Scorie - Rinascita inclusiva, dalla padella alla brace

Lanciando un'iniziativa di quattro settimane dedicate all'inclusione (tema molto politically correct), il Comitato Global Inclusion - Art. 3 invita le imprese a sottoscrivere uno "statuto della rinascita inclusiva".

Non starò qui a soffermarmi in generale sull'inclusione e la promozione della "diversity" (altro tema caro ai più politically correct), che, soprattutto per quanto riguarda le idee, è spesso predicata ma non praticata.

Mi soffermerei invece su uno dei 15 principi dello statuto, il numero 9: 

"I problemi globali non possono essere risolti dagli stati nazionali. L'attuale pandemia ne è un esempio. Come pure per la tutela dell'ambiente, la regolazione della finanza, del lavoro, della sicurezza serve affidare agli organismi sovranazionali esistenti poteri effettivi per affrontare le sfide globali."

Non è che gli organismi sovranazionali finora non abbiano avuto alcun ruolo. E si può dubitare dei risultati raggiunti. Per di più - e per quanto mi riguarda è il punto fondamentale - attribuire maggiori poteri a enti sovranazionali equivale ad allontanare ancora di più le decisioni dai singoli individui.

In un contesto ideale, al contrario, ogni individuo dovrebbe essere libero di assumere ogni decisione purché conforme al principio di non aggressione. Ogni decisione di associarsi ad altri o delegare ad altri l'assunzione di provvedimenti dovrebbe essere volontaria e conforme al principio di non aggressione.

Cosa molto distante da quanto avviene con il potere statale e con quello esercitato da soggetti sovranazionali. Se gli Stati falliscono nel risolvere i problemi, aumentare il potere di enti sovranazionali potrebbe rappresentare il passaggio dalla padella alla brace.



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