Scorie - Non chiedete troppo alle correlazioni

Uno degli errori spesso compiuti, a volte per pura ignoranza, altre in malafede, è quello di individuare un rapporto causale laddove vi sia una semplice correlazione tra eventi.

Mi sono imbattuto su Milano Finanza in un articolo in cui Sergio Rizzo, per criticare l'utonomia differenziata delle regioni, scrive, tra le altre cose:

"Già il regionalismo straccione in salsa italiana ha causato disastri economici impressionanti. Dal 2001, anno della scellerata riforma del titolo V della Costituzione fatta dal centrosinistra nella pia illusione di fermare l'avanzata politica della Lega di Umberto Bossi, al 2022 il Paese non ha mai registrato un tasso annuale di crescita economica superiore al 2%. A differenza di quanto avvenuto nei decenni precedenti e a quanto avvenuto nello stesso periodo avveniva negli altri Paesi dell'Eurozona. Il bilancio finale dice che nei 22 anni da quando molti poteri fondamentali sono stati messi in concorrenza fra Stato centrale e Regioni il pil italiano a prezzi costanti è aumentato solo del 4,4% contro una media dell'Eurozona pari al 32,2%. Sono dati facilmente ricavabili dalla banca dati del Fondo Monetario Internazionale. Bastava dare un'occhiata a quelli per evitare di andare di nuovo a sbattere."

Non entro nel merito dei pro e contro dell'autonomia differenziata. Credo, però, che ogni posizione dovrebbe essere sostenuta con argomenti non fallaci. E quello di Rizzo lo è. Come accennato in apertura, infatti, quando due eventi sono correlati non significa che tra gli stessi esista un rapporto causale.

Si potrebbe ricordare a Rizzo che, nello stesso ventennio, non è stato possibile usare la svalutazione monetaria per acquisire una (illusoria) competitività, argomento spesso usato da chi vede nella moneta unica la causa del mali dell'economia italiana. Oppure che non è stato possibile fare deficit in modo allegro come nei decenni precedenti, ricordati con malcelata nostalgia dai keynesiani de noantri.

Il che, peraltro, a mio parere dovrebbe far rifletere sulle basi malsane su cui, dalla fine degli anni Sessanta in poi, sia stato generato Pil in Italia.

Comunque sia, se nello stesso ventennio si fosse registrato, a sud delle Alpi, un aumento delle persone con i capelli rossi, se ne dovrebbe dedurre che hanno causato un rallentamento della crescita del Pil? Le basi scientifiche sarebbero le stesse...

In definitiva a Rizzo sarebbe bastato non distorcere la statistica, oppure studiarne i rudimenti, per evitare, come lui stesso scrive di andare a sbattere.

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