Scorie - Follie morali

Commentando l'ennesimo rapporto del panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) che lancia l'ennesimo allarme sul cambiamento climatico, il segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, ha twittato:

"Investire in nuove infrastrutture per i combustibili fossili è una follia morale ed economica. Gli attivisti del clima sono talvolta descritti come pericolosi radicali, ma i radicali davvero pericolosi sono i paesi che stanno aumentando la produzione di combustibili fossili."

Da buon socialista, Guterres preferisce un approccio top-down alle quesitoni che riguardano l'umanità. Il problema è che, qualunque cosa si pensi del contenuto dei rapporti dell'IPCC, un passaggio al completo inutilizzo dei combustibili fossili nei tempi auspicati dai talebani dell'ambientalismo comporterebbe una riduzione del tenore di vita singificativo. Senza contare che Paesi non proprio minuscoli e poco inquinanti come Cina e India non sono affatto dell'idea di seguire l'agenda che auspicherebbe l'IPCC.

L'invasione russa in Ucraina e le sanzioni imposte da parte dei Paesi occidentali hanno fornito un assaggio di cosa significa rimanere potenzialmente a corto di gas e petrolio, nonostante finora l'Ue non abbia bandito le importazioni di queste fonti di energia dalla Russia.

Elettrificare il mondo contando solo sulle fonti rinnovabili è semplicemente incompatibile con il mantenimento dell'attuale tenore di vita, perché, piaccia o meno ai Guterres di questo mondo, il vento non è costante e non lo è neppure il sole.

Già con gli obiettivi attuali il rischio concreto è che molti beni da mercato di massa, come l'automobile, siano destinati in un futuro non troppo distante a tornare a essere un bene di lusso, come oltre un secolo fa.

Tutto ciò detto, ben vengano le idee radicali, purché chi le ha non tretenda di imporle a tutti gli altri. Quella è davvero una follia morale. 

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