Scorie - Solito vittimismo straccione

Dopo anni di politiche monetarie ultraespansive, le banche centrali stanno rincorrendo i prezzi al consumo, in crescita oltre il 10% su base annua, contro un obiettivo (peraltro arbitrario) del 2%, che a parere dei banchieri centrali corrisponderebbe alla stabilità dei prezzi.

Dopo l'ultimo rialzo effettuato dalla BCE (50 punti base, per totali 250 punti da luglio), i tassi di interesse reali sono ancora abbondantemente negativi se si considera l'inflazione dei prezzi al consumo corrente, e restano negativi anche in base alle aspettative implicite nelle quotazioni degli inflation swap, su ogni orizzonte temporale.  

Non deve stupire, quindi, l'annuncio di ulteriori rialzi nei prossimi mesi, oltre all'avvio, a marzo, di una pur timida riduzione delle dimensioni del portafoglio titoli. Eppure a sud delle Alpi si è registrata la (solita) reazione da vittimismo straccione, dato che all'annuncio i rendimenti dei titoli di Stato sono aumentati e lo spread verso i Bund tedeschi pure.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto twitta di non aver "capito il regalo di Natale che la presidente Lagarde ha voluto fare all'Italia", mentre Matteo Salvini ritiene "sconcertante che la Bce approvi una norma che brucia miliardi di euro di risparmi", data anche la reazione negative di tutte le borse.

Il problema è che anni di politiche monetarie ultraespansive hanno gonfiato i prezzi di molti attivi e artificialmente abbassato il costo del debito anche per emittenti già molto indebitati. E' inevitabile che un aumento dei tassi sgonfi i prezzi e aumenti il costo del debito. E quando il debito accumulato è enorme, il problema è ovviamente più sentito.

Resta il fatto che, ancora oggi, è in atto una forte redistribuzione di ricchezza da creditori a debitori. Invece di consegnare ai mezzi di comuncazione reazioni come quelle riportate, i Crosetto e i Salvini della situazione (ma si potrebbe citare anche il presidente di Confindustria, che alla vigilia della riunione del Consiglio direttivo della BCE invitava la banca centrale alla prudenza, un eufemismo per dire che sarebbe meglio non aumentare i tassi) farebbero meglio a cercare di uscire dalla mentalità (da keynesismo peninsulare) per cui un aumento dei tassi di interesse tarpa le ali all'economia.

Meglio sarebbe se le banche centrali non manipolassero i tassi in nessun senso, ma quello che succede oggi e probilmente succederà nei prossimi mesi è la conseguenza non tanto dei recenti rialzi, bensì dei tassi negativi e del quantitative easing degli anni scorsi, quando sembrava di poter spendere e spandere grazie a oneri per interessi artificialmente bassi (o perfino negativi).

Quanto a Crosetto, se veramente non ha capito, legga Mises.

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