Scorie - Pagare tutti, pagare di più

Durante il discorso tenuto alla Camera per ottenere la fiducia verso il nuovo governo, Giuseppe Conte ha fatto ricorso a un lungo elenco di luoghi comuni. Tra questi non poteva mancare il classico sulle tasse: "pagare tutti per pagare meno".

Secondo Conte:

"Gli italiani hanno il pieno diritto a confrontarsi con un fisco chiaro, trasparente, amico dei cittadini e delle imprese. Serve una riforma fiscale che contempli la semplificazione, una più efficace alleanza tra contribuenti e Amministrazione finanziaria. L'obiettivo primario è alleggerire la pressione fiscale, nel rispetto dei vincoli di equilibrio del quadro di finanza pubblica. La strategia è molto chiara: tutti devono pagare le tasse, affinché tutti possano pagare meno." 

Quello di fisco amico è probabilmente l'ossimoro più ripetuto da chi tempo per tempo governa. Passi per il chiaro e trasparente, due obiettivi che finora non sono stati raggiunti e che è sensato dubitare saranno raggiunti anche da questo governo; tuttavia, si tratta di obiettivi astrattamente raggiungibili.

Ma che possa esserci "amicizia" tra fisco e pagatori di tasse è impossibile, dato che nessuna amicizia può essere basata sulla minaccia dell'uso della violenza da parte di uno dei soggetti nei confronti dell'altro, qualora l'altro si rifiutasse di dare il denaro richiesto.

Venendo alla promessa che se tutti pagassero, tutti pagherebbero meno, non sarebbe saggio crederci. Finora i recuperi di evasione non hanno minimamente portato a una riduzione delle tasse, bensì a un aumento di spesa.

E con l'elenco della spesa fatto (anche) da questo governo, è facile intuire dove finiranno i soldi recuperati mediante la cosiddetta lotta all'evasione fiscale.

Si pensi, per fare un solo esempio, al rilancio del cavallo di battaglia del M5S della banca pubblica per gli investimenti. Nelle parole di Conte, "occorre rilanciare un piano straordinario di investimenti per il Mezzogiorno, anche attraverso la istituzione di una banca pubblica per gli investimenti, che aiuti le imprese in tutta Italia e dia impulso all'accumulazione di capitale fisico, umano, sociale e naturale del Sud."

Non saranno forse a carico dei pagatori di tasse questo eventuale baraccone e le spese classificate come investimenti che dovesse finanziare?

La amara verità è che nessuna reale riduzione di tasse potrà mai venire da chi campa di spesa pubblica e si rivolge a un elettorato intossicato di spesa pubblica.

 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".

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