Scorie - Il coccodrillo ipocrita




Non c'è che dire: Jean-Claude Juncker sta facendo campagna elettorale in vista delle elezioni europee di maggio… a favore dei partiti e movimenti che vogliono ruspare via gente come lui.

Mentre teneva un discorso per il ventennale dell'euro, il presidente della Commissione europea ha pianto lacrime di coccodrillo per come fu gestita la crisi della Grecia.

"Mi rammarico di aver dato troppa importanza all'influenza del Fondo monetario internazionale. Al momento dell'inizio della crisi molti di noi pensavano che l'Europa avrebbe potuto resistere all'influenza del Fmi. Se la California è in difficoltà, gli Stati Uniti non si rivolgono al Fondo monetario internazionale e noi avremmo dovuto fare altrettanto."

Posto che se la California fosse in difficoltà sul debito di propria emissione se la vedrebbe con i suoi creditori senza, almeno in teoria, l'intervento del governo federale, Juncker dovrebbe ricordare che il Fondo monetario internazionale fu chiamato a far parte della cosiddetta Troika assieme alla BCE e alla stessa Commissione europea. Non ha imposto la propria partecipazione a quel programma di intervento.

Juncker dovrebbe ricordare anche che a insistere perché il FMI facesse parte della Troika fu soprattutto la Germania, che con ogni probabilità voleva salvare le proprie banche pesantemente esposte in Grecia, al tempo stesso evitando di riservare condizioni "morbide" alla repubblica ellenica.

Il conto finì per essere a carico anche di chi aveva esposizioni ridotte verso la Grecia; condizione che in Italia fu accettata nella speranza (vana) di non finire a propria volta in crisi.

Altra cosa che Juncker dovrebbe ricordare è che il FMI, per quanto le sue ricette non siano indolori, sostiene da tempo che una parte del consistente debito che la Grecia ha accumulato nei confronti essenzialmente degli altri Paesi europei dovrebbe essere non solo soggetto a moratoria, bensì cancellato in quanto sostanzialmente inesigibile. Anche in questo caso a opporsi è soprattutto la Germania.

Siccome la Germania una qualche influenza su ciò che accade nell'Unione europea ce l'ha, compreso in merito alla nomina del presidente della Commissione, Juncker farebbe meglio a non fingere alcun rammarico.

Avrebbe potuto rinunciare alla poltrona sulla quale ha poggiato le sue terga in questi anni, non assecondando il volere dell'azionista di maggioranza. Non lo ha fatto. Almeno adesso eviti di essere ipocrita.
 
 
 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".


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