Scorie - Keynesiani con l'elmetto

Come spesso accade in Italia, anche il dibattito sull'aumento delle spese militari fino al 2% del Pil assume connotati grotteschi. Come, per esempio, la contrarietà da parte di chi, quando era presidente del Consiglio, non ebbe alcuna remora a ribadire l'impegno (in essere da tempo) in ambito NATO a raggiungere tale livello.

Tutte le guerre sono opera di Stati e se si vuole limitare il potere degli Stati non si dovrebbe essere favorevoli a che aggredissero la proprietà dei privati (mediante tassazione) per aumentare le spese militari.

Ciò detto, è un fatto che, dal secondo dopoguerra, i Paesi europei abbiano di buon grado lasciato che fossero gli Stati Uniti a garantire la difesa in ambito NATO. Stati Uniti che hanno sempre svolto altrettanto di buon grado il ruolo di guardiani del mondo. Credo che, oggi, gli interessi europei e statunitensi non siano proprio perfettamente allineati, ma questo è un altro discorso.

Come finanziare l'aumento delle spese militari se i bilanci sono già gravati da forti deficit? Per i keynesiani a sud delle Alpi è semplice: lo faccia l'Europa.

Questo, in sintesi, il pensiero di Mario Baldassarri, il quale, dopo aver fatto un po' di contabilità grossolana dell'evoluzione della spesa militare sulle due sponde dell'Atlantico, afferma che "è urgente che l'Europa "raddoppi" subito il Next generation Eu (Ngeu), emettendo eurobond e non assegnando queste risorse ai singoli Stati, ma a un embrione di governo federale al quale far gestire tre fondi: sostegno ai settori colpiti dal boomerang delle sanzioni; difesa comune europea in ambito Nato; Piano energetico europeo per dimezzare in cinque anni la dipendenza dalla Russia."

Si noti, per inciso, che l'Italia oggi sarebbe ragionevolmente beneficiaria netta in tutti e tre i filoni di intervento. Come ho già avuto modo di sostenere, con ogni probabilità questo esercito europeo non sarebbe sostitutivo, bensì aggiuntivo rispetto ai 27 nazionali, perché nessuno Stato rinuncerebbe al proprio.

Per i pagatori di tasse europei si tratterebbe di oneri in più, e credo che dovrebbero essere tutt'altro che consolanti le rassicurazioni keynesiane che quelle spese aumenterebbero la domanda aggregata e, quindi, il Pil. Molto meno pericoloso lo scavare buche per poi ricoprirle, come insegnava il (loro) maestro...

Commenti

Post popolari in questo blog

Scorie - Come non sviluppare il mercato dei capitali

Scorie - Non esistono incentivi pubblici di mercato

Scorie - Acoltando Stiglitz si passerà da Volkswagen a Volksgeld