Scorie - Una nuova transitorietà
Quando si ricoprono certe cariche, ci sono cose che convenzionalmente non si possono dire. Per esempio non si sente mai un ministro del Tesoro avanzare previsioni cupe sull'andamento dell'economia, salvo possa imputare tale cupo futuro a cause al di fuori del proprio controllo.
Janet Yellen, già presidente della Federal Reserve e ora segretario al Tesoro dell'amministrazione Biden, ha passato buonaparte del 2021 a sostenere che la politica fiscale del suo governo, unita alla politica monetaria della Fed, non fossero inflattive e che la crescita dei prezzi fosse temporanea, dovuta ai colli di bottiglia nell'offerta a seguito dei fermi produttivi dovuti ai lockdown.
Quest'anno la perdurante transitorietà (un evidente ossimoro) è stata attribuita dapprima all'avidità delle imprese (un classico già rilevato da Mises, secondo cui il governo, dopo aver generato inflazione moltiplicando l'offerta di moneta, "incolpa produttori e commercianti, ergendosi a paladino dei prezzi bassi"), poi alla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina. Il tutto mentre già dall'anno scorso, economisti non certo fuori dal mainstream e men che meno ideologicamente ostili all'amministrazione democratica ammonissero circa gli effetti inflattivi del mix di stimoli fiscali e monetari.
Ora Yellen sostiene che quella americana "non è un'economia in recessione", che sta attraversando "un necessario periodo di transizione nel quale la crescita sta rallentando."
In realtà il Pil statunitense ha già registrato due trimestri consecutivi di riduzione, il che secondo gli economisti mainstream (e la stessa Yellen fino a qualche tempo fa) equivale a recessione. Evidentemente quando si è ministro del Tesoro le cose cambiano.
Se la Fed proseguirà nella riduzione degli stimoli monetari, temo che le cose non miglioreranno nei prossimi mesi. D'altra parte un'economia dopata con dosi di stimoli fiscai e monetari come quelli dell'ultimo biennio non può che afflosciarsi se si cala la somministrazione.
Non resta che attendere, ma i precedenti non sono beneauguranti.
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