Scorie - Linee guida per dementi politicamente corretti
Correva l'anno 2004 quando Leonardo Facco pubblicava "Vietato parlare", di Giorgio Bianco. Sottotitolo: "Il politicamente corretto come minaccia per la libertà".
Oltre tre lustri dopo, quello che già allora era un vizio, per lo più sinistrorso, che ammorbava la quotidianità, non ha fatto che peggiorare.
Ecco quindi le linee guida emanate dalla Commissione europea. Trentadue pagine di indicazioni dal titolo "Guidelines for Inclusive Communication". Il fatto è che, a forza di ergersi a paladini della diversità e della non discriminazione, questi signori finiscono per attribuire a se stessi il ruolo di giudici di cosa sia corretto dire e cosa no. Una presunzione che una volta mi limitavo a considerare ridicola, ma che ormai trovo nauseabonda.
Alle prevedibili reazioni dei partiti non di sinistra (quelli di sinistra, votati anche da molti preti, non hanno avuto nulla da dire), ha ribatutto la commissaria maltese per l'Uguaglianza, Helena Dalli, secondo la quale:
"Dobbiamo sempre offrire una comunicazione inclusiva garantendo così che tutti siano apprezzati e riconosciuti indipendentemente dal sesso, dalla religione o dall'origine etnica."
Nulla da obiettare, se non fosse che, per non urtare la sensibilità dei non cristiani, bisognerebbe evitare riferimenti al Natale nelle prossime settimane. Pare che Giuseppe e Maria siano diventati due nomi politicamente scorretti, e che a una certa età non si sia anziani, bensì più adulti degli altri adulti.
Guai, poi, a usare i generi, perché ciò potrebbe urtare la sensibilità di coloro che non si riconoscono in quello che, all'apparenza, sono: ossia maschi o femmine.
Tutto questo, oltre tutto, con i soldi dei pagatori di tasse europei. Non credo sia necessario aggiungere altro.
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