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Visualizzazione dei post da luglio, 2023

Scorie - Drammi di cittadinanza

Con la legge di bilancio per il 2023, il governo decise di ridurre il perimetro dei beneficiari del Reddito di cittadinanza a partire da agosto. Il tutto in attesa di sostituire il RdC con un assegno di inclusione a partire dall'anno prossimo. Su una spesa di oltre 8 miliardi annui, il risparmio previsto per il 2023 ammontava a (miseri) 734 milioni. Il che significa che, in barba alle promesse di eliminazione della misura, in realtà la spesa si riduceva neppure del 10 per cento. Ciò nonostante, l'sms inviato dall'Inps a 169mila percettori che da agosto non riceveranno più il sussidio ha scatenato proteste a Napoli, dove era più alta che altrove la concentrazione di consumatori di tasse per la misura in questione. Roberto Bafundi, direttore dell'Inps a Napoli, si è affrettato a rassicurare chi protestava. " Non abbandoniamo nessuno, circa la metà di queste persone sono in una situazione di disagio sociale e potranno rivolgersi ai servizi sociali e se inseriti in un

Scorie - Dopo gli Stati Uniti d'Europa quelli del mondo?

C'è modo e modo di non essere soddisfatti di ciò che fanno gli Stati. Da un punto di vista libertario, gli Stati sono violatori per antonomasia del principio di non aggressione, con la pretesa di essere legittimati a farlo. L'ideale sarebbe quindi che non ci fossero gli Stati. Trattandosi di una prospettiva attualmente poco realistica, il libertario dovrebbe preferire le situazioni che, pur non essendo ideali, risultano meno peggio. Anche se non è necessariamente vero in ogni circostanza, le ridotte dimensioni dello Stato tendono a porre condizioni meno opprimenti per chi ha a cuore il rispetto dell'individuo e del principio di non aggressione. C'è anche un altro modo di considerare le dimensioni degli Stati un motivo di insoddisfazione del loro operato, ed è opposto a quello libertario. In questa seconda prospettiva, gli Stati non sono (mai) sufficientemente grandi per poter "contare" (ossia: dettare legge) a livello mondiale. E quindi ecco tanti europei esse

Scorie - Storia della colonnina infame

Ogni mese, in occasione della pubblicazione dei dati relativi alle immatricolazioni di nuove auto, si assiste a una rappresentazione dello stesso copione, con poche variazioni. Si cerca di magnificare ogni dato che dimostri l'incremento delle immatricolazioni di veicoli elettrici, solo talvolta mettendo in relazione tale fenomeno con l'ampiezza degli incentivi messi a disposizione (a carico dei pagatori di tasse) nei singoli Stati. Dopodiché si evidenzia come l'Italia sia spesso il fanalino di coda a livello europeo e si tende a spiegare il fenomeno con la carenza di colonnine di ricarica lungo la rete (auto)stradale. Immancabile, a seguire, l'appello delle associazioni di categoria affinché il governo stanzi più fondi, sia per incentivare l'acquisto, sia per fare spuntare colonnine di ricarica in ogni angolo del Paese. Infine, la consueta richiesta di un tavolo, come fa, da ultimo, il direttore generale dell'Unrae Andrea Cardinali. Secondo il quale è "ausp

Scorie - (S)concertazione

A 30 anni dall'accordo del 1993 che diede vita alla stagione della "concertazione" tra governo e sindacati di imprese e lavoratori, il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, avanza alcune proposte per rilanciare salati e partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. " La via per elevare salari e pensioni passa per il rinnovo di tutti i contratti pubblici e privati, il contrasto alla speculazione e il controllo di prezzi e tariffe, una riforma fiscale redistributiva e progressiva che sposti il baricentro del prelievo dai redditi agli extraprofitti e alle rendite finanziarie e immobiliari, dichiarando anche una guerra spietata all'evasione e all'elusione fiscale e contributiva ." Non è chiaro cosa intenda Sbarra per extraprofitti, anche se, per elevare tutti i salari e le pensioni, potrrebbe doversi trattare semplicemente di ogni euro di utile realizzato dalle imprese. Anche perché se poi, in nome della lotta alla speculazione, si fissano per de

Scorie - Europa sempre più (al) verde?

Poche settimane fa il (politicamente) longevo Mark Rutte ha annunciato elezioni anticipate in Olanda, alle quali non si ricandiderà. L'altrettanto politicamente longevo Frans Timmermans, attuale vice presidente della Commissione europea e (malauguratamente) commissario per il clima e il Green Deal, ha annunciato che si candiderà alla guida di una lista socialista-verde. " Voglio diventare premier ", ha detto Timmermans. Questo signore è il principale fautore dell'approccio talebano all'ambientalismo, che più che una conversione verde rischia di mettere al verde (nonché a piedi) milioni di europei, senza peraltro raggiungere un obiettivo che abbia un qualche significato quantitativo a livello di riduzione globale delle emissioni cosiddette climalteranti. Vedremo cosa ne pensano gli olandesi, anche se per ora i sondaggi parrebbero a lui favorevoli.  Ma per non lasciare ai Paesi Bassi una sorta di primato, a sud delle Alpi ci ha pensato il verde Angelo Bonelli, in q

Scorie - Il rimedio per l'inflazione non è la moral suasion

Interessante notare l'attivismo dei governi per ridurre l'inflazione, spesso nella forma di imposizione di tetti massimi, moral suasion sui produttori o incentivi a debito. Il tutto mentre si lamentano dei rialzi dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, di cui però non hanno criticato i tassi negativi e i quantitative easing degli anni scorsi, senza i quali non ci sarebbe stato il carburante necessario alla fiammata dei prezzi dell'ultimo biennio. Adolfo Urso, ministro del Made in Italy, sta incontrando le categorie produttive per "incoraggiare" contenimento nei prezzi. A suo dire, " quando si è formato il governo l'inflazione era oltre il 12%, oggi è al 6,4. È un dato positivo che dobbiamo rendere più forte ".  Il fatto è che la riduzione della crescita annua è dovuta non tanto all'azione di governo, ma a un rallentamento nella crescita dei prezzi a livello internazionale, anche per via dell'effetto base. Resta il fatto che i p

Scorie - La (non) riforma fiscale

Come è noto, il governo avrebbe intenzione di riformare il sistema fiscale. Profondamente, nelle intenzioni. La questione è nelle mani di Maurizio Leo, viceministro dell'Economia che, per lo meno, conosce bene la materia. Credo, però, che sia bene avere dei dubbi circa l'esito di questa riforma. Per esempio, il superamento della differenziazione tra redditi di capitale e redditi diversi di natura finanziaria, una autentica stupiudaggine al giorno d'oggi (e secondo me anche 50 anni fa), sarebbe sacrosanta. Così come il superamento della tassazione sul maturato che riguarda il regime gestito e i fondo pensione, per esempio. O l'assurdità per cui negli OICR se si realizza un utile è considerato reddito di capitale, mentre una perdita è un reddito diverso, con la conseguenza che chi avesse un portafoglio costituito solo da OICR non avrebbe mai nessuna possibilità di recuperare le minusvalenze realizzate. E questo per restare solo ai redditi di natura finanziaria. Perché non

Scorie - Biden, filantropo con i soldi degli altri

L'amministrazione Biden ha deciso di azzerare il debito contratto da oltre 800mila studenti per pagare gli studi universitari, per un totale di 39 miliardi di dollari. La misura sarà attuata mediante una modifica dei piani di ammortamento in corso.  Secondo il segretario all'Istruzione Miguel Cardona si tratta di " un passo storico per correggere i fallimenti amministrativi del passato, assicurandoci che tutti ottengano l'esenzione che meritano, proprio come abbiamo fatto per i dipendenti pubblici, gli studenti che sono stati truffati dai loro college e i mutuatari con disabilità permanenti, compresi i veterani di guerra ". Le ristrutturazioni dei crediti sono all'ordine del giorno sul mercato, anche se difficilmente si arriva all'azzeramento senza che questo abbia conseguenze per il debitore. In ogni caso, tra privati ogni accordo raggiunto volontariamente non presenta problematiche. Diverso il caso in questione, in cui coloro che beneficeranno dell'a

Scorie - Un mondo più (al) verde

La transizione green a tappe forzate imposta con mezzi politici non è e non sarà un pranzo di gala. I costi sono e saranno enormi. Se si pensa al solo settore auto, salvo sviluppi al momento imprevedibili, la riduzione delle "emissioni" sarà dovuta per lo più alla riduzione dei veicoli in circolazione perché un numero crescente di persone non potrà più permettersi l'automobile. Anche nel mondo finanziario la legislazione sta generando una domanda non spontanea per investimenti "green", che però si dirigono per lo più nelle economie sviluppate. Che fare con i Paesi meno sviluppati? La risposta dei fautori del cambiamento a tappe forzate, in questi casi, è spesso riconducibile alla vasta categoria delle soluzioni miracolose, ai limiti del magico. Per esempio ricorrendo ai Diritti Speciali di Prelievo del Fondo Monetario Internazionale, di fatto una moneta fiat sintetica composta da un paniere delle principali monete fiat. Ho trovato rilanciata questa idea da David

Scorie - Da quale pulpito

Durante la sua recente visita in Cina, Janet Yellen, segretaria al Tesoro degli Stati Uniti, ha affermato: " Abbiamo il dovere nei confronti del mondo, di guidare il mondo nelle sfide che abbiamo davanti, a partire dalla difesa dell'ambiente e dal debito che affligge le economie a basso reddito ed emergenti. " In base alla retorica di Yellen pare che il resto del mondo senta la necessità di essere guidato, quindi la tendenza statunitense a voler governare il mondo intero viene presentata come un servizio reso agli altri Paesi. Dubito che questa affermazione troverebbe diffusa approvazione, ma vorrei limitarmi alle due questioni citate da Yellen. Quanto all'ambiente, Stati Uniti e Cina inquinano (molto) più di altri. E non è che siano prive di debito. Al contrario, negli Stati Uniti al debito dei privati si sta affiancando la crescita rapida di quello federale, con l'amministrazione in carica ben felice di proseguire a un ritrmo di circa 5 punti di Pil deficit annu

Scorie - Il debito va maneggiato con prudenza

A sud delle Alpi è particolarmente insistente la lamentela circa i ripetuti aumenti dei tassi di interesse (400 punti base finora e molto probabilmente altri nei prossimi mesi) decisi da un anno a questa parte dalla BCE. Alcuni lamentano che, trattandosi di inflazione da offerta, la politica monetaria non sia la risposta adeguata, incidendo quest'ultima per lo più sulla domanda. Costoro, peraltro, non spiegano come si faccia a riequilibrare domanda e offerta, dato che poi, non di rado, invocano anche interventi di protezionismo (chiamandolo diversamente, per esempio politica industriale) in risposta a quelli posti in essere da Stati Uniti e Cina. Altri semplicemente ammettono che a questi livelli di tassi di interesse molte imprese incontrano difficoltà a essere profittevoli, quando non vanno totalmente sott'acqua. A volte, peraltro, anche per aver fatto scelte piuttosto insensate dalpunto di vista finanziario. Per esempio indebitandosi a tasso variabile quando i tassi erano ne

Scorie - Società Italiana di (cattiva) Economia

Intervenendo a un convegno dal titolo "Inflazione e salari: quali politiche?", il presidente della Società Italiana di Economia, Mario Pianta, dopo aver ricordato che i redditi reali hanno perso il 15% del potere d'acquisto in due anni, ha criticato la svolta restrittiva delle politiche monetarie e fiscali per contrastare l'inflazione dei prezzi al consumo, considerandole " una risposta profondamente sbagliata che apre una prospettiva di recessione. " Posto che le politiche fiscali non sono restrittive, a meno che si consideri normale l'espansione avvenuta durante la pandemia, pensare di ridurre la crescita dei prezzi al consumo mediante spesa in deficit e politica monetaria espansiva significa sposare la logiche argentine o turche. Anche la litania (diffusa tanto a destra quanto a sinistra a sud delle Alpi) in base alla quale quella europea sarebbe una inflazione da offerta è discutibile. In ogni caso, se non c'è abbondanza di moneta è impossibile c

Scorie - La (non) soluzione per i depositi a vista

Bill Dudley, già banchiere centrale con cariche come quella di presidente della Fed di New York e vicepresidente della Fed, ha criticato l'idea di aumentare il limite di copertura dei depositi a vista, che alcuni vorrebbero perfino rimuovere portando la garanzia al totale dei depositi. Secondo Dudley, " per prima cosa coprirebbe tutte le banche a prescindere da come sono gestite, e così incoraggerebbe l'assunzione di ancora più rischio ". Poi " richiederebbe un forte aumento dei contributi pagati dalle banche al fondo di garanzia, di fatto forzando le banche prudenti a sovvenzionare quelle più aggressive ." In sostanza, genererebbe azzardo morale mediante incentivi sbagliati. Il che è condivisibile. In alternativa, Dudley rilancia un'idea di Mervin King, già governatore della Bank of England, che  me pare tanto simile alla funzione di prestatore di ultima istanza teorizzata da Walter Bagehot. La Fed dovrebbe promettere di " prestare alle banche il d

Scorie - Attenti a lodare la Bidenomics

In un commento in cui esprime un giudizio complessivamente positivo sulla politica economica dell'amministrazione Biden, Matthew Yglesias mette tra i fattori che meritano un plauso l'intenzione di " tassare i ricchi come via preferenziale per ridurre il deficit, invece di tagliare la Social Security o Medicare. " Yglesias sembra perfino entusiasta del fatto che, a differenza dei predecessori Clinton e Obama, Biden non abbia dato particolare importanza alla riduzione del deficit. La forte espansione fiscale in pieno Covid avrebbe quindi favorito il rapido recupero in termini di Pil e occupazione. Posto che tassare i ricchi per ridurre il deficit è una politica per nulla innovativa, anche prescindendo da giudizi etici sulla redistribuzione tramite il randello fiscale il problema è che sarebbe totalmente illusorio pensare di risolvere il problema, date le dimensioni in questione. Non si tratta, infatti, di qualche miliardo di dollari, ma di diverse centinaia di miliardi

Scorie - Confronti fuorvianti

In un articolo in cui evidenzia l'aumento della dipendenza dell'Europa dagli Stati Uniti, trend che ha subito una accelerazione a seguito dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, Adriana Cerretelli scrive:  " Era solo 15 anni fa, il 2008, quando Il Pil europeo superava quello Usa, 16,2 trilioni di dollari contro 14,7, e l'Ue e le sue politiche erano il modello da imitare. Nel 2022 gli Stati Uniti sono arrivati a 25 trilioni, l'Europa è restata sui 16 ." A parte i numeri, che a seconda delle fonti sono un po' diversi, credo che occorrerebbe non fermarsi al dato del solo Pil nominale. Da un lato, infatti, pesa l'inflazione: limitansodi a quella ufficiale, nel periodo in esame è stata di 12 punti percentuali superiore negli Stati Uniti. Dall'altra andrebbe considerato anche il debito. E in entrambi i casi per ogni dollaro di Pil ne sono stati creati tra 4 e 5 di debito. Questo non comporta che l'Eurozona abbia performato meglio d

Scorie - Danno il loro massimo sul minimo

Nel tentativo di dare segni di vita, i partiti di opposizione hanno trovato in questi giorni un tema su cui pare siano d'accordo: l'introduzione del salario minimo per legge. Il numero magico dovrebbe essere 9 euro l'ora. I sindacati, storicamente scettici sull'opportunità del salario minimo per legge in quanto timorosi di perdere una fetta del loro orto, pur se con qualche divergenza di vedute non sono oggi ostili al salario minimo. Va detto, peraltro, che in Italia oltre 9 dipendenti su 10 hanno oggi un contratto collettivo negoziato tra rappresentanti del mondo datoriale e i sindacati. Dal punto di vista della libertà contrattuale, è evidente che ogni imposizione di minimi (e/o massimi) rappresenta una compressione del diritto di proprietà delle parti del contratto. In ogni caso, e per quanto esista una cospicua letteratura (pseudo)scientifica che ritiene di aver dimostrato tesi precostituite a favore del salario minimo legale in merito agli effetti sulla disoccupazi

Scorie - La tassazione ottimale non esiste

Con l'espansione delle funzioni di cui lo Stato ha via via preteso di occuparsi, grossolanamente individuabili nel rapporto tra spesa pubblica ed entrate rispetto al Pil, il fisco è divenuto sempre più pervasivo. Uno degli effetti di tale pervasività è lo sviluppo di figure professionali che si occupano in via esclusiva di questa materia. Non stupisce, quindi, il tenetativo di individuare dei criteri di tassazione ottimale, che fanno riferimento ai concetti di equità, efficienza, semplicità, sostenibilità e stabilità. Esiste quindi una grande quantità di dottrina in merito alla fiscalità, con argomentazioni tecnicamente interessanti. Tuttavia, a me pare che sia come trovarsi dinanzi a progetti di edifici meravigliosi, ma costruiti su un terreno che frana. Passi per la semplicità e stabilità, perché effettivamente se la pretesa fiscale è quanto meno non iutilmente complicata e soggetta a continui cambiamenti la vita del pagatore di tasse non può che trarne sollievo (magra consolazio

Scorie - Il (nuovo) fronte socialista himalayano

Chi mi conosce sa che la mia passione per la montagna mi ha fatto innamorare del Nepal ormai oltre venti anni fa. Quindi seguo con una certa costanza le vicende di quel paradiso himalayano, che era e resta uno dei Paesi più poveri al mondo, incastonato tra i giganti India e Cina, di cui subisce (ormai soprattutto da parte della Cina) pesanti condizionamenti. Da quando nel 2008 è diventato una Repubblica, dopo un ventennio di guerriglia civile di ispirazione maoista, il Nepal è sempre stato governato da uno o più partiti di matrice comunista. I risultati, come altrove, non sono positivi, anche se non c'è una dittatura. Il peso dello Stato, sommando entrate e uscite in rapporto al Pil, è raddoppiato passando dal 25 al 50 per cento, pur restando a livelli ben inferiori a quelli del Vecchio continente. Ma il fatto è che la qualità dei servizi pubblici non è affatto raddoppiata. In sostanza i nepalesi devono continuare ad arrangiarsi, ma lo Stato costa loro il doppio di prima. Difficile