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Visualizzazione dei post da gennaio, 2025

Scorie - La semplificazione che (non) verrà

Pochi giorni fa ho commentato le grottesche richieste di semplificazione e sburocratizzazione avanzate da Emmanuel Macron e Olaz Scholz, che non sono due nuovi arrivati e neppure due pesi piuma nella politica europea, contrariamente a quanto potrebbe pensare chi arrivasse oggi da Marte sentendoli parlare. A pochi giorni di distanza è stato il turno della Commissione europea, che in comune con quella che ha (ulteriormente) appesantito l'apparato normativo e gli adempimenti a carico delle imprese ha sia il presidente, sia alcuni commissari.  Queste le parole del vicepresidente con delega alla strategia industriale Stéphane Séjourné: " Non abbiamo intenzione di deregolamentare, né di sopprimere eventuali obiettivi in campo ambientale. Cambiare direzione sarebbe economicamente disastroso, visti gli ingenti investimenti già effettuati. Vogliamo invece cambiare il cammino regolamentare, con il compito di facilitare il raggiungimento dei nostri obiettivi ambientali e correggere la na...

Scorie - La certezza dell'incertezza

Da ormai quasi un decennio è stata introdotta in Italia la cosiddetta "cooperative compliance", ossia una modalità di interazione tra (grandi) aziende e Agenzia delle entrate per consentire alle prime di non avere brutte sorprese in fase di accertamento, e al fisco di conoscere in anticipo quanto gettito arriverà dai soggetti che cooperano. Si tratta di una riduzione di incertezza da entrambe le parti, indubbiamnte ben visto da chi si occupa di fisco a livello professionale, ma che non può che risultare indigetibile per coloro che considerano l'imposizione fiscale una illegittima violazione della proprietà privata. Secondo il neo direttore dell'Agenzia delle entrate, Vincenzo Carbone, lo strumento dovrebbe aiutare a portare investimenti in Italia: " Andremo all'estero e presentare il lavoro che abbiamo svolto sinora e faremo capire ai nuovi potenziali investitori che l'Italia può essere attrattiva anche in termini di certezza del diritto ." In realtà...

Scorie - Riecco il fondo sovrano

Come mi capita di ricordare piuttosto di frequente, le idee balzane non muoiono mai. Al più spariscono per un po', per poi tornare. Ne è un esempio quella del Fondo sovrano italiano, rilanciata da Sestino Giacomoni, parlamentare di lungo corso di Forza Italia, che alle ultime elezioni non è riuscito a (ri)entrare in parlamento ed è quindi stato nominato alla presidenza di CONSAP. " Il Fondo dei Fondi da me ipotizzato per funzionare in modo efficace deve poggiare su due pilastri: gli incentivi fiscali sul modello dei Pir e la garanzia sull'investimento. Il meccanismo che è alla base dei Pir è semplice: se il risparmiatore mantiene i suoi risparmi investiti nell'economia reale del nostro Paese per 5 anni, non pagherà il 26% di tasse sugli eventuali utili. La garanzia sugli investimenti è invece legata alla loro diversificazione e al tempo. Il risparmio ben investito genera interessi sia per chi investe, sia per il sistema Paese. Questi presupposti sono alla base dell...

Scorie - Come riconoscere il giusto valore? Non per legge

Secondo i dati forniti da Istat, l'agricoltura italiana è prima per valore aggiunto in Europa. Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, sostiene però che ora " dobbiamo anche distribuire in maniera diversa questo valore lungo la filiera. A cominciare dal settore cerealicolo, dove siamo indietro nel riconoscere il giusto valore all'agricoltore perché il grano è ancora considerata una commodity e il suo prezzo lo fa la Borsa di Chicago. " I contratti a termine sui prodotti agricoli sono stati i primi strumenti derivati a diffondersi, già nella seconda metà dell'Ottocento. E servivano per gestire l'incertezza connessa all'andamento dei raccolti, consentendo tanto ai compratori quanto ai produttori/venditori di fissare un prezzo a termine. Si può discutere sulla crescente finanziarizzazione dei derivati sulle materie prime (non solo) agricole, ma la distribuzione del valore lungo la filiera non credo dipenda dalla Borsa di Chicago. Né avrebbe senso imporre r...

Scorie - Dove eravate?

Da quando esistono le istituzioni comunitarie, il peso preponderante è sempre stato appannaggio di Francia e Germania. Quanto viene deciso tra Bruxelles e Strasburgo non può quindi essere visto come qualcosa di estraneo da parte dei capi di Stato o di governo di questi due Paesi. Eppure i sempre più claudicanti Emmanuel Macron e Olaf Scholz invocano ora una " enorme semplificazione " della regolamentazione comunitaria, a partire dalle direttive Csddd (Corporate Sustainability Due Diligence Directive) e Csrd (Corporate Sustainability Reporting Directive). Le conseguenze in termini di oneri e appesantimenti amministrativi di questi provvedimenti erano (avrebbero dovuto essere) chiare fin dall'origine. Non a caso a essere favorevoli erano per lo più gli ecotalebani disconnessi dalla realtà e tutte quelle categorie professionali che avrebbero avuto occasioni di business nell'offrire consulenza alle imprese per adempiere a questi obblighi. All'epoca (pochi anni fa) Mac...

Scorie - E chi si stupisce?

Secondo quanto riportato dal quotidiano olandese De Telegraaf, la Commissione europea avrebbe negli anni scorsi finanziato delle ONG che agivano per " promuovere l'agenda green dell'ex commissario Frans Timmermans ". In sostanza, sarebbero state finanziate organizzazioni che facevano attività lobbistica a favore del Green Deal, che fin dall'inizio aveva suscitato numerose e consistenti perplessità in tutti coloro che non avessero il paraocchi dei seguaci di Greta Thunberg (altro fenomeno grottesco a dir poco). Non ho idea di come andrà a finire questa vicenda, ma che la Ue stesse adottando norme autolesionistiche per di più non in grado di incidere significativamente sul cambiamento climatico a livello globale era per me evidente fin dal principio. Sono sempre stato indeciso se, seguendo le leggi fondamentali della stupidità umana di Carlo M. Cipolla, il Green Deal fosse un provvedimento da cretino o da criminale, anche se propenderei più per questa seconda ipotes...

Scorie - Ecco la nuova ricetta: più investimenti pubblici a debito

In un articolo in cui rilanciano l'importanza degli investimenti pubblici, Floriana Cerniglia e Francesco Saraceno sintetizzano i contenuti di un loro studio in merito. " Il leitmotiv del volume è che la politica industriale non può essere ridotta a strumento per consentire ai mercati di funzionare, ad esempio «livellando il terreno di gioco» e riducendo o eliminando le rendite e il potere di mercato (la dottrina che ha prevalso nella Commissione europea in passato); né a favorire la creazione di grandi conglomerati oligopolistici con l'obiettivo di competere sui mercati internazionali; o, ancora, a operare esclusivamente tramite la regolamentazione ." Quindi non basterebbe uno Stato regolatore, che pure in Europa è abbastanza asfissiante. Come dovrebbe essere la politica industriale? " La politica industriale deve essere una strategia multidimensionale che favorisca la trasformazione strutturale e riduca i colli di bottiglia nei settori strategici, facilitando i...

Scorie - Ma quali tagli di spesa sociale?

 Una delle costanti del dibattito politico italiano riguarda la spesa per le varie prestazioni associabili al welfare state. Invariabilmente chi governa rivendica di aver aumentato questa o quella spesa, mentre chi è all'opposizione lancia allarmi su tagli alla spesa. Nessuno tra coloro che chiedono di essere votati si presenta agli elettori dicendo che la spesa per welfare dovrebbe essere ridotta, tanto in rapporto al Pil, quanto in valore assoluto. Sarebbe un suicidio politico, il che mi ha da tempo portato a concludere (amaramente) che quanto affermato oltre un secolo e mezzo fa da Frederic Bastiat sia sempre più vero. E' ampiamente maggioritaria, cioè, l'illusione di tutti di poter vivere alle spalle degli altri. Questo, però, ha come conseguenza che l'offera politica non può che consistere in diverse sfumature di socialismo, ossia in diversi utilizzi della leva fiscale per favorire questo o quel gruppo di interessi, ma sempre spendendo e tassando, ovviamente nell...

Scorie - Le sfide (senza senso) della UE

In un articolo dedicato alle sfide della UE, Luigi Paganetto nota che alle elezioni europee " i due temi di maggiore insoddisfazione sono stati immigrazione e politiche per la transizione ecologica. " Temi non banali, ma, secondo Paganetto abbiamo " il vantaggio di parlarne con l'autorevole sostegno dei Rapporti Draghi e Letta ." I quali continuano a essere citati come se fossero testi oracolari, che poi è la loro (unica) funzione, che ne si condivida o meno i contenuti. La politica industriale europea " é legata alla politica di contrasto al cambiamento climatico, attraverso il "green deal", che è infatti definito dalla Commissione come "una politica di sviluppo che protegge il clima" ." Chiara manifestazione di neolingua, dato che il green deal sta generando in realtà sottosviluppo. Ma tant'è. Paganetto scrive che è " un momento difficile per le politiche climatiche anche per l'annuncio di Trump della sua intenzione d...

Scorie - I meteoriti

Commentando la svolta radicale annunciata da Jaguar, che produrrà solo auto elettriche neppure minimamente simili a quelle che un tempo la rendevano inconfondibile, per non parlare dell'assenza dello storico motore V12, sostituito da un anonimo motore da elettrodomestico, Liam Denning su Bloomberg evidenzia i problemi dei costruttori di auto in generale. " L'industria è stata colpita non da uno, ma da due meteoriti: i costruttori cinesi e l'elettrificazione ." Ecco, a costo di ripetermi, la concorrenza cinese sui modelli endotermici si sarebbe fatta sentire, ma i produttori occidentali avrebbero potuto reggere, quanto meno nei segmenti medio-alti. Ma l'elettrificazione non è una esigenza manifestata da chi compra automobili, bensì imposta politicamente com un furore fondamentalista che raramente si vede nelle peggiori teocrazie mediorientali. Con il duplice disastroso risultato di rendere l'auto inaccessibile al mercato di massa, se non a noleggio, e di de...

Scorie - Ritornare a Keynes? No, grazie

Riflettendo sulle criticità per il 2025, Giuliano Noci scrive: " La globalizzazione non è infatti come sembra: siamo tutti consapevoli che ci ha portato in dote benefici molto importanti. Miliardi di persone sono uscite dalla condizione di povertà, si è registrata una crescita economica senza precedenti e le aspettative di vita sono cresciute quasi esponenzialmente. Nel cosiddetto mondo occidentale le borse hanno raggiunto i propri massimi e i livelli di occupazione sono in media migliorati a livello macro. Registriamo tuttavia un palpabile malcontento quasi ovunque: la classe media è sostanzialmente sparita, la capacità di potere di acquisto delle persone si è in media ridotta, il populismo (di cui Trump è forse la massima espressione) ha attecchito a tal punto da ergersi a prospettiva culturale che ispira il governo di molti Paesi. Come spiegare questo paradosso? La globalizzazione ha sì garantito una notevole crescita a livello macro ma ha anche creato enormi squilibri interni ...

Scorie - Da paladini del wokismo a pericoli per la demmocrazia il passo è breve

Non avendo ancora finito di elaborare il lutto per la sconfitta elettorale del partito democratico alle elezioni presidenziali statunitensi, i progressisti del mondo intero sono ora alle prese con i nuovi pericoli, rappresentati dai capi dei social network, Elon Musk in primis, seguito più di recente da Mark Zuckerberg, che sono passati disinvoltamente dall'appoggiare i democratici a sostenere Trump. Prima erano illuminati e portatori di virtù quando, si pensi a Meta soprattutto, era un fiorire di iniziative che tanto piacevano alla sinistra woke. Adesso, invece, l'abbandono negli Stati Uniti del fact checking (leggi: valutazione di conformismo ai dettami della sinistra woke, pena classificazione del contenuto alle voci "disinformazione" o "hate speech", con tanto di censura per i post e oscuramento dei profili dei rei) e anche lo smantellamento del team DEI hanno messo in allarme i sinistrorsi da entrambe le sponde all'Atlantico. Prima erano miliardari ...

Scorie - Privatizzare o nazionalizzare?

Il dibattito sulla proprietà e gestione pubblica di aziende di servizi va avanti da decenni, e ogni volta che alla privatizzazione di una società non segue un miglioramento del servizio e/o si verifica un rincaro per gli utenti, tornano in auge le nazionalizzazioni. Uno degli esempi di programmi di privatizzazioni più esteso è quello britannico, voluto negli anni Ottanta del secolo scorso da Margaret Thatcher. I programmi di privatizzazione partono quasi sempre con motivazioni economiche, ossia da governi che hanno la necessità di fare cassa senza (tar)tassare ulteriormente cittadini e imprese. Se così non fosse, suppongo che in Italia avremmo ancora un IRI vivo e vegeto, con tanto di panettoni e automobili di Stato. In alcuni casi vi sono poi anche convinzioni politiche, come nell'esempio britannico. Non sempre l'esito delle privatizzazioni è positivo, e questo, come accennato, fa rialzare la cresta ai nazionalizzatori in servizio permanente. Matthew Brooker in un articolo su ...

Scorie - Il problema è la politica monetaria, non l'assenza di regole

Negli ultimi anni si è fortemente sviluppato, soprattutto negli Stati Uniti, il mercato del credito privato. In sostanza è proseguito il processo di disintermediazione creditizia del settore bancario. Ma se in precedenza i prestiti bancari erano sostituiti dall'emissione di obbligazioni, un ruolo crescente è stato via via assunto da prestatori privati, per lo più grandi fondi di investimento. Ormai si parla di circa 2000 miliardi di dollari, con un trend previsto in ulteriore crescita. Le banche, dal canto loro, sono alle prese con requisiti patrimoniali più stringenti, il che rende meno redditizio erogare credito mantenendolo nel proprio bilancio. Questo tipo di sviluppo non sarebbe di per sé negativo, considerando che le banche hanno storicamente finanziato queste attività a medio lungo termine e illiquide per lo più con depositi a vista o a breve scadenza, essendo poi soggette a crisi di liquidità che conducevano rapidamente all'insolvenza. Un fondo chiuso, al contrario, ha ...

Scorie - Anche i vegani a volte non resistono alle tentazioni della carne

Ancora prima di avvicinarmi (ormai oltre 25 anni fa) al libertarismo, già provavo repulsione per coloro che pretendevano di imporre o spingere gli altri a fare ciò che essi ritenevano fosse giusto per tutti quanti. In sostanza, non avevo ancora conosciuto formalmente il principio di non aggressione, ma quado iniziai a leggere Rotbard in molti casi non feci altro che dare una forma a ciò che in pratica già ispirava il mio modo di vedere le cose. Di qui la mia repulsione tanto per le imposizioni mediante l'uso della legislazione in violazione del principio di non aggressione, quanto per la più subdola versione delle cosiddette "spinte gentili" alla Sunstein e Thaler. Repulsione che, ovviamente, si estende ai tentativi di spingere le persone a mangiare ciò che altri ritengono giusto mangiare. A maggior ragione se il motivo sottostante è la riduzione delle emissioni di metano o altri gas cosiddetti climalteranti. Che, in estrema sintesi, significa ridurre o azzerare il consum...

Scorie - Non così eccitante

Quando si avvicina la fine dell'anno sono in molti a cimentarsi con i bilanci di quanto accaduto e con previsioni per i dodici mesi successivi. L'ecotalebano di Bloomberg David Fickling, che lo scorso anno aveva previsto per il 2024 il raggiungimento della parità di costi tra vetture endotermiche ed elettriche (cosa che non si è verificata), non rinuncia a essere ottimista per il 2025. Pur riconoscendo che in Europa le vendite di auto elettriche sono state " deludenti quest'anno, con volumi nel terzo trimestre in calo del 9% rispetto a 12 mesi prima", le cose andranno diversamente nel nuovo anno perché "le vetture in Europa dovranno essere in media più efficienti del 15% rispetto al 2021, un target che i produttori cercano di raggiungere stuzzicando l'appetito dei consumatori con una range di nuovi eccitanti modelli a batteria. " Mi chiedo se Fickling abbia scritto queste righe dopo aver bevuto un bicchiere di troppo durante un festeggiamento con i c...

Scorie - Se fossero stati dalla parte del mercato invece che scondinzolare da Timmermans

L'Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA) ha (ri)lanciato l'allarme per le multe che le case automobilistiche dovranno pagare nel 2025 per non aver raggiunto gli obiettivi di riduzione di anidride carbonica imposti dall'Ue. Secondo Luca De Meo, amministratore delegato di Renault e presidente di ACEA, in assenza di una " chiara dichiarazione politica della Commissione europea entro la fine del 2024, come sollecitato anche dal Governo tedesco, da quello francese, da quello italiano e di altri Paesi europei, l'industria automobilistica rischia di perdere fino a 16 miliardi di euro di capacità di investimento pagando sanzioni, riducendo la produzione, unendosi a concorrenti stranieri o vendendo veicoli elettrici in perdita. I produttori di auto e furgoni europei chiedono ai decisori dell'UE di fare chiarezza su posti di lavoro e investimenti prima della fine dell'anno per sostenere anziché ostacolare la transizione verde ed evitare danni inuti...

Scorie - Libertà ancora più in fumo

Dal 1° gennaio 2025 chi per le strade di Milano può essere multato (da 40 a 240 euro), se non mantiene una distanza di almeno 10 metri da altre persone. L'iniziativa non è la prima nel suo genere, non solo in Italia, il che non la rende meno liberticida, anche se (fortunatamente, e lo dico da non fumatore) di difficile applicazione. Secondo Elena Grandi, assessore (ma in omaggio al politically correct si fa chiamare "assessora") all'ambiente del comune di Milano, " si tratta in primis un'azione di sensibilizzazione che punta a scoraggiare stili di vita che sappiamo essere dannosi per la salute di tutte le persone, non solo dei fumatori. Il fumo di sigaretta, secondo i dati di Arpa Lombardia, è responsabile del 7% delle emissioni di polveri sottili. I comportamenti dei singoli possono fare la differenza e contribuire al miglioramento della qualità dell'aria quindi, da fumatrice, sarò la prima a cambiare le mie abitudini ." E così, dopo le automobili c...