Scorie - Argentina, Barnard e MMT
L'amico Leonardo Facco mi ha segnalato un post di Paolo Barnard che ha per
oggetto ciò che sta succedendo in Argentina. Invece di prendere atto del
fatto che stampare soldi a manetta e fare politiche interventiste ha
conseguenze negative e che i nodi, prima o poi, arrivano al pettine,
Barnard sostiene che il problema è dovuto a una insufficiente applicazione
della MMT (modern money theory).
Questo l'esordio:
La fonte è argentina e di altissimo livello, ma deve rimanere anonima. Lo
so che storcete il naso, ma per ora è così.
Prima cosa: l'Argentina ha applicato un quarto di Mosler Economics MMT dal
2002 in poi e per pochissimo. Poi l'ha abbandonata dopo aver però ridato
lavoro e speranza a una montagna di persone. Quindi l'associazione destino
Argentina-MEMMT oggi è assurda. L'avessero veramente applicata sarebbero su
Giove.
Verrebbe facile ironizzare sul desiderio di anonimato della fonte argentina
"di altissimo livello", ma mi asterrò dal farlo. Dunque, l'Argentina non ha
applicato la MMT a sufficienza, altrimenti "sarebbero su Giove". Guardando
ai dati forniti dalla banca centrale argentina, tuttavia, non pare che
abbiano rallentato di tanto il ritmo di utilizzo della stampante di pesos:
la base monetaria è cresciuta dalla fine del 2001 (quando avvenne il
default) a oggi a un ritmo del 33 per cento composto annuo, e gli aggregati
M1, M2 e M3 hanno registrato aumenti compresi tra il 24 e il 26 per cento
composto annuo. Che la crescita dei prezzi al consumo effettiva sia stata
in linea con questi numeri, come stimano diversi analisti indipendenti e
non con i più moderato 11 per cento medio annuo che risulterebbe dai dati
forniti dall'istituto nazionale di statistica appare abbastanza verosimile.
In sostanza, non è chiaro in cosa sia consistito l'abbandono della MMT,
mentre pare evidente che la quantità di moneta e i prezzi siano già da
tempo su Giove.
Ovviamente tutti coloro che mettono in evidenza i problemi dell'Argentina
raccontano balle, come ammonisce Barnard:
Cosa accade in Argentina: come sempre nei media ci raccontano mezze verità
e piene balle. Il governo sta tentando volontariamente di rilassare il
tasso di cambio del peso perché gli argentini stanno importando troppo e
questo sta colpendo pesantemente molte aziende nazionali che di conseguenza
vendono poco e licenziano. (nota: se il gov argentino applicasse la ME-MMT
se ne potrebbe sbattere del danno delle importazioni, e farebbe piena
occupazione. Ma non la applica, come già detto).
Il governo argentino ha fino a pochi giorni fa imposto forti vincoli
all'utilizzo e alla detenzione di valuta estera, in particolare dollari
statunitensi, dei quali i cittadini tendevano a fare incetta, avendo poca o
nulla fiducia nella tenuta di potere d'acquisto del peso. Non a caso si è
sviluppato un mercato parallelo nel quale il cambio (il cosiddetto dollaro
"blu") si è discostato in misura crescente da quello ufficiale a partire
dal 2011, con un divario arrivato a superare il 70 per cento prima che il
governo, appunto, lasciasse svalutare il peso in via ufficiale.
Ora, se un governo tenta di tenere artificialmente sopravvalutato il
cambio, l'aumento delle importazioni è una delle conseguenze che si
generano. Il fatto, però, che gli argentini cercassero di sbarazzarsi dei
pesos per accumulare dollari (e non stiamo parlando di una moneta della
quale ci sia carenza di offerta!) dovrebbe far venire qualche dubbio ai
sostenitori della MMT. Invece no, pare.
Prosegue e conclude Barnard:
I black-out elettrici sono dovuti al fatto che il governo ha per anni speso
sussidi all'energia per tutti, e ora ha deciso di toglierli alle famiglie
più ricche. In estate queste consumano un'esagerazione e ciò ha portato ai
black-out.
Ma la cosa più grave è la manovra volontaria delle multinazionali
dell'export argentine, soprattutto quelle del grano, tutte di estrema
destra, che odiano il governo populista e lo vogliono abbattere. Il metodo
è di bloccare i dollari che incassano aspettando che il peso si svaluti di
conseguenza sempre più. Sanno che questo affosserà il governo e ci
speculano. Quindi si tratta di un 'golpe' politico, non di un vero problema
di economia argentina.
L'Argentina è riuscita e respingere gli effetti della crisi finanziaria del
2008 per sei anni in più rispetto a tutti noi e questo la dice lunga
sull'efficacia di quel governo.
Per ora questa è una verità in più.
Sarà pur vero che questi ricconi fanno andare a manetta i condizionatori,
ma attribuire a loro la responsabilità dei black-out mi sembra abbastanza
puerile. Quanto alle multinazionali che "odiano il governo populista e lo
vogliono abbattere", in realtà non fanno altro che cercare di tutelare i
propri interessi, al pari di quanto fanno milioni di argentini disposti a
pagare molto più del cambio ufficiale per convertire i loro pesos in
dollari. Tirare in ballo il "golpe" politico significa voler continuare a
negare la realtà dei fatti, ossia che il populismo dei coniugi Kirchner non
ha risolto i problemi dell'Argentina. Tutt'altro.
L'Argentina non ha respinto gli effetti della crisi per sei anni in più
rispetto a noi: ha semplicemente accumulato squilibri e adesso i nodi sono
arrivati al pettine, per quanto possa dispiacere a Barnard. E sostenere che
la MMT è stata applicata poco e male non mi sembra semplicemente una
ridicola arrampicata sugli specchi.
oggetto ciò che sta succedendo in Argentina. Invece di prendere atto del
fatto che stampare soldi a manetta e fare politiche interventiste ha
conseguenze negative e che i nodi, prima o poi, arrivano al pettine,
Barnard sostiene che il problema è dovuto a una insufficiente applicazione
della MMT (modern money theory).
Questo l'esordio:
La fonte è argentina e di altissimo livello, ma deve rimanere anonima. Lo
so che storcete il naso, ma per ora è così.
Prima cosa: l'Argentina ha applicato un quarto di Mosler Economics MMT dal
2002 in poi e per pochissimo. Poi l'ha abbandonata dopo aver però ridato
lavoro e speranza a una montagna di persone. Quindi l'associazione destino
Argentina-MEMMT oggi è assurda. L'avessero veramente applicata sarebbero su
Giove.
Verrebbe facile ironizzare sul desiderio di anonimato della fonte argentina
"di altissimo livello", ma mi asterrò dal farlo. Dunque, l'Argentina non ha
applicato la MMT a sufficienza, altrimenti "sarebbero su Giove". Guardando
ai dati forniti dalla banca centrale argentina, tuttavia, non pare che
abbiano rallentato di tanto il ritmo di utilizzo della stampante di pesos:
la base monetaria è cresciuta dalla fine del 2001 (quando avvenne il
default) a oggi a un ritmo del 33 per cento composto annuo, e gli aggregati
M1, M2 e M3 hanno registrato aumenti compresi tra il 24 e il 26 per cento
composto annuo. Che la crescita dei prezzi al consumo effettiva sia stata
in linea con questi numeri, come stimano diversi analisti indipendenti e
non con i più moderato 11 per cento medio annuo che risulterebbe dai dati
forniti dall'istituto nazionale di statistica appare abbastanza verosimile.
In sostanza, non è chiaro in cosa sia consistito l'abbandono della MMT,
mentre pare evidente che la quantità di moneta e i prezzi siano già da
tempo su Giove.
Ovviamente tutti coloro che mettono in evidenza i problemi dell'Argentina
raccontano balle, come ammonisce Barnard:
Cosa accade in Argentina: come sempre nei media ci raccontano mezze verità
e piene balle. Il governo sta tentando volontariamente di rilassare il
tasso di cambio del peso perché gli argentini stanno importando troppo e
questo sta colpendo pesantemente molte aziende nazionali che di conseguenza
vendono poco e licenziano. (nota: se il gov argentino applicasse la ME-MMT
se ne potrebbe sbattere del danno delle importazioni, e farebbe piena
occupazione. Ma non la applica, come già detto).
Il governo argentino ha fino a pochi giorni fa imposto forti vincoli
all'utilizzo e alla detenzione di valuta estera, in particolare dollari
statunitensi, dei quali i cittadini tendevano a fare incetta, avendo poca o
nulla fiducia nella tenuta di potere d'acquisto del peso. Non a caso si è
sviluppato un mercato parallelo nel quale il cambio (il cosiddetto dollaro
"blu") si è discostato in misura crescente da quello ufficiale a partire
dal 2011, con un divario arrivato a superare il 70 per cento prima che il
governo, appunto, lasciasse svalutare il peso in via ufficiale.
Ora, se un governo tenta di tenere artificialmente sopravvalutato il
cambio, l'aumento delle importazioni è una delle conseguenze che si
generano. Il fatto, però, che gli argentini cercassero di sbarazzarsi dei
pesos per accumulare dollari (e non stiamo parlando di una moneta della
quale ci sia carenza di offerta!) dovrebbe far venire qualche dubbio ai
sostenitori della MMT. Invece no, pare.
Prosegue e conclude Barnard:
I black-out elettrici sono dovuti al fatto che il governo ha per anni speso
sussidi all'energia per tutti, e ora ha deciso di toglierli alle famiglie
più ricche. In estate queste consumano un'esagerazione e ciò ha portato ai
black-out.
Ma la cosa più grave è la manovra volontaria delle multinazionali
dell'export argentine, soprattutto quelle del grano, tutte di estrema
destra, che odiano il governo populista e lo vogliono abbattere. Il metodo
è di bloccare i dollari che incassano aspettando che il peso si svaluti di
conseguenza sempre più. Sanno che questo affosserà il governo e ci
speculano. Quindi si tratta di un 'golpe' politico, non di un vero problema
di economia argentina.
L'Argentina è riuscita e respingere gli effetti della crisi finanziaria del
2008 per sei anni in più rispetto a tutti noi e questo la dice lunga
sull'efficacia di quel governo.
Per ora questa è una verità in più.
Sarà pur vero che questi ricconi fanno andare a manetta i condizionatori,
ma attribuire a loro la responsabilità dei black-out mi sembra abbastanza
puerile. Quanto alle multinazionali che "odiano il governo populista e lo
vogliono abbattere", in realtà non fanno altro che cercare di tutelare i
propri interessi, al pari di quanto fanno milioni di argentini disposti a
pagare molto più del cambio ufficiale per convertire i loro pesos in
dollari. Tirare in ballo il "golpe" politico significa voler continuare a
negare la realtà dei fatti, ossia che il populismo dei coniugi Kirchner non
ha risolto i problemi dell'Argentina. Tutt'altro.
L'Argentina non ha respinto gli effetti della crisi per sei anni in più
rispetto a noi: ha semplicemente accumulato squilibri e adesso i nodi sono
arrivati al pettine, per quanto possa dispiacere a Barnard. E sostenere che
la MMT è stata applicata poco e male non mi sembra semplicemente una
ridicola arrampicata sugli specchi.
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