Scorie - Liberi di coltivare?

"Noi coltiviamo in regime di agricoltura biologica su circa 1.000 ettari
piante medicinali che poi trasformiamo in sostanze utili per la salute
dell'uomo. Già oggi non sappiamo come difenderci dalla contaminazione di
materiale geneticamente modificato derivato dalla deiezioni di animali
allevati con mangimi OGM e un domani, qualora venisse ammessa la libertà di
coltivare OGM, non sapremmo come difenderci dal rischio di contaminazione
da pollini di piante geneticamente modificate, pollini che possono
spostarsi per decine di km."
(V. Mercati)

Nel dibattito sugli OGM, Valentino Mercati è nel campo di coloro che
difendono, a suo dire, la libertà di coltivare da parte di chi fa
agricoltura biologica. A questo scopo ha anche aperto un sito:
www.liberidicoltivare.it.

Uno legge il suo appello, e l'unica cosa chiara è che per libertà di
coltivare intende quella di chi la pensa come lui. Infatti, secondo Mercati
gli OGM andrebbero proibiti in Italia. E questo, tra l'altro, perché il
rischio di "contaminazione" (io credevo fosse più corretto definirla
"commistione", ma non è sui termini tecnici che mi soffermerò, non essendo
peraltro competente in materia) è già di difficile soluzione "nel rapporto
tra agricoltura biologica e agricoltura convenzionale e sono tali da
creare palesi distorsioni di mercato".

Per carità, chi danneggia la proprietà altrui dovrebbe essere chiamato a
risarcire il danno; ma qui si vorrebbe proibire un'attività dando quasi per
scontati dei fenomeni che scientificamente non c'è prova che lo siano. A
mio parere su questo tema è illuminante "Law, Property Rights and Air
Pollution" di Murray Rothbard.

Non tutto ciò che afferma Mercati mi vede contrario. Per esempio, quando
sostiene "la prima cosa sarebbe rendere trasparenti le etichette e
comunicare ai consumatori che la maggior parte della carne, del latte, dei
formaggi che mangiamo sono ottenuti con alimenti OGM, sarà a questo punto
il mercato ed i consumatori a scegliere tra questi cibi e quelli invece
ottenuti con allevamenti biologici OGM free", sono sostanzialmente
d'accordo.

Poi, però, pone delle domande retoriche, le sue risposte alle quali sono
sottintese, e sono una completa negazione della libertà per chi la pensa
diversamente da lui.

"Resta un ultimo ma fondamentale tema. Il nostro paese ha bisogno di OGM? É
questa la soluzione ai problemi dell'Italia?"

Personalmente credo che non si tratti di individuare la "soluzione ai
problemi dell'Italia", bensì di lasciare libertà di impresa. Avere o non
avere bisogno di OGM è un punto di vista soggettivo, non oggettivo.
Pretendere di oggettivizzare la risposta è tipico di chi ha un
atteggiamento totalitario.

Ancora: "vogliamo competere con Stati Uniti e Argentina per produrre soia
OGM a costo più basso  per alimentare bovini o vogliamo valorizzare le
eccellenze del territorio italiano?"

Non vedo per quale motivo debba essere stabilito dal governo cosa si debba
fare sui terreni di proprietà privata. Chi ritiene di coltivare OGM lo
faccia; chi vuole "valorizzare le eccellenze del territorio italiano"
faccia quanto riesce e veda se e come i consumatori apprezzano i suoi
sforzi.

Quanto ai rischi potenziali, ormai nessun serio antagonista degli OGM dice
che sono dannosi. Al più può dire che non vi sono dati di lungo periodo per
affermare che non sono nocivi. Ora, voler vietare una cosa non perché è
provato che faccia male alla salute, ma semplicemente perché non è provato
che non fa male a me pare assurdo. Si lasci ai consumatori la libertà di
scegliere, ovviamente informandoli. Ma senza sostituirsi a loro nel
decidere cosa consumare al pari di come ci si vuole sostituire a una parte
di coltivatori nel decidere cosa coltivare.

In conclusione, alla domanda di Mercati: "Se pertanto vi sono rischi, anche
solo potenziali, e non vi sono ragioni economiche tali da indurci ad
ammettere gli OGM, perché farlo?"

risponderei che vietare ogni cosa che ha rischi non provati significherebbe
fermare il mondo, perché, piaccia o meno, ogni attività umana comporta
l'assunzione di rischi. Quanto alle ragioni economiche, si lasci a ognuno
decidere cosa coltivare, finché rischia in proprio su terreni di sua
proprietà.

Perché, dunque, ammettere gli OGM? Perché anche gli altri siano "liberi di
coltivare" non solo quello che pare a lui.

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