Scorie - I nodi del debito arrivano sempre al pettine

Da alcuni mesi a questa parte, la conglomerata cinese Evergrande, attiva soprattutto nel settore immobiliare e con un debito di oltre 300 miliardi di dollari, non ha cassa sufficiente per far fronte regolarmente ai pagamenti degli interessi sul debito stesso.

Dopo un paio di pagamenti effettuati allo scadere del periodo di grazia di 30 giorni dalla data prevista nei regolamenti delle singole emissioni (trovando i soldi in modi non del tutto chiari), la società ha di recente sforato anche il periodo di grazia.

Nonostante le dichiarazioni del governatore della banca centrale cinese, Yi Gang, secondo il quale "gli interessi di creditori e soci saranno rispettati", al momento non è chiaro come Evergrande possa far fronte ai futuri pagamenti, soprattutto quando sarà necessario rimborsare il capitale e non solo pagare cedole.

Si tratta di un caso da manuale di politiche monetarie e governative (che in Cina sono, di fatto, riconducibili agli stessi decisori) che dapprima favoriscono la crescita a debito, poi, quando cercano di raffreddare un sistema nel frattempo surriscaldatosi, generano una crisi da insolvenza.

Nel settore immobiliare la questione è più evidente che in altri, dato che si tratta di un'attività ampiamente basata sulla leva del debito. Le società, dotate di pochi mezzi propri, si indebitano per costruire; poi vendono o affittano gli immobili e fanno un secondo giro, aumentando la leva. Nel frattempo, il credito facile genera anche un aumento di domanda di immobili, il che rende apparentemente ancora più profittevole aumentare la leva per le società del settore immobiliare.

Quando, però, le autorità cercano di raffreddare l'inflazione che esse stesse hanno generato, le società immobiliari si trovano un attivo fatto di immobili che si deprezzano e crediti verso debitori che, nel frattempo, iniziano a essere morosi. Al passivo, però, il debito mantiene il suo valore nominale. La generazione di cassa diventa insufficiente a far fronte alle scadenze, e la società giunge all'insolvenza.

L'illusione di tutti i fautori dell'interventismo è quella di poter "governare" l'economia, ma arriva sempre il momento in cui le cose scappano di mano, perché nessuno è onnisciente. In un sistema autoritario come la Cina le cose possono forse andare più per le lunghe che altrove, ma i nodi prima o poi arrivano al pettine.

Non so se sia questo il momento in cui i nodi sono arrivati al pettine, ma non ho dubbi che non possano continuare all'infinito a far crescere l'economia a suon di debito come (soprattutto) dal 2008 in poi.

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