Scorie - Per Dudley va tutto bene così

Secondo l'ex presidente della Fed di New York Bill Dudley, il senatore repubblicano Ted Cruz ha avuto un'idea "strana". Suppongo si tratti di un eufemismo al posto di un più efficace "stupida".

L'idea sarebbe quella che la Fed dovrebbe smettere di pagare un tasso di interesse sulle riserve delle banche presso la Fed, che costa centinaia di miliardi di dollari ai pagatori di tasse.

Dudley ricorda che la Fed ottenne dal Congresso il potere di pagare interessi sulle riserve delle banche nel 2008, a seguito del default di Lehman Brothers e del panico che portò al salvataggio per lo più pubblico di larga fetta del sistema bancario americano.

Il tema delle riserve è strettamente connesso al quantitative easing per anni praticato dalla Fed (e dalle altre principali banche centrali). Quando la Fed comprava titoli sul mercato (per lo più Trasuries americani), pagava creando base monetaria, che è un passivo per la Fed e un attivo, sotto forma di riserve, per le banche. 

L'effetto del QE è stato quello di abbassare artificialmente i tassi di interesse su tutta la curva e di favorire, la compressione dei premi al rischio su tutti gli asset finanziari e non solo, dato che gli investitori cercavano rendimenti superiori a quelli ormai schiacciati dei titoli di Stato.

Con i tassi a zero, il costo di tutte quelle riserve era irrisorio e inferiore agli interessi incassati sui titoli comprati nell'ambito del QE. La Fed realizzava così miliardi di utili, che retrocedeva al Tesoro, il quale quindi beneficiava doppiamente del QE.

Chi sosteneva che non si stavano risolvendo i problemi, bensì rimandandoli e ingigantendoli era considerato "strano", per dirla con Dudley. 

Il QE sembrava innocuo. Iniziò anche una timida riduzione delle dimensioni del bilancio della Fed, ma poi arrivò il Covid e la stampante tornò a funzionare a pieni giri, questa volta accompagnando una forte espansione fiscale. Complice anche la lunga interruzione del commercio mondiale, i prezzi al consumo iniziarono a schizzare verso l'alto. La Fed, dopo aver a lungo considerato questo fenomeno "temporaneo" e continuando a mantenere tassi a zero con la stampante del QE in funzione, finì per aumentare i tassi di interesse sui Fed Funds fino al 5,5% e quello pagato sulle riserve bancarie fino al 5,4%.

Pur non dovendo contabilizzare le minusvalenze nel frattempo accumulate sul portafoglio titoli a causa del rialzo dei tassi di interesse, la Fed si è trovata negli ultimi due anni a riportare pesanti perdite dovute per lo più alla differenza negativa tra gli interessi percepiti sui titoli comprati nell'ambito del QE e quelli pagati sulle riserve. Lo stesso Dudley ricorda che gli acquisti dell'era pandemica sono già costati ai pagatori di tasse americani oltre 200 miliardi di dollari.

Detto che non ricordo Cruz o altri lamentarsi dell'operato della Fed quando il giochino del QE sembrava generare manna dal cielo, Dudley ritiene cattive idee sia azzerare il tasso di interesse sulle riserve, sia ridurre le dimensioni del bilancio della Fed.

E' vero che "se smettesse di pagare interessi, le banche ridurrebbero le riserve al minimo necessario per eseguire i pagamenti" e che questo "richiederebbe alla Fed di vendere attivi per ristabilire l'equilibrio tra domanda e offerta di riserve".

L'alternativa di imporre alle banche di mantenere un elevato livello di riserve non remunerate equivarrebbe a una mega tassazione delle stesse, aggiungo io.

Dudley è contrario anche alla sostanziale riduzione delle dimensioni del bilancio della Fed (cosa che invece sarebbe necessaria, a mio parere), affermando, in modo non convincente, che "riducendo entrambi i lati dello stato patrimoniale, i profitti e le rimesse al Tesoro non cambierebbero in modo significativo". 

Quello che non dice è che si andrebbe verso una sorta di "normalizzazione", e lo metto tra virgolette perché di normale nella politica monetaria non c'è granché.

Dudley ammette anche che "si può sostenere che il programma di acquisto della Fed e la sua politica sui tassi di interesse fossero imperfette, ma queste sono altre questioni."

In realtà sono le vere questioni, ma Dudley si dice contrario a un ritorno a una politica monetaria pre-2008. E mi pare appena il caso di ricordare che non è che quella politica monetaria fosse esente da effetti negativi, dato che è una delle concause di quella stessa crisi.

Ma per Dudley il fatto che oggi ci siano ancora oltre 3.300 miliardi di dollari di riserve rende più semplice il lavoro della Fed, tra cui quello di "stabilizzare i mercati finanziari e l'economia".

In sostanza c'è un (prevedibile, dato che era uno dei protagonsti) totale disconoscimento delle responsabilità della politica monetaria come fattore di destabilizzazione. E il problema è che quella di Dudley è opinione molto diffusa. Per questo si continuerà a passare da crisi a crisi.

Scorie torna (se tutto va bene) il 29 luglio

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