Scorie - Argomenti fallaci pro e contro il contante

Come spesso accade, le baruffe politiche tra maggioranza e opposizione sono basate su argomentazioni fallaci o non coerenti.

Si prenda, ad esempio, il duplice tema dell'innalzamento a 5mila euro della possibilità di pagare in contanti e a 60 euro della soglia al di sotto della quale un esercente non è obbligato ad accettare pagamenti mediante carte di credito o debito.

Mi è capitato di leggere, tra le tante, una affermazione da parte di Juri Magrini, assessore del Comune di Rimini alle Attività economiche, il quale sostiene che alzare l'obbligo di accettare pagamento non in contanti a 60 euro "non farà altro che facilitare il passaggio ancora di più sulle piattaforme online, perché ormai tutti utilizziamo gli strumenti tecnologici digitali che negli ultimi due anni hanno avuto una grossissima evoluzione."

A seguire la richiesta di un provvedimento per abbassare le commissioni bancarie a carico degli esercenti per i pagamenti tramite POS, su cui non mi soffermerò.

Ora, io credo che un soggetto privato che offre beni o servizi debba essere libero di accettare di essere pagato come meglio crede e, di converso, di rifiutare strumenti di pagamento che non gradisce. E neppure si dovrebbe sindacare sul perché delle sue preferenze. Va da sé che se uno accetta di essere pagato solo in contanti, corre il rischio che una parte più o meno consistente di potenziali clienti si rivolga ad altri concorrenti, non necessariamente online. 

Il che vale anche se per legge viene stabilito un limite arbitrario al di sotto del quale l'esercente può rifiutare il pagamento non in contanti. Nessuno obbliga un esercente a non accettare il pagamento tramite POS anche per cifre minime, per il solo fatto che può rifiutarsi di farlo. Di certo però, se fosse obbligato ad accettare il pagamento tramite POS per qualsiasi somma, si troverebbe costretto a fare vendite in perdita, quando probabilmente preferirebbe non fare quelle stesse vendite a tali condizioni.

Al tempo stesso, non mi pare un buon modo di difendere l'innalzamento a 5mila euro della possibilità di pagare in contanti affermare, come ha fatto tra gli altri il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che "così si facilitano i turisti stranieri a usare il contante come fanno altrove, altrimenti andranno in vacanza da un'altra parte."

Francamente non mi pare che il turista straniero arrivi in Italia tipicamente con le valigie piene di contanti da spendere a comprare le eccellenze del made in Italy. Ma a parte questo, il problema è che la misura non viene difesa da un punto di vista di principio, altrimenti non vi dovrebbe essere nessun limite.

Ma se diventa una questione di mero aumento del limite, implicitamente si avallano le tesi di chi il limite lo vorrebbe portare a zero. Se si afferma che il cotrasto alla criminalità non lo si fa vietando o limitando l'utilizzo del contante, allora non lo si dovrebbe limitare. Altrimenti si manca di coerenza e anche di credibilità.

Ma mi rendo conto che sarebbe chiedere troppo. 

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