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Visualizzazione dei post da giugno, 2022

Scorie - Vogliono ridurre l'estrazione di petrolio (contro il caro benzina!)

Come altri Paesi dell'America Latina, l'Ecuador non è un paradiso libertario. Né terra in cui ci sia carenza di persone che ragionano in modo illogico, pare di capire leggendo i fatti di cronaca. Nell'ultimo anno anche in Ecuador i prezzi dei carburanti sono schizzati verso l'alto, il che ha portato nelle ultime settimane a proteste, anche violente, con morti e feriti. Il presidente in carica, che rischia l'impeachment, ha disposto un taglio di 10 centesimi di dollaro (da oltre 20 anni l'Ecuador è dollarizzato) al gallone per benzina e gasolio, ovviamente non risolutivo. D'altra parte le finanze pubbliche non brillano e, anzi, il Paese necessita di finanziamenti del FMI. La cosa paradossale, in questo contesto, è che le proteste sono guidate dalla Confederazione delle nazionalità indigene (Conaie), il cui obiettivo principale consisterebbe in una moratoria sui nuovi progetti per l'estrazione di petrolio e minerali, oltre ad altre ricette stataliste con t

Scorie - Eresia e follie

In un articolo in cui rilancia alcune delle idee in cui l'uso di forme di illusione monetaria promettono di riassorbire in modo indolore l'eccesso di debito (idee che ho già commentato di recente), Leonardo Becchetti afferma: " L'eresia del Quantitative easing impostasi progressivamente e diventata mainstream ha fugato i timori di molti. L'eurozona e la Bce sono una forza enorme che ha potuto permettersi senza problemi politiche espansive di quel genere. Abbiamo il dovere di esplorare le possibilità di uso di questa forza senza metterla a repentaglio per migliorare la vita delle generazioni presenti e future ." L'assunto di fondo dell'articolo è che ciò che in passato era considerato eretico, poi è diventato mainstream. Di conseguenza, ciò che Becchetto propone ora e che è considerato eretico potrebbe diventare mainstream in futuro. Non sono in grado di dire se le cose andranno in questo modo (pur temendolo), ma di certo, se questa fosse l'evoluzio

Scorie - Maybe

Dopo avere pe rlunga parte del 2021 definito la crescita dei prezzi al consumo come un fenomeno temporaneo, il presidente della Federal Reserve ha dovuto ammettere che la temporaneità si protrarrà più di quanto ipotizzato. E' stata poi la volta del progressivo deterioramento delle prospettive dell'economia, talmente intossicata da politiche fiscali e soprattutto monetarie ultraespansive da andare incontro a uno sgonfiamento ai primi accenni di riduzione degli stimoli. Anche in questo caso, Jerome Powell ha inizialmente escluso che gli Stati Uniti potessero entrare in recessione. Ma negli ultimi giorni ha iniziato ad ammettere che è " certo una possibilità ". Il tutto dopo aver rialzato il tasso sui Fed Funds di 150 punti base in tre mesi. Misura che per gli standard degli ultimi anni è sicuramente non irrisoria, ma che ha portato i tassi dal corridoio 0-0.25% a 1.50-1.75%. Tanto è bastato, unitamente ad aspettative di ulteriori rialzi, per far peggiorare velocemente l

Scorie - La via (non) percorribile

In tutti i contesti nei quali si deve interagire con altri soggetti in un contesto che presenta profili sia si competizione, sia di cooperazione, è necessario che vi siano delle regole condivise. Le attuali regole di finanza pubblica europee non sono certo il massimo, tant'è vero che non accontentano praticamente nessuno. La loro stratificazione nel corso di 30 anni ne ha aumentato la complessità, al tempo stesso fornendo alla Commissione europea ampi gradi di discrezionalità. Ciò ha finito per scontentare più o meno tutti, tranne ovviamente coloro che, a Bruxelles e dintorni, hanno visto la loro discrezionalità aumentare nel corso del tempo. A nord delle Alpi ci si lamenta delle troppe deroghe concesse a Paesi con le finanze pubbliche scassate. A sud delle Alpi ci si lamenta del contrario e della troppa austerità imposta dalle regole. L'evidenza empirica dimostra che il sistema di regole non ha funzionato bene, tant'è che lo stato di salute delle finanze pubbliche non è me

Scorie - Noi per il (nostro) futuro

Ho già avuto modo di commentare le gesta di Luigi Di Maio, sostenendo che sia un politico di razza. La sua scissione dal M5S ne è l'ennesima conferma. Come tutti i politici di razza, Di Maio giustifica con l'interesse del Paese una mossa che è dettata in realtà dallo spirito di sopravvivenza politica, ossia la sua perpetuazione nella categoria dei consumatori di tasse. Le parole sono da vero statista: " In questi mesi la prima forza politica in Parlamento aveva il dovere di sostenere il governo senza ambiguità. Abbiamo scelto di fare un'operazione verità, partendo proprio dall'ambiguità in politica estera del M5s. In questo momento storico sostenere i valori europeisti e atlantisti non può essere una colpa ." Adesso "uno non vale uno", come nella fase finale della Fattoria degli animali: qualcuno è più uguale degli altri, soprattutto dopo due mandati parlamentari. Sembra passato un secolo, ma basta andare indietro non più di 4-5 anni per trovare il D

Scorie - Sull'autodeterminazione

In occasione del forum economico di San Pietroburgo, il presidente del Kazakistan, Kassym-Jomart Tokayev, ha detto che il suo Paese, pur essendo tutt'altro che ostile alla Russia, non riconoscerà l'indipendenza delle repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, con questa motivazione: " Si calcola che se il diritto all'autodeterminazione fosse attuato in tutto il mondo, invece che 193 Stati ce ne sarebbero 500 o 600. E sarebbe il caos. Per questo non riconosciamo Taiwan, il Kosovo, l'Ossezia del sud o l'Abkhazia. Questo principio si applica anche a Luhansk e Donetsk, che per noi sono entità quasi statali ." Seguendo la logica del presidente kazako, si potrebbe affermare che anche 193 Stati sono troppi. A dire il vero, qualcuno potrebbe arrivare a sostenere che perfino due sarebbero troppi. Lo stesso Kazakistan ha fatto parte dell'Unione sovietica fino all'implosione di quest'ultima, e non è che le repubbliche fossero particolarmente indipendenti

Scorie - Scandaloso lui

" Uno dei motivi per cui i prezzi sono aumentati è perché una manciata di società armatoriali che controllano il mercato ha aumentato i prezzi di spedizione fino al 1000%. E' scandaloso. L'inflazione è un problema, questa norma non risolverà tutto, ma darà un grosso aiuto ." Con queste parole, il presidente degli Stati Uniti ha commentato un provvedimento bipartisan per consentire alla Federal Maritime Commission di indagare sulle pratiche commerciali delle compagnie di navigazione, costringendole anche a fornire trimestralmente dati sulla loro attività. Che in un settore in cui l'offerta è concentrata possano esservi comportamenti volti a non esasperare la concorrenza, per usare un eufemismo, non è da escludere. Tuttavia attribuire all'avidità di queste società l'andamento dei prezzi è puerile. Biden ha mantenuto nel 2021 una politica fiscale fortemente espansiva mentre la Federal Reserve inondava il mercato di base monetaria. Perfino economisti tutt'

Scorie - MES non sta per Meccanismo Europeo degli Scrocconi

Con l'annuncio della fine degli acquisti netti di titoli da parte della BCE ha ripreso forza, sopratutto a sud delle Alpi, il dibattito sulle soluzioni (rigorosamente redistributive) al problema dell'eccesso di debito pubblico. Stefano Micossi ha quindi rilanciato la sua idea (che commentai tempo fa) di far subentrare il Meccanismo europeo di stabilità (MES) al posto della BCE. Secondo Micossi " la Bce dovrebbe convincersi, come predico da tempo, che il compito di combattere l'ampliamento degli spread non le appartiene, né in base al suo mandato, né in pratica perché incompatibile con l'esigenza di stringere la liquidità ." In effetti la BCE avrebbe il divieto di finanziare gli Stati. Divieto finora aggirato mediante acquisti di titoli sul mercato secondario ufficialmente giustificati da esigenze di politica monetaria. Micossi ritiene che dovrebbe intervenire il MES e a tal fine " si dovrebbe autorizzarlo ad acquistare una parte maggiore dei titoli sovran

Scorie - Non è solo una questione di merito

Mi è capitato di leggere un articolo di Adrian Woolridge su Bloomberg Opinion in cui l'autore denuncia la scarsa meritocrazia in Italia. Gli argomenti sono quelli classici e si concentrano per lo più sulle aziende a conduzione familiare che, secondo l'accusa, crescono troppo poco e non danno abbastanza peso al merito, favorendo i membri della famiglia per le posizioni di vertice. Anche se questo potrebbe essere vero in diversi casi, siamo pur sempre di fronte a imprese private, in cui chi ha fondato ed è proprietario dell'azienda dovrebbe essere libero di fare ciò che preferisce, purché rispetti la proprietà altrui. Pagandone le conseguenze, se compie scelte non lungimiranti. Woolridge, in un punto dell'articolo, cita anche il trasferimento all'estero della sede legale da parte di molte società italiane. Apparentemente per l'autore anche questo è conseguenza della mancanza di meritocrazia. Al contrario, i trasferimenti all'estero della sede legale hanno semp

Scorie - L'inflazione ingrassa lo Stato

Che l'inflazione sia salutare per lo Stato non è una novità. I numeri delle entrate tributarie dei primi quattro mesi del 2022 sono però un efficace promemoria. In quattro mesi l'erario ha incassato 148.3 miliardi, quasi 11 punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Certamente una parte del maggior gettito è riconducibile al rimbalzo dovuto alle riaperture e alla ripresa dei pagamenti dopo i rinvii dovuti al lockdown, ma degli oltre 14 miliardi di aumento delle entrate una fetta consistente deriva da Iva e accise su beni (a cominciare da carburanti ed energia in genere) i cui prezzi sono schizzati. L'effetto Cantillon dovuto alla politica monetaria ultraespansiva beneficia quindi i primi percettori della moneta creata dal nulla, tra cui spesso c'è lo Stato. Il quale, poi, trae ulteriore beneficio dall'aumento successivo delle entrate tributarie. Purtroppo ci sono anche coloro (e non sono pochi) che non solo non traggono benefici dall'effetto

Scorie - Sotto attacco (il buon senso)

Lo scorso 9 giugno la BCE ha annunciato, non certo prematuramente, che a luglio inizierà a rialzare i tassi di interesse, che nel caso del depo rate ancora oggi è 50 punti base sotto zero. Da inizio luglio terminerà inoltre di aumentare le dimensioni del proprio bilancio mediante acquisti netti di titoli (in gran arte di Stato), peraltro promettendo di reinvestire interessi e capitali in scadenza fino al meno al 2024. Considerando l'andamento dei prezzi al consumo, che stanno da mesi registrando in tutta l'eurozona rialzi mai visti da quando è stato introdotto l'euro, avere tassi negativi è ancora più fuori luogo che negl anni scorsi. La BCE ha però deluso quanti, soprattutto a sud delle Alpi, auspicavano l'annuncio anche di uno strumento anti frammentazione, che è la nuova formula volta a giustificare l'acquisto asimmetrico di titoli di Stato per contenere l'allargamento dello spread (soprattutto) tra BTP e Bund. Strumento che probabilmente arriverà quando l

Scorie - Cuneo, capitale italiana della (sotto)cultura fiscale

Fino a non molto tempo fa, quando sentivo la parola "Cuneo" era per lo più in riferimento alla cittadina piemontese capoluogo di provincia. Per fare solo alcuni esempi, Luigi Einaudi nacque in provincia di Cuneo; nello stesso territorio provinciale ha sede la Ferrero, nonché vi sono diverse belle vallate alpine, per gli amanti della montagna. Oggi, invece, "cuneo" sembra diventato il nuovo paradigma della cultura fiscale prevalente in Italia. Che ha due varianti principali: quella per cui vanno abbassate le tasse aumentando quelle a carico di altri; e quella per cui vanno abbassate le tasse facendo deficit. Quasi nessuno appartiene all'unica variante al tempo stesso sostenibile per le finanze pubbliche e conforme al principio di non aggressione: ridurre le tasse tagliando strutturalmente spesa pubblica.  Al più c'è chi invoca tagli agli sprechi, senza poi indicare quali. Non a caso tutti i lavori commissionati negli anni a esperti per la riduzione della spes

Scorie - Le CBDC non sono una soluzione

La recente implosione della stablecoin Terra, la cui offerta era regolata algoritmicamente mediante il suo satellite Luna per renderne stabile il prezzo, ha fornito un ulteriore spunto a coloro che da tempo invocano una stretta regolamentare accompagnata dall'introduzione di monete digitali di banche centrali. Che Terra-Luna fosse uno schema basato sul nulla era ampiamente prevedibile per chiunque abbia una vaga idea di cosa dovrebbe essere una moneta. Ma anche le stablecoin che promettono di avere riserve in monete fiat (tipicamente dollari) pari al 100% della quantità in essere hanno lo stesso problema di tutti i mezzi fiduciari. Occorre, cioè, che tali riserve esistano effettivamente, pena l'implosione a seguito dell'equivalente della corsa agli sportelli bancari. La tentazione di avere coefficienti di riserva inferiori al 100% e di lucrare investendo in asset rischiosi e non sempre liquidi è generalmente poco resistibile da parte di chi "batte" queste monete.

Scorie - Non è fantascienza (purtroppo)

In vista del voto all'Europarlamento del pacchetto "Fit for 55", che mira a ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, il più talebano tra i socialisti che hanno voluto questo insieme di provvedimenti, ossia il vicepresidente della Commissione nonché commissario per il clima Frans Timmermans, è tornato a liquidare le perplessità da più parti espresse con queste parole: " Fissare al 2035 la fine della vendita di auto e furgoni nuovi a benzina non è fantascienza ." Purtroppo non lo è, perché se fosse fantascienza saremmo nel campo della fiction, ossia materiale da utilizzare solo per scrivere libri, fumetti, o ispirare film o serie TV. I Timmermans di questo mondo pretendono di sapere cosa è bene per tutti e di imporre a tutti il loro punto di vista.  Poco importa che neppure l'azzeramento delle emissioni delle automobili scalfirebbe minimamente il problema delle emissioni (peraltro le auto elettriche non sono a zero emissioni).

Scorie - Tu chiamalo, se vuoi, buon senso

Da quando anche la BCE ha dovuto abbandonare la retorica dell'inflazione come "temporanea", apprestandosi a interrompere il QE (continuando peraltro a reinvestire interessi e capitali in scadenza) e a uscire dai tassi di interesse negativi, lo spread tra BTP e Bund ha superato i 200 punti base, con il rendimento del decennale italiano avvicinatosi al 3.5%. Non una buona notizia per i pagatori di tasse e un problema anche per i tossici da deficit di bilancio, ora definito "scostamento". Per questo, soprattutto a sud delle Alpi, si invoca da tempo l'intervento della BCE per contenere lo spread, ovviamente anche in questo caso ricorrendo a una formula che confonda un po' le acque. Si parla di uno strunmento che contrasti la "frammentazione" della trasmissione della politica monetaria. E ogni volta che esce una indicrezione, meglio se sul Financial Times, sul lancio di un programma anti frammentazione, lo si commenta con giubilo. Scrive Riccardo So

Scorie - (Non) è assolutamente detto

Ho già avuto modo di commentare l'idea (non solo) di Franco Gallo, già presidente della Corte costituzionale, di dare vita a un bilancio europeo sostenuto da una fiscalità propria dell'Unione. Gallo vorrebbe inoltre il superamento delprincipio dell'unanimità, che a suo parere porta sempre " al minimo comun denominatore, che ha un limitato impatto positivo ." Per inciso, il fatto che ci siano Paesi meno fiscalmente opprimenti di altri fa sì che il principio di unanimità limiti la voracità di Stati tassatori come Francia e Italia, quando si tratta di quesitoni da stabilire a livello Ue. Per questo è davvero poco credibile quanto affermato ancora da Gallo, secondo il quale " non è assolutamente detto che la politica fiscale europea ci porti un aumento delle tasse ." Considerando che di ridurre le tasse nazionali non si fa menzione da nessuna parte, non vedo come una tassazione europea non possa essere aggiuntiva. Resta da capire se certe affermazioni siano

Scorie - I mantra del keynesismo mediterraneo

Tassare e spendere è l'essenza dell'attività dei governi. Tutti quanti, tassando, violano il principio di no aggressione. Non tutti allo stesso modo, peraltro. Alcuni (sempre meno) governi tassano poco e spendono poco, altri (sempre di più) tassano molto e spendono molto. Tra questi ultimi, poi, i peggiori sono quelli che, oltre tutto, spendono anche male. Da questo punto di vista, l'Italia può vantare una leadership consiolidata. Quello che i tecnici della materia definiscono "spazio fiscale" (ossia la possibilità di spremere ancora il limone dei pagatori di tasse per aumentare la spesa a favore dei consumatori di tasse) è ormai da tempo esaurito in Italia. Di qui l'invocazione ripetuta come un mantra: ci vuole più Europa. Un'Europa che metta in comune il debito pubblico e abbia un suo budget sempre più grande. Secondo Franco Gallo, già presidente della Corte costituzionale, l'Europa dovrebbe " realizzare radicali riforme che offrano soluzioni de

Scorie - Nel (cog)nome del padre

Con una sentenza recente, la numero 131, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 262, comma 1, del Codice civile, in base al quale il figlio assume automaticamente il cognome paterno. L'effetto della sentenza è che, senza un accordo tra i genitori, non è possibile attribuire un solo cognome al figlio, bensì entrambi i congnomi. E se non c'è accordo, tocca a un giudice stabilire l'ordine tra i due cognomi. In assenza di accordi tra i genitori, quindi, il rischio è che, di generazione in generazione, il numero dei cognomi di una stessa persona cresca esponenzialmente. Oltre al fatto che i figli di una stessa coppia potrebbero avere cognomi diversi. La stessa Corte, bontà sua, invita il legislatore a intervenire, per " impedire che l'attribuzione del cognome di entrambi i genitori comporti, nel succedersi delle generazioni, un meccanismo moltiplicatore che sarebbe lesivo della funzione identitaria del cognome ".

Scorie - Una vecchia politica nuova

In tempi in cui l'inflazione dei prezzi al consumo ha raggiunto livelli che non si vedevano da decenni, i percettori di redditi fissi non possono che subire una dolorosa perdita di potere d'acquisto. Ecco quindi invocare, da parte dei sindacati, una nuova politica dei redditi. Secondo Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, serve " una nuova politica dei redditi suggellata da un accordo trilaterale tra Governo, sindacato e imprese ." Che fare? " La responsabilità comune deve esprimersi nel rinnovo dei contratti nazionali e trovando soluzioni più eque per il riallineamento dei salari all'inflazione reale. Non servono automatismi antistorici che innescherebbero una pericolosa spirale, né "salari minimi di Stato" che farebbero uscire milioni di persone dalle buone tutele dei contratti. Va trovato un nuovo equilibrio all'interno delle relazioni sociali, superando i limiti del calcolo attuale dell'Ipca, depurato dai costi degli energetici i