i dettagli e rendere la tassa inefficace. Preferisco una tassa
imperfetta all'assenza di una tassa."
(F. Hollande)
Con queste parole il presidente francese Hollande ha difeso l'idea di
introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie (meglio nota come Tobin
tax) quanto prima in almeno 11 Paesi europei che già in passato si sono
detti d'accordo sul progetto.
Finora solo la Francia e l'Italia hanno introdotto una tassa del genere (la
Svezia lo fece negli anni Novanta e finì per rimuoverla, constatando che
era stata controproducente), con effetti in linea con le previsioni di chi
si opponeva a qual balzello: crollo dei volumi negoziati e gettito ben al
di sotto delle attese. Il buon senso avrebbe dovuto indurre Hollande a fare
retromarcia anche in casa propria (e lo stesso sarebbe opportuno in
Italia), ma, al contrario, il presidente francese preme perché venga
raggiunto l'accordo per applicarla su scala allargata già prima delle
imminenti elezioni europee.
Per inciso, anche in Italia, a fronte di un gettito pari a meno del 20% di
quanto stimato dal governo Monti, invece di riconoscere l'errore e fare
marcia indietro, i sostenitori della Tobin tax hanno proposto di estendere
la sua applicazione a più tipi di strumenti. Evidentemente il buon senso è
totalmente fuori portata per questi signori.
Posto che la tassa perfetta non esiste e neppure dovrebbe esistere, le
parole di Hollande "Preferisco una tassa imperfetta all'assenza di una
tassa" sono la quintessenza del movente ultimo di ogni tassatore: prelevare
denaro dalle tasche dei legittimi proprietari, non importa con quali
conseguenze, anche a costo di avere un gettito molto inferiore al previsto
e di danneggiare l'operatività di interi settori.
Pochi, maledetti e subito, sembra essere la filosofia sottostante. Tipica
di chi è alla canna del gas.
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